vigilante eroe del viadotto

“DAVANTI A ME C’ERA UN BUCO NERO…” PARLA IL VIGILANTE EROE DEL VIADOTTO: "HO FERMATO QUEL BUS, MI SBRACCIAVO E GRIDAVO: NON C'È PIÙ LA STRADA. NON SO ANCORA COME SONO RIUSCITO A FERMARMI, SONO SALVO PER MIRACOLO - MI È VENUTO IN MENTE IL PONTE MORANDI. MA UN CONTO È GUARDARE LA TV, UN ALTRO È VEDERSI LA MORTE IN FACCIA”

Stefano Origone per “la Repubblica”

vigilante eroe del viadotto

 

«Ferma, ferma, è venuto giù tutto». A Daniele Cassol batte fortissimo il cuore quando pensa a quello che ha visto. «Mi è venuto in mente il ponte Morandi. Ma un conto è guardare la tv, un altro è vedersi la morte in faccia». La guardia giurata, 56 anni, di Savona, stava percorrendo l' A6 Torino-Savona quando la strada è venuta giù e il viadotto Madonna del Monte è stato travolto dalla frana. Ha fermato la Panda dell' istituto di vigilanza "La Pantera", si è messo a sbracciare evitando che le auto e un pullman finissero nella voragine.

 

Il suo gesto è stato decisivo. Ha salvato molte persone.

«Ho fatto solo il mio dovere, è stato un istinto a guidarmi, forse perché faccio questo lavoro da tanti anni».

 

Una giornata tranquilla di lavoro che ha rischiato di finire in tragedia.

viadotto a6 torino savona

«Stavo andando a Cengio per un sopralluogo, alle 13.51 ho preso l' A6, come ho spiegato alla polizia consegnando il biglietto. Davanti a me c' era quel pullman delle ferrovie, mi hanno detto in sostituzione di un treno che non poteva partire per le frane. L' ho sorpassato e dopo poco è sparito dallo specchietto».

 

Pioveva in quel momento?

«Sì, non c' era traffico, forse per via dell' allerta. Saranno passati cinque minuti dal momento in cui ero partito dal casello. Ho visto sulla mia destra un Suv fermo sulla corsia di emergenza e un uomo che allargando le braccia mi faceva segno di fermarmi. Urlava, ho pensato a un problema alla macchina o un malore, così dalla corsia di sorpasso mi sono spostato a destra per cercare di fermarmi».

 

viadotto a6 torino savona

Non si era reso conto che poche decine di metri più avanti la strada non c' era più?

«No, solo quando mi sono voltato per evitare di andare a sbattere, ho visto come un buco nero. Ho pensato: ma che sta succedendo? Ho inchiodato e sono riuscito a fermarmi una quarantina di metri prima».

 

E poi?

«Guardi, avevo timore che arrivasse il pullman e mi tamponasse. Per fortuna sono sceso e l' ho visto arrivare in tempo. Ho allargato le braccia, ho fatto segno di fermarsi ed è andata bene. Comunque non so ancora come sono riuscito a fermarmi, sono salvo per miracolo».

 

Quindi, cosa ha fatto?

viadotto a6 torino savona

«Dopo che tutti si sono fermati, ho chiamato il 112 e il 115 ma i telefoni erano ko - dice riferendosi al guasto alle linee Vodafone durato più di quattro ore - , così ho preso quello di servizio che ha un altro operatore e ho avvisato la questura. Mi sono qualificato come guardia giurata e ho chiesto di mandare subito i soccorsi perché erano crollati venti metri di viadotto. Con quello che è successo a Genova l' anno scorso, mi hanno creduto subito e hanno inviato pattuglie e pattuglie, anche una in moto».

 

A quel punto è diventato un soccorritore.

«Ho allontanato tutti e mi sono avvicinato al bordo del viadotto per controllare che sotto non ci fosse nessuno, perché subito ho pensato che fosse volata qualche macchina.

Mi sono fermato qualche minuto perché ho avuto paura che venisse giù un altro pezzo».

 

Lei percorre spesso questa autostrada. Dopo il Morandi avrebbe mai immaginato che potesse crollare anche questo viadotto?

SAVONA - IL CROLLO DEL VIADOTTO SULLA A6 PONTE

«Fa un certo effetto trovarsi in una situazione del genere. Il ponte non c' era più e ho avuto paura di fare la stessa fine di quella povera gente che è morta a Genova un anno fa».