DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
Estratto dell'articolo di G. San. per il “Corriere della Sera”
naufragio al largo di pylos in grecia 1
Lo spazio di mare a 45 miglia dalla costa del Peloponneso restituisce due cadaveri e ancora nessuna certezza su come sia affondato il peschereccio che trasportava 747 migranti. Due corpi trovati ieri, oltre ai 78 già recuperati la notte del naufragio (fra il 13 e il 14 giugno): se la farraginosa macchina del riconoscimento internazionale attraverso il Dna arriverà a un risultato, altre due famiglie potranno dare una sepoltura a figli e fratelli.
A sei giorni dal naufragio, con 104 sopravvissuti e 80 cadaveri tirati su dal mare sulle 643 vittime stimate, continua l’inchiesta giudiziaria greca. Che ora comprende un altro video. Registrato da un mercantile che s’è avvicinato al peschereccio in difficoltà intorno alle 18 del 13 giugno. La barca dei migranti è ferma, ondeggiante sul mare completamente piatto, dal motore escono dense nuvole di fumo. Poi sembra ricominciare a muoversi. Lentissima.
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Per la guardia costiera greca sarebbe una conferma che il peschereccio continuava a navigare. Per le organizzazioni internazionali e molti esperti di diritto marittimo le immagini dicono invece il contrario: una barca stracarica di persone, fuori rotta rispetto alla sua meta (l’Italia) e con evidenti problemi al motore, andava comunque soccorsa.
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L’analisi della seconda più grave ecatombe nella storia delle migrazioni nel Mediterraneo ruota intorno a due temi chiave. La barca navigava o no? E, al momento dell’affondamento, i guardiacoste greci stavano provando a trainarla, con l’effetto di aver dato uno strappo che ha provocato il capovolgimento, come continuano a ripetere molti superstiti?
Tre indagini indipendenti di media internazionali, tra cui la Bbc inglese, convergono su un punto. Dall’analisi dei tracciati dei mercantili arrivati in soccorso tra le 18 e le 2, ora dell’affondamento, si dimostrerebbe che il peschereccio è rimasto fermo quasi sempre nello stesso punto.
La guardia costiera greca invece ieri pubblica un secondo resoconto ufficiale sostenendo che nell’arco della giornata il peschereccio si sia spostato di 30 miglia. E nelle ultime tre ore, quelle cruciali, avrebbe percorso 6 miglia (poco più di dieci chilometri): in ogni caso, una distanza minima.
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[...] le autorità fanno di tutto non solo per lasciar passare, ma anche per (a seconda dei casi) accompagnare, assecondare, fino a spingere le imbarcazioni in difficoltà fino alle acque di responsabilità italiana.
La questione, come emerge dopo una settimana di inchiesta e testimonianze, è che in questo caso specifico quel peschereccio non era in condizioni di arrivare in Italia. [...]
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