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MURO DI GOMMA PER LA “LADY DI FERRO” - IL VICTORIA & ALBERT MUSEUM DI LONDRA RIFIUTA DI ESPORRE LA COLLEZIONE DI BORSE, VESTITI E GIOIELLI DI MARGARETH THATCHER: “HANNO VALORE STORICO MA NOI ACQUISIAMO SOLO ESEMPLARI DI STRAORDINARIA QUALITÀ ESTETICA” (PER LA SERIE: E’ ROBACCIA COMPRATA DA UNA MEZZACALZETTA)

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Caterina Soffici per il “Fatto Quotidiano”

 

la collezione di abiti e borse di margareth thatcher 5la collezione di abiti e borse di margareth thatcher 5

Il Victoria & Albert Museum di Londra ha detto no a Margaret Thatcher. Il tempio londinese della moda e del design, il luogo culto che raccoglie le più originali e preziose collezioni di stoffe, disegni e oggetti legati al fashion e al costume, ha rifiutato l' offerta dei familiari di esporre la collezione di borse, vestiti e gioielli della Lady di Ferro. La direzione del V&A ha comunicato di aver "gentilmente rifiutato" perché sono oggetti di "intrinseco valore storico sociale" ma la loro politica è di acquisire solo esemplari di "straordinaria qualità estetica o tecnica".

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Quindi circa 300 tra vestiti e oggettivari andranno all' asta da Chiristie' s il mese prossimo. Trai pezzi ci sono il vestito da sposa (base d' asta10 milasterline, circa14 mila euro), il famoso vestito blu elettrico, il colore del partito conserva tore, con il quale fece il suo ingresso a Downing Street, prima donna premier del Regno Unito. Che la collezione della Thatcher fosse un' eredità ingombrante, è chiaro. La signora è al momento la donna più odiatadagli inglesi. Ma franca mente sembra una decisione non solo tartufesca, ma anche stupida.

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Il V&A, che ha messo in scena veri e propri avvenimenti culturali, come la mostra delle eccentricità di David Bowie o le provocazioni di Alexander McQueen, non può aver paura di esporre le borsette della Thatcher. Non saranno alta moda e gli abiti, per qualità, non giustificano un posto nelle collezioni del V&A, come dicono i curatori. Ma il loro valore come storia del costume è indubbio. Anzi, proprio queivestiti e il modo in cui li usava, hanno fatto la storia del paese. "Mai appariscente, solo adeguata alla situazione" era il suo motto riguardo all' abbigliamento.

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Non aveva bisogno di indossare a biti di firma, perché era lei stessa un marchio. Così adesso una parte della storia del Regno Unito sarà smembrata e comprata da facoltosi fan della donna più contestata d' Inghilterra. Una scelta criticata anche dal Guardian, ilgiornale che non ha mai perso occasione per massacrare "la strega", ma che adesso scrive: "Nel 1920, il Louvre ha mancato la possibilità di acquistare Les Demoiselles d' Avignon e quindi ha permesso a uno dei più grandi dipinti di Picasso di andare a New York. Ora, il V&A ha rifiutato l' opportunità di aggiungere un altro tipo di capolavoro moderno alla sua collezione".

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