UNA SPIA TRA LE LENZUOLA - ''USAVA LA CAMERA DA LETTO COME JAMES BOND USAVA UNA BERETTA'': LA STORIA DELLA SEDUTTRICE BETTY PACK, CHE RUBAVA I SEGRETI PER GLI ALLEATI E CONTRIBUÌ A SCONFIGGERE I TEDESCHI, STA PER ESSERE RACCONTATA A HOLLYWOOD, INTERPRETATA DA JENNIFER LAWRENCE (VIDEO)

VIDEO - BETTY E LA NUOVA BIOGRAFIA

Da http://www.dailymail.co.uk

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Una nuova biografia su Betty Pack, scritta dell’autore Howard Blum, rivela alcuni dettagli inediti sulla bellissima donna, bionda e americana che faceva la spia durante la Seconda Guerra Mondiale.

Non fu una spia qualunque: una delle alleanze più riuscite degli alleati durante la seconda guerra mondiale che cambiò l’intero corso della guerra. Con ‘il suo sorriso radioso e gli occhi verde smeraldo’ seduceva gli uomini più potenti e li trascinava in una dolce trappola fatale. Quando morì nel 1963, il ‘Time’ scrisse nel suo necrologio che “usava la camera da letto come James Bond utilizza la Beretta”.

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“Gli lasciavo fare l'amore con me tutte le volte che volevano. Questo garantiva il regolare flusso di informazioni politiche di cui avevo bisogno”, racconta. Con i suoi metodi poco ortodossi, la super spia è riuscita a ottenere informazioni assolutamente segrete su Enigma, la macchina utilizzata dai tedeschi per decriptare i messaggi. Con le sue informazioni, ha collaborato allo sbarco degli alleati in Africa del nord nel 1942, evento che ha contribuito a cambiare il corso della guerra.

La storia di Betty sta per essere raccontata da Hollywood e pare che sarà proprio l’attrice Jennifer Lawrence a interpretarla. La bella Lawrence dovrà entrare nei panni di una donna intelligente, sfacciata e scaltra, combinazione letale per gli uomini che le ronzavano intorno.

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“The Last Goodnight: A World War II Story of Espionage, Adventure and Betrayal” di Howard Blum racconta informazioni inedite su Betty, dalla nascita in Minnesota e il debutto in società a 18 anni, al matrimonio con Arthur pack, il secondo segretario dell’Ambasciata Inglese, quando rimase incinta a 19 anni,  fino agli anni di più intensa carriera nelle forze dell’Intelligence.

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“Vergogna? Niente affatto, i miei superiori mi hanno detto che i risultati del mio lavoro salvato migliaia di vite inglesi e americani”.

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