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L AUTO DI SARA DI PIETRANTONIO
Giusi Fasano e Fulvio Fiano per il Corriere della Sera
Come guardare la scena di un film e intuire le immagini che arriveranno dopo. Verrebbe da dire: non farlo, Sara, non avere pena per lui, ti farà del male. Solo che questo film è la realtà. Era la realtà. E la scena è arrivata fino in fondo.
Lei era Sara Di Pietrantonio, aveva 22 anni, studentessa universitaria di economia aziendale, faccia da ragazzina.
SARA DI PIETRANTONIO E VINCENZO PADUANO
È morta per terra in una via buia della periferia di Roma, strangolata. Era la notte del 29 maggio dell' anno scorso.
Vincenzo Paduano, il ragazzo oggi ventottenne che per due anni aveva avuto il privilegio di averla accanto, quella notte decise che Sara aveva il diritto di vivere soltanto se fosse stata la sua ragazza. Ma lei lo aveva lasciato e non voleva tornare sui suoi passi (come le volte precedenti), allora ecco la soluzione: o con me o con nessuno. Quando ha finito il «lavoro», Vincenzo le ha rovesciato addosso un flacone di alcol e le ha dato fuoco.
SARA DI PIETRANTONIO VINCENZO PADUANO
C' è la storia di un tormento senza fine, negli ultimi mesi di Sara. Ci sono i giorni disperati di una ragazza costretta a guardarsi continuamente alle spalle perché lui era ovunque, chiamava a ogni ora, sapeva sempre dei suoi movimenti. E c' è il dispiacere acceso dai sensi di colpa.
Ora - alla vigilia dell' udienza preliminare, domattina - dal mare del web emergono anche i messaggi fra lui e lei e, per la prima volta, la versione integrale di quel post scritto da Vincenzo su Facebook alle 2 e 27 del 29 maggio, due ore prima dell' omicidio.
Diceva: «Quando il marcio è radicato nel profondo ci vuole una rivoluzione, tabula rasa.
LA MORTE DI SARA DI PIETRANTONIO
Diluvio universale». L' aspirante omicida (nome social: Vince Mc Ojons) l' ha scritto ed è uscito. L' ha scovata usando quel programma che agganciava il cellulare di lei, l' ha aspettata per un' ora sotto casa di Alessandro, il suo nuovo ragazzo, e poi si è appostato lungo il percorso che avrebbe fatto in auto per tornare a casa.
Quand' è arrivata l' ha speronata, Sara è scesa, hanno litigato, lei è scappata ma lui l' ha raggiunta e ha fatto la sua «rivoluzione», il suo «diluvio universale».
Fra loro un rapporto «normale fino a metà del 2015» dicono gli atti degli inquirenti.
Poi Sara osa dare un bacio al suo ex che festeggia il compleanno e da allora in poi, ricostruisce la Procura, «il controllo di Vincenzo su Sara aumenta in modo esponenziale nel tempo assieme al sentimento di gelosia» che si sposta dall' ex fidanzato al nuovo ragazzo di lei.
Vincenzo la strattona di fronte agli amici per farla salire in macchina, le dà una sberla davanti a tutti. Un giorno, dopo le insistenze via WhatsApp per incontrarla Sara gli risponde: «Ho paura di te dopo quello che mi hai fatto! Ma sono convinta che tu mi debba delle scuse. Sì, ti voglio vedere, voglio sentire cosa devi dirmi...».
Pur di vederla Vince prova a mediare: «Pensavo che se davvero hai paura, un luogo affollato dovrebbe farti stare tranquilla». E lei, che quando è con gli altri si rende conto dei rischi che corre, con lui fa l' errore di credere al suo tono rassicurante. Gli dice: «Non ho paura che tu mi uccida! Ho paura di come puoi comportarti e del fatto che martedì ho l' esame di diritto».
auto carbonizzata di sara di pietrantonio 3
Scrive il pm Maria Gabriella Fazi: «La ragazza cercava in ogni modo di tranquillizzarlo e assecondare le sue continue richieste». Vincenzo, che controllava a ogni ora gli accessi di Sara ai social network, aveva scoperto un suo nuovo profilo Instagram e aveva inondato la fidanzata di domande, appunto, per saperne di più. Lei, paziente, rispondeva a tutto. Ancora di più da gennaio 2016, quando diventano «sempre più frequenti e pressanti le richieste di foto e le verifiche di accessi e presenze social di Sara e dei suoi amici».
Quando Vincenzo finì in carcere per omicidio volontario (è reo confesso) l' ordinanza del gip escluse l' aggravante della premeditazione ma da allora a oggi il quadro degli indizi è cambiato e all' udienza preliminare di domani la partita si giocherà di nuovo su quell' aggravante che da sola varrebbe l' ergastolo. Il padre di Sara, Alberto, sarà in aula a guardarlo negli occhi. A chiedere, come si sono detti tante volte con il suo avvocato, Nicodemo Gentile, «non una pena esemplare o una vendetta».
auto carbonizzata di sara di pietrantonio
«Nessuna deriva populista - dice il legale -. Quello che vogliamo è già nel codice penale ed è quella la sola giustizia possibile per Sara».
C' è un messaggio da brividi, nei giorni angoscianti di Sara.
È il 18 luglio del 2015. Lei scrive: «Perché vuoi uccidermi?».
E lui: «Servirebbe a qualcosa?». Ecco. Vincenzo potrebbe spiegarlo domani al giudice: è servito a qualcosa?
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