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La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, con una sentenza non appellabile, ha stabilito che le autorità italiane non avrebbero dovuto procedere con la confisca di numerosi terreni per costruzione abusiva senza una previa condanna dei responsabili: la sentenza riguarda Punta Perotti (Bari), Golfo Aranci (Olbia), Testa di Cane e Fiumarella di Pellaro (Reggio Calabria).
Per i giudici le autorità italiane hanno violato il diritto al rispetto della proprietà privata. La Corte europea si è riservata di valutare l'indennizzo.
"Si tratta di una sentenza uguale a quella del 2012 con cui già la Corte europea dei diritti dell'uomo aveva condannato lo Stato italiano a risarcire con 49 milioni di euro la società che aveva realizzato il complesso edilizio sul lungomare di Bari", commenta l'ingegnere Michele Matarrese.
"Evidentemente qualche altro proprietario avrà presentato ricorso, così è arrivata la sentenza bis, ma non mi meraviglio perché quello era stato già l'orientamento della Corte sei anni fa".
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