DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Estratto dell’articolo di Marco Belpoliti per “la Repubblica”
ERUZIONE DEL VULCANO VICINO GrindavIk
Nei vulcani abitano gli dei. Per i greci le attività dell’Etna sono il risultato dell’opera di Efesto, il dio del fuoco, che batte ritmicamente con il martello sull’incudine. Per i romani il suo nome è Vulcano, e vive nelle profondità dell’omonima isola delle Eolie (detta anticamente Hiera). Nel Pacifico, dove si trova il maggior numero di questi conoidi che eruttano lava e generano nubi, è il dio Sole a risiedere nelle profondità dei crateri. Gli dei del fuoco sono bizzosi e permalosi, s’offendono e pretendono sacrifici umani per placare le loro ire. Queste montagne hanno sempre attirato gli esseri umani e insieme li hanno terrorizzati.
La più antica rappresentazione di un’eruzione è in un affresco di ottomila anni fa ritrovato a Çatalhöyük, località neolitica della Turchia, segno d’un inequivocabile interesse per questa porta d’accesso alle profondità della Terra. Dall’immagine del vulcano, poi, scaturisce quella dell’Inferno in tante religioni: il divino si mostra attraverso il fuoco, il fumo e la cenere. Per fortuna nel cristianesimo ci sono i santi – sant’Agata a Catania e san Gennaro a Napoli – in grado di fermare il magma o almeno di deviarlo.
La spiegazione dell’esistenza dei vulcani è una ricerca che comincia con Talete e Empedocle, continua con Plinio il Vecchio, scomparso a causa dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., per arrivare a una coppia di moderni vulcanologi, Katia e Maurice Krafft, morti insieme nel 1991 sotto una nube ardente scaturita dallo Unzen in Giappone.
[…] I vulcani non sono altro che le finestre che ci mostrano luoghi per noi impraticabili, spazi che possiamo solo tentare d’immaginare attraverso le loro terribili manifestazioni.
Le profondità della Terra sono inattingibili a noi umani.
[…] Dopo l’eclissi scientifica del Medioevo, è nel Settecento illuminista che nasce la scienza dei vulcani, la quale annovera tra i suoi studiosi anche Rudolf Erich Raspe (1737-1794), autore de Le avventure del barone di Münchhausen , che fa scendere il protagonista nel fondo del cratere dell’Etna. Mentre Jean-Etienne Guettard s’accorge delle pietre laviche con cui sono costruite le case a Moulins; in questo modo scopre i coni spenti dei Puys. Poi Lord William Hamilton, testimone dell’eruzione vesuviana del 1779, e di quella del 1794, capisce che il vulcanismo è un fenomeno indispensabile al pianeta Terra. E Alexander von Humboldt darà un colpo decisivo alle teorie di Abraham Gottlob Werner convinto che il basalto, l’ossidiana, la pomice e il granito si fossero formati in mare e i vulcani fossero ben poco importanti nella storia della Terra.
LA LAVA DEL VULCANO DI STROMBOLI TOCCA IL MARE 5
[…] Esistono due tipi principali di vulcani: esplosivi ed effusivi. I primi sono quelli composti da montagne di forma conica, effetto del materiale accumulato dalle eruzioni con il cratere in alto. Così è lo Stromboli. Mentre gli effusivi sono i vulcani cosiddetti lineari, che eruttano da fessure come accade alle Hawaii; anche l’Etna funziona così. Nel mondo oggi ci sono circa 400 vulcani posti sotto stretta osservazione, disposti per lo più lungo la cosiddetta “cintura del fuoco” che circonda l’Oceano Pacifico.
L’Italia possiede tre dei più studiati al mondo: Stromboli, Vesuvio e Etna. Quest’ultimo è il più attivo in Europa. Levatosi dal mare circa 500.000 anni fa, è cresciuto pian piano sino ad arrivare a 3320 metri con un diametro di base di 40 chilometri. Il Vesuvio è “tappato” in cima. Impossibile dire come si comporterà. I tempi della Terra sono lunghissimi eppure le sue trasformazioni improvvise e sovente inattese. Laggiù tutto si muove: viviamo stabilmente su qualcosa di instabile. Basta saperlo.
Per documentarsi:
H. Tazieff, Vulcani e tettonica (Zanichelli); Maurice Krafft, I vulcani. Il fuoco della terra (Electa/Gallimard); S. Mazzarella, Dell’Isola Ferdinandea e di altre cose (Sellerio). W. Herzog: Into the Inferno (2016); The Fire Within: A Requiem for Katia and Maurice Krafft (2022); sempre sui Krafft il film di Sara Dosa, Fire of Love (2022).
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