DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Chiara Merico per "it.businessinsider.com"
Un “tesoro” da 4.500 miliardi di dollari in risparmi extra: è quanto hanno messo da partele famiglie nel mondo durante il periodo dell’emergenza, secondo le stime dell’agenzia di rating Moody’s. Una cifra enorme, pari a oltre il 6% del Pil globale, e che, come spiega il Financial Times, potrebbe supportare una forte ripresa dei consumi, una volta che le restrizioni verranno allentate e negozi, bar e ristoranti torneranno a funzionare a pieno regime. L’indice Conference Board, che misura la fiducia dei consumatori a livello globale, nel primo trimestre di quest’anno ha infatti raggiunto il livello più alto dal 2005, con significativi incrementi in tutte le aree del mondo.
“La combinazione tra la liberazione di una notevole domanda repressa e la grande quantità di risparmio in eccesso porterà a un aumento della spesa per consumi nel mondo, via via che i Paesi si avvicineranno all’immunità di gregge e allenteranno le restrizioni”, ha osservato Mark Zandi, capo economista di Moody’s Analytics. Secondo le previsioni, se i consumatori spendessero anche solo un terzo dei risparmi extra, potrebbero far crescere l’output globale di oltre due punti percentuali sia quest’anno che il prossimo.
Come è stato possibile per le famiglie accumulare questa massa di risparmi, nonostante la crisi legata alla pandemia? In quasi tutte le economie avanzate i redditi sono stati protetti dalle misure di stimolo adottate dai governi; inoltre, osserva il Ft, i consumatori hanno ridotto le spese sia per una questione di prudenza, data l’incertezza sulle prospettive lavorative, sia a causa delle restrizioni.
In questo modo i tassi di risparmio delle famiglie hanno raggiunto i massimi del secolo, e in molte nazioni i depositi bancari sono lievitati in maniera importante, specie in Nordamerica ed Europa. In Italia a marzo, secondo i dati Abi, la crescita del denaro depositato sui conti è stata del 9,2%, in lieve frenata rispetto a febbraio (quando era stata del 10,6%) per un aumento in valore assoluto su base annua di 147 miliardi di euro, che porta il totale a 1.749 miliardi di euro.
Significativi tassi di risparmio in eccesso si sono registrati anche nei Paesi del Medio Oriente, dove la spesa dei governi per le misure di sostegno è stata generosa, mentre in Asia, dove la pandemia è stata contenuta in tempi relativamente brevi, i consumatori hanno messo da parte cifre inferiori. Ancora diverso il caso dei Paesi del Sudamerica e dell’Europa dell’Est, in cui i risparmi delle famiglie sono stati più contenuti a causa della minore entità delle misure messe in atto dal governo. In generale, anche in questo senso l’impatto della pandemia è stato diseguale, con i tassi di risparmio più elevati che si sono verificati nei Paesi più ricchi.
E anche la crescita dei consumi per reazione non sarà omogenea in tutto il mondo. Secondo l’economista di Barclays Silvia Ardagna, l’accelerazione della spesa sarà “decisamente rapida” negli Usa e meno in UK, anche se “una campagna di vaccinazione più lenta del previsto potrebbe far sì che non ci sia una domanda repressa nell’area euro” almeno nei prossimi due semestri. In più, dato che la ricchezza extra è detenuta in gran parte dalle famiglie più facoltose, i livelli di spesa per consumi potrebbero crescere meno delle attese: molti dei nuclei più ricchi potrebbero infatti decidere di detenere la liquidità in eccesso per investirla in seguito, oppure usarla per abbattere debiti già contratti o per avviare piani di previdenza integrativa.
Sembra questa la tendenza prevalente nel nostro Paese: gli italiani, secondo la ricerca annuale Acri-Ipsos, si confermano grandi risparmiatori, ma anche restii a investire, spaventati dalle prospettive incerte per il futuro. Lo scorso anno il 58% dei nostri concittadini è riuscito a risparmiare senza troppe rinunce, ma solo il 35% dei risparmiatori vuole investire una parte di quanto ha accantonato, preferibilmente nel mattone: la grande maggioranza (63%) predilige invece la liquidità. Così, come ha sottolineato il presidente di Acri, Francesco Profumo, “questo aumento del risparmio non accresce gli investimenti e non è un motore di sviluppo”.
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