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LA VENEZIA DEI GIUSTI – SAPPIAMO DA UN PO’ CHE GUILLERMO DEL TORO HA PERSO QUEL CHE SI DICE “L’OCCHIO DELLA TIGRE”. MA LA FATICA DI QUESTO “FRANKESTEIN”, CHE A TRATTI È UN PO’ NOIOSO, È DATA IN GRAN PARTE DALLA COSTRUZIONE VISIVA DA FANTASY TARGATO NETFLIX, CON UN CIELO UN PO’ CHEAP, COL FUOCO FINTO, I FONDALONI ARZIGOGOLATI – JACOB ELORDI SI MANGIA IL FILM. ANCHE SE NON CAPIAMO PERCHÉ NON SI CAMBI MAI LE MUTANDE (SARANNO SPORCHINE, NO?) E HA UNA SCENA RIDICOLA QUANDO SI FA SCOPPIARE CON IL CANDELOTTO DI DINAMITE CHE GLI HA DATO VICTOR COME FOSSE WILE E. COYOTE… - VIDEO
Frankenstein di Guillermo Del Toro
Marco Giusti per Dagospia
oscar isaac frankenstein di guillermo del toro
Ma non saranno un po’ troppi tutti questi film Netflix che vediamo in concorso? Dopo quel disastro di “Jay Kelly” di Noah Baumbach, dopo le battute su Netflix nel film di Park Chan-wook, arriva il “Frankenstein” di Guillermo Del Toro prodotto da Netflix con Oscar Isaac come Victor Frankenstein, Jacob Elordi come la Creatura, Christoph Waltz come lo sponsor tedesco del mad doctor e la stellina dell’horror Mia Goth come Lizabeth, l’amore di tutti i maschi presenti.
Sappiamo da un po’ che Guillermo Del Toro ha perso quel che si dice l’”occhio della tigre”, e che l’horror inglese alla Hammer Film o il gotico non sono generi adatti alle sue corde. Inoltre sullo stesso tema, trasformando la creatura da maschio a donna, abbiamo appena visto lo spettacolare “Poor Things” di Yorgos Lanthimos.
jacob elordi frankenstein di guillermo del toro
Però il cinema e lo stile visivo di Del Toro funzionano bene con i freaks, i mostri, i diversi, come dimostrano sia “The Shape of Water” sia il successivo “Nightmare Alley”. Qui ha delle belle intuizioni, il grande inizio che farà da cornice della storia con la nave danese comandata da Lars Mikkelsen, il fratello di Mad, incagliata nel ghiaccio, che si imbatte sia in Victor Frankenstein che nella sua sciagurata Creatura, e la Creatura stessa, ripresa dalle tavole di Bernie Wrighton, costruita da Mike Hills, che viene da “X” di Ti West con Mia Goth, e interpretata da Jacob Elordi come un vero e proprio Prometeo incatenato, schiavo della vita eterna che gli ha dato il suo creatore.
Elordi, indubbiamente punto di forza del film, si muove benissimo sia in versione corpo disunito come un pupazzo gigante, tra danzatore moderno e creazione artistica alla Ron Mueck, sia in versione killer di lupi e umani vari ricoperto di una folta pelliccia sia in versione romantica, pazzo di Mia Goth, promessa sposa del fratello di Victor amata anche da Victor.
frankenstein di guillermo del toro
La fatica del film, che a tratti, ahimé, è un po’ noioso, e noioso perché si muove nel già visto e nel poco utile, è data in grande parte dalla costruzione visiva da fantasy targato Netflix, con un cielo spesso un po’ cheap, col fuoco finto, coi trucchi che non hanno molto di romantico, coi fondaloni arzigogolati.
Dove sono la sobrietà materiale di un Terence Fisher, la grandezza visiva di un Mario Bava? Oscar Isaac, attore finissimo, ha intuito perfettamente la fredda follia scientifica del suo dottor Frankenstein, è degno del Peter Cushing di “Frankenstein Must Die”, il film di Fisher più simile a questo, ma non trova nella scatola visiva di Del Toro l’ambientazione migliore dove muoversi. Charles Dance, nel ruolo del padre padrone di Victor, è di grande eleganza, Christoph Waltz, che fa lo sponsor del progetto di Victor, ha un ruolo inventato nella saga che ci lascia un po’ perplessi.
mia goth nel frankenstein di guillermo del toro
Anche Mia Goth, pur se di grande presenza, è un filo sprecata, mentre Jacob Elordi, quando lo vediamo aprirsi da pupazzo di gomma a essere umano, si mangia il film. Magari la sua avventura con l’eremita cieco potrebbe essere più corta, sembra far parte di un altro progetto, ma le sue scene con Oscar Isaac e quelle con Mia Goth lo fanno crescere enormemente.
Anche se non capiamo perché non si cambi mai le mutande (saranno sporchine, no?) e ha una scena francamente ridicola quando, dalle parti del Polo Nord, si fa scoppiare con il candelotto di dinamite che gli ha dato Victor come fosse Wile E. Coyote. Su tutto, ahimé, sembra dominare una estetica (diciamo…) Netflix che ci allontana dal cinema migliore di Guillermo Del Toro, il grande regista di “Hellboy 2”, “Il labirinto del fauno”, “Pacific Rim”. Ma perché metterlo in concorso?
oscar isaac frankenstein di guillermo del toro
mia goth in frankenstein di guillermo del toro
frankenstein di guillermo del toro
oscar isaac frankenstein di guillermo del toro
frankenstein di guillermo del toro
frankenstein di guillermo del toro
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