DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
"La soddisfazione in questi casi non esiste, quello che desideravo da questo processo era che ci fosse una condivisione delle responsabilità, che non era mai emersa. Il fatto che il giudice in qualche modo abbia sottolineato, con una pena, che questa responsabilità esiste è importante".
Dice così Carlotta Mattiello, madre del rapper Vittorio Bos Andrei, conosciuto come Cranio Randagio, trovato senza vita il 12 novembre 2016 dopo una festa in un appartamento a Balduina, Roma, prima di lasciare piazzale Clodio dopo la lettura della sentenza del tribunale monocratico.
"Che dopo cinque anni ancora ci fossero i 'boh, non so', 'Vittorio ha preso,Vittorio è andato', è incredibile. Mi chiedo: Vittorio è morto lì, ma voi dove eravate?", dice ancora. "Io vado nelle scuole a parlare ai giovani su questi temi. Mio figlio non ha avuto questa possibilità, Vittorio ha sbagliato ed è morto: con la droga o ci muori o stai anni in tribunale, o diventi un cretino". Carlotta Mattiello è anche la vicepresidente di Save the Parents, l'associazione di promozione sociale per il sostegno di genitori in lutto.
"Mi rimane sullo stomaco pensare al momento in cui Vittorio stava rantolando, e la gente non se ne è accorta: e non se ne è accorta non perché era cattiva ma probabilmente perché era strafatta, ed è grave che uno si riduca in una condizione tale da non capire se un amico sta morendo".
"Ai due ragazzi condannati mi sento di dire che non si cresce così. E soprattutto dopo che un tuo amico è morto in quel modo, bastava che il giorno dopo venissero da me e dicessero: 'Abbiamo fatto una cavolata, eravamo tutti pieni di roba', ma questo non è successo, ci sono stati invece 5 anni di tribunale" ha concluso.
MORTE DI CRANIO RANDAGIO, DUE CONDANNE PER FAVOREGGIAMENTO E UN’ASSOLUZIONE
Ilaria Sacchettoni per corriere.it
Pierfrancesco Bonolis e Jaime Garcia De Vicentiis sono stati condannati a due anni e sei mesi di carcere al processo per la morte di Vittorio Andrei Boi, il rapper conosciuto come Cranio Randagio. L’accusa era di favoreggiamento e ostacolo alle indagini per non aver riferito alle forze dell’ordine una serie di circostanze utili a individuare il pusher che fornì le sostanze stupefacenti alla vittima.
A rifornire il rapper sarebbe stato, secondo la procura, un terzo amico, Pierfrancesco Manente, accusato di morte come conseguenza di un altro delitto e per il quale il pm ha chiesto l’assoluzione per mancanza di prove. Sempre stando alla ricostruzione del pm lo spacciatore sarebbe stato protetto dagli amici del rapper. Il pm Giovanni Nostro chiedeva tre anni nei confronti degli imputati.
Pierfrancesco Bonolis e Jaime Garcia De Vicentiis sono stati condannati a due anni e sei mesi di carcere al processo per la morte di Vittorio Andrei Boi, il rapper conosciuto come Cranio Randagio. L’accusa era di favoreggiamento e ostacolo alle indagini per non aver riferito alle forze dell’ordine una serie di circostanze utili a individuare il pusher che fornì le sostanze stupefacenti alla vittima.
A rifornire il rapper sarebbe stato, secondo la procura, un terzo amico, Pierfrancesco Manente, accusato di morte come conseguenza di un altro delitto e per il quale il pm ha chiesto l’assoluzione per mancanza di prove. Sempre stando alla ricostruzione del pm lo spacciatore sarebbe stato protetto dagli amici del rapper. Il pm Giovanni Nostro chiedeva tre anni nei confronti degli imputati.
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