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“VIETATO ENTRARE CON LA PELLICCIA” - POLEMICHE PER IL CARTELLO APPARSO IN UN BAR DEL CENTRO DI MONZA - LA TITOLARE: “VOGLIO SOLO EDUCARE AL RISPETTO DI TUTTI, ANCHE DEGLI ANIMALI” - IL PRESIDENTE DELL’UNIONE COMMERCIANTI DI MONZA: "UN ESERCIZIO PUBBLICO NON PUÒ VIETARE L'INGRESSO SENZA UN MOTIVO LEGITTIMO"

BAR MONZABAR MONZA

Riccardo Rosa per Corriere della Sera - Milano

 

Voleva essere una semplice provocazione per strappare un sorriso e stimolare una riflessione fra i clienti.Tuttavia, complici smartphone e social, il divieto d' ingresso alle pellicce esposto sulla porta del bar Arengo di via Lambro, nel centro storico di Monza, si è trasformato in un caso nel giro di poche ore.

 

La trovata è stata della titolare del locale, Angela Sorgente, animalista convinta, che oltre al cartello ha posizionato sul marciapiede anche un attaccapanni dove gli avventori prima di entrare possono appendere i capi d' abbigliamento banditi. Il bar si trova a due passi dal ponte dei Leoni e dal Tribunale ed è circondato da uffici e studi professionali. Il via vai di avvocati, commercialisti e impiegati è costante e ieri uno degli argomenti più discussi era proprio il cartello anti pellicce.

 

C' è chi è favore e chi contro. Chi sostiene la bontà dell' iniziativa auspicando una sua rapida diffusione anche in altri esercizi commerciali, chi invece la bolla come discriminatoria o come trovata pubblicitaria. Il manifesto è un semplice foglio bianco col simbolo del divieto d' accesso posizionato sopra l' immagine di una pelliccia. Sotto, la scritta «Io non posso entrare». Nessuno dei clienti vestiti con capi in pelle ha però accolto l' invito.

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Una volta messo a fuoco l' insolito divieto, hanno preferito girare i tacchi e andare a prendere il caffè da un' altra parte. La titolare è stata colta in contropiede da questo crescendo d' attenzione e ha cercato di abbassare i toni. «Non volevo discriminare nessuno - spiega -, ma solo lanciare una provocazione».

 

Paura di perdere clienti? «Non più di tanto, ciò che importa e contribuire nel mio piccolo a educare al rispetto di tutti, anche degli animali. Comunque, ho ricevuto parecchi messaggi di sostegno». I due dipendenti di Angela Sorgente che lavorano le bar hanno rispedito al mittente le accuse di opportunismo. «Chi sostiene questa tesi è fuori strada. Abbiamo deciso di esporre quel cartello perché crediamo sia giusto, non perché cerchiamo visibilità».

 

Il cartello è stato esposto venerdì scorso, ma è solo da un paio di giorni che ha iniziato ad attirare l' attenzione. Da quando alcune immagini sono finite sulle pagine dedicate a Monza di alcuni dei più noti social forum. «L' idea è legittima - commenta Domenico Riga, presidente dell' Unione commercianti di Monza -, ma va intesa come provocazione: un esercizio pubblico non può vietare l' ingresso senza un motivo legittimo». La messa al bando delle pellicce è piaciuta a Ivan della Bella, responsabile del gruppo Monza e Brianza della Lega anti vivisezione.

 

«L' iniziativa ci ha colpito - spiega -. L' abbiamo trovata divertente e istruttiva. Si tratta di un tema molto delicato, le pellicce non vanno più di moda come qualche anno fa e non rappresentano più uno status, ma non bisogna mai abbassare la guardia».

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