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Salvatore Cernuzio per https://www.ilsecoloxix.it/
Obbligo di scuse personali alle vittime che lo accusano di abusi ed un risarcimento di 441mila dollari per aver sperperato fondi diocesani per condurre uno stile di vita extra-lusso. La Congregazione vaticana per i Vescovi sanziona il vescovo emerito della diocesi di Wheeling-Charleston, Michael J. Bransfield, sul quale pesa la doppia accusa di abusi sessuali verso adulti e irregolarità finanziarie. Diversi seminaristi affermano di essere stati molestati sessualmente dal vescovo, il quale era finito nell’occhio del ciclone per aver utilizzato soldi delle casse della Diocesi - una delle più povere degli Usa - per ristoranti, gioielli, jet privati, soggiorni in hotel a cinque stelle, oltre che per elargire cifre a cinque zeri in «regali» a vescovi e cardinali dei quali voleva assicurarsi le simpatie.
La notizia del provvedimento vaticano è stata resa pubblica da un comunicato della Diocesi del West Virginia, a firma del vescovo in carica Mark E. Brennan, il quale parla di una decisione sopraggiunta «dopo un ampio contributo da parte mia, come rappresentante del popolo cattolico della Diocesi, e in considerazione dei fattori di governo sia nel diritto civile che in quello canonico».
Figura in vista nell’episcopato americano, Bransfield, 76 anni, tredici dei quali alla guida di Wheeling-Charleston, era stato sottoposto già lo scorso anno a misure disciplinari da parte del Vaticano dopo il risultato di un’indagine interna.
I dettagli erano emersi grazie a un’inchiesta di circa sessanta pagine del Washington Post, che ha monitorato per mesi l’attività del vescovo. Si parlava di quasi 2,4 milioni della diocesi - tra cui somme destinate ad un ospedale cattolico - che Bransfield avrebbe sperperato in spese personali. Come il weekend trascorso all’hotel “The Colony”, a Palm Beach. O per il volo privato e la limousine prese in affitto per compiere, nel 2017, un pellegrinaggio al National Shrine of the Immaculate Conception, santuario di Washignton DC del quale era stato rettore negli anni ‘90, che i fedeli raggiungevano con un viaggio notturno in pullman.
«Ha fatto tutto lo staff», si era giustificato in quel caso l’ex vescovo, rimproverando pure i suoi collaboratori perché, a suo dire, responsabili di aver scelto sistemazioni troppo costose per i suoi viaggi. Trasferte che Bransfield diceva di compiere per ragioni di lavoro in virtù della sua carica di presidente della Papal Foundation, ente no-profit fondato da Theodore McCarrick, l’ex arcivescovo di Washington sporporato e spretato dal Papa per i ripetuti abusi a danno di giovani e minorenni.
ratzinger e michael j bransfield
Sempre il Washington Post pubblicava anche le cifre dei generosi bonifici che Bransfield inviava a importanti uomini di Chiesa. Tra questi, anche l’arcivescovo di New York, Timothy Dolan, il cardinale Raymond Burke, l’ex arcivescovo di Washington Donald Wuerl e l’ex nunzio negli Usa, Carlo Maria Viganò, capofila degli oppositori di Papa Francesco, che ammetteva di aver ricevuto i soldi perché «consuetudine» dei vescovi americani inviare un dono al nuovo nunzio quando prendeva servizio, ma di aver utilizzato le somme per beneficenza.
Dopo l’inchiesta, l’ex pastore di Wheeling-Charleston si era dimesso nel settembre 2018. Cinque giorni dopo il Papa aveva nominato l’arcivescovo di Baltimora William E. Lori amministratore apostolico della Diocesi, con l’autorizzazione a condurre l’indagine preliminare sulle accuse al presule. Allora gli era stato imposto il divieto di risiedere in Diocesi e di presiedere o partecipare ovunque a qualsiasi celebrazione pubblica.
Lo scandalo aveva avuto ampia eco negli Stati Uniti, già scossi dal caso McCarrick. Tanto che, lo scorso autunno, l’allora presidente della Usscb (la Conferenza episcopale degli Stati Uniti), il cardinale Daniel DiNardo, aveva invitato - con una decisione senza precedenti - monsignor Bransfield a non prendere parte alla plenaria di Baltimora «per rispetto dei fedeli» e per evitare qualsiasi imbarazzo alla Conferenza episcopale che in quei giorni discuteva delle norme per il contrasto agli abusi.
Nel comunicato della Diocesi di oggi, si legge che il vescovo emerito dovrà, in primo luogo, «presentare pubblicamente le sue scuse al popolo della diocesi di Wheeling-Charleston per lo scandalo da lui creato». Poi dovrà «scusarsi privatamente con alcuni individui che hanno denunciato abusi e molestie». Il prelato aveva già inviato una lettera di scuse alla diocesi, pubblicata sul sito ufficiale, e alcune persone avevano ricevuto delle missive private da parte sua.
In secondo luogo, Bransfield «è tenuto a rimborsare alla diocesi di Wheeling-Charleston l’importo di 441mila dollari per i benefici non autorizzati ricevuti dalle risorse diocesane». I fondi, si legge, «si aggiungeranno a quelli già messi da parte dalla vendita della sua precedente residenza per l’assistenza alle vittime di abusi». Bransfield aveva inoltre già soddisfatto la richiesta della Diocesi di acquistare, «al giusto valore di mercato», il veicolo diocesano utilizzato per la pensione.
Lo stesso documento informa poi che il vescovo riceverà 2.250 dollari al mese come stipendio mensile, «corretto per l’inflazione». Praticamente un terzo del pacchetto completo di 6.200 dollari normalmente offerto a un vescovo in pensione. L’importo è stato «raccomandato» dalla Conferenza dei vescovi Usa, che ha stabilito anche che al presule non saranno forniti altri benefit, come avere un segretario o i rimborsi per i viaggi.
Monsignor Brennan si dice «immensamente grato» al Papa e alla Congregazione per i Vescovi per aver accettato «in gran parte lo schema del piano di riparazione presentato al vescovo Bransfield nel novembre 2019». «Immensamente grato» Brennan si dice anche anche al popolo di Wheeling-Charleston «per la pazienza dimostrata nell’ultimo anno». «Questo - scrive - è stato un calvario per tutti noi. Ora, spero, possiamo andare avanti e non lasciare che il passato ci distragga dall’urgente lavoro di fede che è così vitale per il benessere di tanti in questo Stato che hanno bisogno del ministero della Chiesa. La fede in Dio può aiutarci a guarire le ferite che abbiamo sofferto e darci la forza di andare avanti».
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