milano baby gang

"VI CHIEDO DI MANTENERE LA CALMA E DI NON FARVI GIUSTIZIA DA SOLI" - LA LETTERA APERTA DELLA MAMMA AGLI AMICI DEL 15ENNE CON UN DISTURBO COGNITIVO TORTURATO A TORINO DA TRE SUOI COETANI - LA DONNA PLACA GLI ANIMI DI CHI VUOLE VENDICARE L'ADOLESCENTE: "L'ODIO E LA VIOLENZA NON PORTANO A NULLA. VOGLIAMO AVERE FIDUCIA NELLA LEGGE, I RESPONSABILI PAGHERANNO" - L'INFERNO VISSUTO DAL GIOVANE LA NOTTE DI HALLOWEEN: E' STATO CHIUSO PER ORE NEL GABINETTO, DOVE GLI SONO STATI RASATI I CAPELLI E LE SOPRACCIGLIA...

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Estratto dell'articolo di Caterina Stamin per www.lastampa.it

 

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Questa situazione è estremamente difficile, sia per mio figlio sia per la nostra famiglia. Siamo consapevoli che ci vorrà tempo per un ritorno alla normalità, poiché le cicatrici che porta sono profonde e resteranno per la vita».

 

Inizia così la lettera scritta dalla mamma del 15enne, rapito la notte di Halloween, minacciato e vessato da tre suoi coetanei, ora indagati per violenza privata e sequestro. «Mio figlio - scrive la donna - è il nostro leone: ha subìto l'impensabile, ma con tutto il nostro amore e la nostra pazienza lo aiuteremo ad affrontare questo percorso».

 

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Ieri mattina il giovane è stato sentito dalla procura dei Minori, ha raccontato di nuovo la sua versione dei fatti: le ore chiuso nel gabinetto, la testa e le sopracciglia rasate, il bagno del fiume. Poi, nel pomeriggio, era andato a Borgo Navile dove gli amici si erano dati appuntamento per una sorta di spedizione punitiva contro i tre “bulli”. «Sto benissimo - ha detto il giovane - Quei tre la pagheranno».

 

La famiglia si era chiusa nel silenzio. Oggi la madre nella lettera ringrazia i giovani che hanno espresso solidarietà al figlio ma chiede a tutti loro di non farsi giustizia da soli: «Voglio rivolgere un appello a tutti i ragazzi che ci stanno mostrando la loro vicinanza in questo momento di dolore, facendoci sentire quanto bene circonda mio figlio: vi chiedo di mantenere la calma e di non farvi giustizia da soli.

 

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L'odio e la violenza non portano a nulla; al contrario, la violenza chiama solo altra violenza. Mio figlio è vivo, e ringraziamo Dio per questo». Prosegue: «Ciò che hanno fatto a mio figlio non può essere minimizzato o definito una “bravata”, come si legge in alcuni commenti. Sapevano bene che mio figlio è un bel ragazzo e il loro gesto è stato un atto deliberato per fargli un torto, per ridurlo in questo stato. Ma mio figlio, per noi, resta un gran figo, oggi più che mai». [...]

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