DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Dagotraduzione dal “Daily Mail”
Un soldato che ha combattuto nella seconda guerra mondiale ha deciso di volere vivere come una donna all'età di novant’anni, dopo una vita passata a negare a se stesso la sua vera natura. Patricia Davies, di un villaggio nel Leicestershire, dice di avere saputo sin dall'età di tre anni di sentirsi una donna, ma ha vissuto nella paura che rivelandosi potesse essere ostracizzata dalla sua famiglia, dalla comunità o persino finire in prigione.
Nonostante avesse detto alla defunta moglie la verità trent’anni fa, Patricia - nata Peter - ha deciso di continuare a nascondersi dopo che alcuni ragazzi, avendola vista indossare scarpe da donna, gli lanciarono ripetutamente delle uova sulla porta di casa. Tuttavia, l'anno scorso, il pensionato ha deciso di iniziare la transizione dichiarando ‘Mi sento come se mi fossi tolto un peso dalle spalle. Vivevo in una bugia'.
Patricia è ora membro del ‘Women’s Institute e ha confessato che non esclude un intervento chirurgico. Il fotografo industriale in pensione, che ha servito nell'esercito tra l’aprile 1945 e il 1948, aveva una lontana zia vissuta fino a 104 anni e spera di avere dei geni simili a quelli della parente, in modo da poter godere ancora a lungo della sua nuova vita come donna.
Il medico curante di Patricia non ha escluso un intervento chirurgico, tanto che la posizione della sua paziente è attualmente in corso di valutazione da parte di una clinica di identità di genere. Patricia non esclude l’operazione a priori, ma si dichiara contenta del suo attuale stato. 'Se mi assicurassero la sicurezza dell’intervento, potrei parlarne con il mio chirurgo, presumendo che io viva abbastanza a lungo da poterlo fare'.
Patricia, ha spiegato come si è avvicinata al suo scopo: 'Ho tenuto un profilo molto basso. Lentamente, ho iniziato a raccontare la cosa ad alcuni dei miei vicini di casa. Ognuno di loro ha reagito bene e mi ha detto che sperava solo che fossi felice’. 'Ho capito di essere transgender quando avevo tre anni. Conoscevo una ragazza di nome Patricia e ho deciso che volevo essere chiamato con quel nome, ma non ci sono riuscito’. Il pensionato ha raccontato che sin da piccolo era fissato con i giocattoli da bambina e non voleva giocare con i soldatini, ma con un asse da stiro.
'Mia madre sembrava averlo capito. Una volta siamo andati a vedere Peter Pan e io volevo essere una fata. Mamma mi costruì una bacchetta magica. Non mi ha mai detto che era strano’. 'Sono sempre stato attratto dalle donne, ma non in modo sessuale. Comunque, non sono gay. La donne mi attraevano perché volevo essere come loro. Mi sarebbe piaciuto essere come le pin-up'.
Nonostante abbia mantenuto segreta la sua vera identità, Patricia sostiene di non essere stata triste nella sua vita. 'Non sono mai stata del tutto infelice. Ho sempre fatto la maggior parte di ciò che volevo e ho guardato al lato positivo delle cose. Ho sempre avuto uno spiccato senso dell'umorismo’. 'L'atmosfera per dichiararsi transgender non era quella giusta quando ero più giovane, non era sicura. La gente non capiva cosa volesse dire. In realtà, anche i medici a lungo non hanno capito e trattavano la cosa come un disturbo della personalità, curandolo con l’elettroshock’.
'Pensavano di poterti rendere migliore. Non si rendevano di non poterlo curare'. Il timore di essere trattato con cattiveria dalla sua comunità ha spinto il pensionato a non rivelare la sua personalità, tranne che a sua moglie. ‘A causa della generale ostilità della gente, ho taciuto. Ma, poco tempo fa, mi sono sentito finalmente al sicuro e sono stato colto da un travolgente desiderio di liberarmi. Così, ho raccontato la verità e non sono pentito'.
Patricia ha servito nell'esercito dall’aprile 1945 fino all’aprile 1948, lasciandolo quando aveva ventun’anni e sposandosi solo pochi mesi più tardi.Come militare ha partecipato alle campagne in Estremo Oriente, India, Africa orientale e Palestina. 'Quando sei nell’esercito, te la devi cavare da sola. Ho perso un paio di compagni e io stessa ci sono andata vicina’.
'Ho dovuto tenere la bocca chiusa sul fatto di essere transgender, non si poteva certo ostentarlo’. ‘Il concetto di transgender non era conosciuto a quel tempo. Sarei stato classificato come omosessuale, il che mi avrebbe causato molti problemi nell'esercito. Sarei finito in prigione’. 'In generale, comunque, è andato tutto bene e sono molto orgoglioso di aver servito durante la guerra, in particolare in Palestina’.
'Forse, Hitler si arrese quando seppe che mi ero arruolato: mi piace pensarlo!’. Il veterano è stato sposato con sua moglie per sessantatre anni, purtroppo scomparsa sei anni fa. Patricia ha deciso di parlare al suo medico del suo stato l’anno scorso. Il novantenne ha iniziato a assumere ormoni e il sesso sulla sua cartella clinica è stato cambiato da maschio a femmina.
'C’era uno show televisivo negli anni Settanta su un uomo che voleva vestire come una donna; io, fino a quel momento, non avevo mai nemmeno sentito la parola 'transgender'.
'A quel punto ho capito di esserlo anch’io. Avevo sessant’anni quando ho raccontato tutto a mia moglie. E’ stata molto partecipativa e mi ha aiutato molto, tuttavia abbiamo deciso di tenerlo per noi’.
'Mia moglie mi comprava gioielli e mi chiamava Patricia. L’ho tenuto segreto per anni’.
'Quando l’ho detto a mia moglie, ho iniziato a indossare scarpe femminili e alcuni adolescenti mi hanno visto e hanno iniziato a importunarmi. Spesso lanciavano uova sulla mia porta di casa, tanto che ho dovuto denunciarli alla polizia. Adesso sono cresciuti e non vivono più qui, per fortuna’.
'Ho anche iniziato a indossare top femminili. La gente pensava che io fossi strano, fuori di testa, ma non mi interessava’. 'Mi sento molto sollevato, molto felice. La cosa migliore del mio ‘coming out’ è di essere accettato come donna. E’ stato quello che ho desiderato per tutta la mia vita'. Dallo scorso anno, Patricia è membro della ‘Beaumont Society’, un gruppo di sostegno per la comunità transgender, e del ‘Women’s Institute’.
E 'stato il programma televisivo ‘ Boy Meets Girl’ del 2015, sulle persone transgender, a incoraggiare Patricia ad affrontare la transizione. 'Non è ancora totalmente sicuro dichiararsi transgender, ma ora è molto meglio di prima. Le persone alle quali l’ho detto sono state molto accomodanti e non mi hanno perseguitato’.
'Ho socializzato con le persone che ho incontrato al ‘Women’s Institute’ e chiacchiero spesso con loro. Mi sto divertendo molto: ho una nuova prospettiva di vita’, 'Mi conoscono tutti in paese e si comportano tutti abbastanza bene. Adesso giro vestito da donna, con gonna e camicetta. Gli abiti da uomo non li indosso più’. La reazione è stata positiva, racconta Patricia:'Se alla gente non piace quello che vede, non mi interessa. Al momento, comunque, nessuno batte ciglio e sembrano accettarmi’. ‘Sono stata ben accolta dalla società, ma penso che la gente dovrebbe conoscere meglio il tema, potrebbe essere un vantaggio per tutti’.
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