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Marco Ansaldo per “la Repubblica”
Il tutore in Vaticano dei minori abusati sessualmente dalla Chiesa contro un potentissimo cardinale. Il membro della Pontificia commissione Peter Saunders, vittima lui stesso da bambino di un prete pedofilo, contro il porporato australiano George Pell, oggi a capo dell’Economia vaticana, accusato di insabbiare un caso risalente a decenni fa. È uno scontro tutto interno alla Santa Sede, ma molto acceso. E il tema della pedofilia nella Chiesa si rivela come tuttora sensibile dentro le Sacre Mura.
Intervistato domenica dalla rete australiana Channel Nine, Saunders, forse l’esponente più noto del collegio ad hoc creato da Papa Francesco ha rivolto dure critiche a Pell, già arcivescovo di Sidney, per non aver agito correttamente coprendo un sacerdote colpevole di avere abusato decine di minori. Durante il programma tv Saunders ha chiesto al Pontefice di rimuovere l’eminenza australiana, posta dallo stesso Jorge Mario Bergoglio alla testa del superdicastero vaticano in tema di affari finanziari e gestione economica.
«Si prende gioco della commissione, del Papa stesso, ma più di tutto delle vittime e dei sopravvissuti». La posizione del cardinale — ha insistito il suo accusatore — sarebbe indifendibile a causa dei suoi dinieghi: «È un individuo pericoloso. È determinante che Pell sia accantonato e rimandato in Australia. Il Papa prenda contro di lui le decisioni più forti».
Il porporato australiano si è subito difeso, e con molta forza. «Sono accuse false, devianti e offensive ». E si è poi riservato di agire legalmente contro Saunders. Dalla sua parte, poi, si è schierato lo stesso Vaticano, con una nota diramata dal portavoce della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. «È meritevole di rispetto e di attenzione — ha spiegato Lombardi — la dichiarazione pubblica con la quale già nei giorni scorsi il cardinale australiano George Pell ha sempre risposto in modo argomentato alle accuse e alle domande formulate» da una commissione pubblica australiana, la Royal commission into child sexual abuse, in questi giorni impegnata in audizioni su casi di abusi sessuali commessi da alcuni sacerdoti.
Il portavoce vaticano ha anche precisato che «quanto è stato dichiarato dal signor Peter Saunders (uno dei 17 membri della commissione per la tutela dei minori) nel corso di una trasmissione televisiva è stato evidentemente dichiarato a titolo del tutto personale e non a nome della commissione, che non ha il compito di investigare e pronunciare giudizi specificisui singoli casi».
Il caso in questione risale agli anni Settanta, e riguarda gli abusi compiuti dal prete Gerald Ridsdale nella località Ballarat dello stato di Victoria, a Sidney. Ridsdale, nel giro di vent’anni, abusò almeno 50 ragazzi, tra cui anche il proprio nipote. L’accusa contro Pell, in particolare, è quella di avere spostato il sacerdote da una parrocchia all’altra. Secondo la sua difesa per proteggerlo dalla rabbia dei fedeli, secondo l’accusa per sottrarlo alla giustizia. Ieri la commissione australiana ha diramato una nota per confermare l’intenzione di ascoltare in merito il porporato.
Ma al di là della questione pedofilia, è da notare come in Vaticano, nell’ultimo periodo, una serie di malumori si concentrino contro Pell. Il Papa all’inizio lo aveva messo a capo della segreteria per l’Economia, ma alcune fonti interne sostengono che si sia poi pentito della scelta. Lo scorso marzo Pell ha già visto ridotti i suoi poteri, quando con un Motu Proprio il Pontefice ha deciso che non gestirà i beni del Vaticano e della Santa Sede, a cominciare dagli immobili dell’Apsa e di Propaganda Fide e il Fondo pensioni di competenza della Segreteria di Stato. Il cardinale inoltre è considerato uno degli esponenti più conservatori della Curia.
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