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#VIAJOSOLA - MARINA E MARÍA IN VIAGGIO DA SOLE UCCISE PERCHE’ SI RIFIUTANO DI FARE SESSO - PER UNO PSICHIATRA ARGENTINO ''SE LA SONO ANDATA A CERCARE'' - MONTA LA PROTESTA DI MIGLIAIA DI DONNE E PARTE UNA CAMPAGNA VIRALE CON L’HASHTAG #VIAJOSOLA

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Elena Tebano per il “Corriere della Sera”

 

María Coni, 22 anni, e Marina Menegazzo, 21, argentine uccise dagli uomini che si erano offerti di aiutarle mentre erano in viaggio «da sole» in Ecuador. Se la sono cercata, ripete qualcuno. Ma migliaia di donne sudamericane dicono no. La versione «scientifica» del se-lo-sono-andate-a-cercare l' ha fornita uno psichiatra argentino.

 

Che ha definito «vittime propiziatorie» María Coni, 22 anni, e Marina Menegazzo, 21, sue connazionali uccise dagli uomini che si erano offerti di aiutarle mentre erano in viaggio «da sole» in Ecuador.

 

E cioè «donne che si assumono un rischio molto elevato e che in qualche modo contribuiscono a creare le condizioni per il crimine» come ha dichiarato secondo Bbc Mundo .
 

Stavolta però il suo e i commenti simili non sono passati sotto silenzio. E hanno scatenato la protesta di migliaia di donne che in Argentina, Ecuador, Colombia e Paraguay hanno risposto con una campagna social dal basso sotto l' hashtag #ViajoSola «viaggio sola» e hanno condiviso 724 mila volte il post di solidarietà su Facebook della studentessa paraguayana Guadalupe Acosta.
 

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Per il delitto, che è avvenuto il 22 febbraio nella città costiera di Montañita (meta di molti giovani turisti), sono stati arrestati Alberto Mina Ponce, 33 anni, e Aurelio Rodríguez, 39.
Il primo ha confessato che le hanno portate a casa e uccise, dopo aver bevuto, quando si sono rifiutate di fare sesso con loro. Ma sono state le reazioni alla notizia a rendere la vicenda così esplosiva.
 

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Quella che Acosta, nel suo messaggio su Facebook, ha denunciato come l'«umiliazione» a cui sono state sottoposte le ragazze post mortem .
 

«Hanno iniziato a farmi domande inutili - afferma scrivendo in prima persona come se fosse una delle vittime -. Che vestiti avevi? Perché viaggiavi da sola? Sei entrata in una zona pericolosa, cosa ti aspettavi? Hanno criticato i miei genitori per avermi insegnato a essere indipendente, come qualunque essere umano.

 

Ora che sono morta ho capito che no, per il mondo non sono uguale a un uomo. Che morire è stata colpa mia, e sempre lo sarà. Se le vittime fossero state giovani uomini, la gente offrirebbe le proprie condoglianze», continua Acosta. «Se è una donna si minimizza. Diventa meno grave, perché se l' è cercata».
 

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Le sue parole hanno toccato un nervo scoperto: la tendenza a colpevolizzare le donne per la violenza sessista dei loro aggressori. La vicenda argentina è estrema, ma chiama in causa una domanda con la quale ogni donna, non solo nei Paesi ad alto tasso di machismo, si è dovuta confrontare almeno una volta nella vita: dobbiamo dare per scontato di essere più a rischio? È giusto avere paura di fare quello che gli uomini fanno normalmente - viaggiare «da sole» (o meglio in questo caso in due, come qualcuno ha fatto notare)?
 

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Di recente sul New York Times Caroline Paul, scrittrice ed ex vigile del fuoco californiana, ricordava che secondo uno studio del Journal of Pediatric Psychology i genitori dicono alle bambine di «stare attente» 4 volte più che ai bambini. E spiegava che così le femmine imparano a fare meno dei maschi per paura.

 

i due uomini arrestati per l'omicidio di maria e marinai due uomini arrestati per l'omicidio di maria e marina

Come se il problema fosse sempre e soltanto loro. Dovrebbe essere scontato, al netto della prudenza che chiunque - uomo o donna - deve avere: non è viaggiare sole che è sbagliato, ma uccidere qualcuno perché non cede ai tuoi desideri.

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