variante delta

FINE VIRUS MAI? - SE STATE ESULTANDO PERCHÉ IL VIRUS CORRE MENO VELOCEMENTE, RICORDATEVI CHE È TROPPO PRESTO PER CANTARE VITTORIA: LA PANDEMIA NON È FINITA E IL CROLLO DEI CONTAGI IN INDIA O IN GRAN BRETAGNA È AVVENUTO ANCHE PER EFFETTO DELL’ENORME NUMERO DEI POSITIVI AVUTI IN PRECEDENZA. CHI È GUARITO, SALVO POCHE ECCEZIONI, È PROTETTO DALL’INFEZIONE, MA FINO A QUANDO IL VIRUS CONTINUERÀ A CIRCOLARE CI SARÀ UN…

Laura Cuppini per il "Corriere della Sera"

 

VARIANTE DELTA

Mentre il mondo si avvicina ai 200 milioni di casi di Covid (con 4 milioni e 220 mila morti), la pandemia sembra rallentare anche in Paesi dove le campagne vaccinali procedono lentamente. Succede in Brasile, dove la media dei contagi giornalieri è in calo per la prima volta dopo 6 mesi (35 mila); in India che, con i suoi 31 milioni di infettati totali, è seconda solo agli Stati Uniti: nel giro di tre mesi i casi quotidiani sono passati da 400 mila a 40 mila, ma solo il 7,4% della popolazione ha ricevuto le due dosi di vaccino.

 

TEST VARIANTI COVID

Nel Regno Unito i contagi si sono dimezzati nel giro di due settimane: da 60 mila al giorno a meno di 30 mila. Cosa sta succedendo? «Siamo in una fase di passaggio, in cui è necessario aggiornare i parametri di valutazione - afferma Carlo Federico Perno, direttore della Microbiologia e virologia all'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma -. Tutte le grandi pandemie della storia hanno alternato fasi di accelerazione e rallentamento, questa non fa eccezione.

 

variante delta

Per capirla dobbiamo considerare almeno tre fattori: l'aumentata infettività del virus (con la variante Delta), il numero di persone protette grazie al distanziamento, alle mascherine e alla densità di popolazione (dove è scarsa c'è meno probabilità di infezione) e l'immunità, non solo dei vaccinati ma anche dei guariti. Si è visto infatti che chi si è ammalato di Covid, con poche eccezioni, è protetto dall'infezione.

 

C'è poi un altro elemento: l'attività di tracciamento e di testing, ovvero il numero di tamponi eseguiti ogni giorno. Possiamo affermare con certezza che in India e altri Paesi (basti pensare all'Africa) i contagi, e molto probabilmente anche i morti, siano molti di più di quelli ufficiali. La cosiddetta immunità di gregge non è un numero fisso e magico, ma uno stato sociale legato a diversi fattori che, una volta raggiunto, permette di ottenere la protezione della popolazione».

 

TEST VARIANTI COVID

Dunque il diffuso calo di contagi non significa che la pandemia volga verso la fine. Finché il virus continua a circolare (per esempio nella fascia 0-12 anni, attualmente non vaccinabile) c'è la possibilità che emergano varianti più «cattive», non suscettibili agli anticorpi presenti nei vaccinati e nei guariti. «I virus, al contrario dei batteri, hanno interesse a salvaguardare la vita dell'ospite per sopravvivere essi stessi - prosegue Perno -, ma se il numero di contagi è elevato aumenta la probabilità che casualmente si sviluppi una mutazione resistente alle difese di cui disponiamo oggi».

 

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«La situazione attuale è difficile da interpretare - aggiunge Stefania Salmaso dell'Associazione italiana di epidemiologia -, anche perché in ogni area geografica agiscono specifici fattori. In Italia abbiamo assistito a un balzo esponenziale dei contagi dopo gli Europei di calcio, poi c'è stato un rallentamento, o meglio una crescita meno rapida.

 

TEST VARIANTE DELTA

Oggi l'infezione sta circolando nelle persone giovani, tra 14 e 24 anni. Pensiamo alla situazione in Gran Bretagna, dove i contagi sono scesi del 40% in poco più di una settimana. È ragionevole presumere che un elemento determinante sia stata la chiusura delle scuole a metà luglio, oltre al fatto che il 70% della popolazione vaccinabile ha già ricevuto due dosi».

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Con la ripresa delle lezioni le curve potrebbero tornare a salire, anche in Italia. «È fondamentale che le scuole operino in presenza - sottolinea Perno - e per non rischiare nuove chiusure sarà necessario ricorrere ai tamponi, educazione sanitaria, distanziamento». Dello stesso parere Stefania Salmaso: «Sì ai test salivari, non invasivi, fatti a rotazione, in modo che tutti gli studenti siano controllati spesso». La pandemia sembra aver tirato il freno, ma è presto per i festeggiamenti: il virus potrebbe avere ancora diverse carte da giocare.

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