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"A BUCHA ABBIAMO VISTO LA NOSTRA UMANITA' DISTRUTTA, IL FUTURO DELL'UCRAINA E' L'UE" - LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA URSULA VON DER LEYEN A KIEV RICORDA I 5 PACCHETTI DI SANZIONI CONTRO LA RUSSIA GIA' APPROVATI ("STIAMO PREPARANDO IL PROSSIMO") E CONSEGNA I MODULI PER L'ADESIONE ALL'UNIONE A ZELENSKY CHE SCHERZA: "CI VORRA' UNA SETTIMANA" (NON E' L'INGRESSO NELLA NATO CHE IL PRESIDENTE UCRAINO VOLEVA ALL'INIZIO...) - VIDEO
1. NUOVE FOSSE COMUNI A BUCHA: TROVATI ALMENO 40 CADAVERI. «SOLO DUE SONO MILITARI, TUTTI CIVILI»
Lorenzo Cremonesi per il corriere.it
URSULA VON DER LEYEN IN VIAGGIO VERSO KIEV
A Bucha, la città a 50 km di Kiev, già teatro di violenze e morti atroci appare una nuova fossa comune con almeno 40 cadaveri. La testimonianza dell’inviato del Corriere della Sera Lorenzo Cremonesi (nel video qui sopra).
2. VON DER LEYEN E BORRELL A BUCHA: IL VIAGGIO IN TRENO DI NOTTE TRA TANK BRUCIATI E CASE DISTRUTTE
Francesca Basso per il corriere.it
È lungo e lento il viaggio che in treno porta dalla Polonia a Kiev, da un Paese in pace con la guerra alle porte a un Paese che è in guerra. All’aeroporto di Rzeszow è dispiegata la contraerea poco lontano da dove atterrano i voli civili. Il punto di ritrovo con il team della Commissione europea per accompagnare la presidente Ursula von der Leyen nel suo viaggio a Kiev è un hotel non lontano dall’aeroporto, pieno di americani in forza alla Nato. Con lei c’è anche l’Alto rappresentante per gli Affari Esteri Josep Borrell.
IL TWEET DI URSULA VON DER LEYEN - IN VIAGGIO VERSO KIEV
Si parte a mezzanotte e mezza dalla stazione ferroviaria di Przemysl, che in queste settimane sta accogliendo i profughi ucraini, scortati fino al treno dai militari polacchi. Le misure di sicurezza sono molto elevate e la richiesta è di conservare lo smartphone in uno speciale involucro che ne scherma la posizione una volta superato il confine.
Sullo stesso treno viaggiano anche il premier slovacco Eduard Heger e una delegazione di europarlamentari. Dopo dodici ore e mezza di viaggio, la missione arriva alla stazione di Kiev intorno alle 14 ora locale, sacchi di sabbia e militari armati ad aspettarci. Gli elmetti che consegnano sono nuovi, prodotti in Romania, e anche il giubbino antiproiettile ha ancora l’odore della plastica. Forse sono parte delle dotazioni che da settimane gli Stati membri stanno fornendo all’Ucraina, equipaggiamento protettivo ma anche armamenti.
Prima di arrivare, la presidente ha spiegato al ristretto gruppo di giornalisti che era con lei sul treno, tra cui il Corriere della Sera, il senso del viaggio: «Vogliamo portare il nostro forte sostegno agli ucraini e dare loro una speranza». «Il nostro messaggio - aggiunge Borrell - è che l’Ucraina ha il controllo del suo territorio, delle sue infrastrutture, si può viaggiare».
La presidente è visibilmente stanca, in quarantotto ore è passata da Strasburgo, Sofia, Stoccolma per poi raggiungere Kiev. Ma è determinata a dare un segnale forte agli ucraini. E quel segnale è nella cartellina gialla e blu - i colori nazionali - con il titolo «Questionario» che von der Leyen ci mostra con orgoglio: è il documento redatto in poche settimane dai tecnici della Commissione, che «hanno lavorato giorno e notte». È il documento a cui deve rispondere Kiev per aiutare l’esecutivo comunitario a redigere l’opinione da sottoporre al Consiglio per la richiesta di adesione.
E la presidente sa che nel processo «l’importante è il tono della nostra opinione, stiamo lavorando a stretto contatto con gli ucraini». Il Paese ha «un urgente bisogno di aiuto» sottolinea von der Leyen, che ricorda che «gli Ucraini sono parte della famiglia europea» e lo ripeterà poi anche durante la conferenza stampa con il presidente Zelensky.
«L’Ucraina deve emergere dalla guerra come un Paese democratico - prosegue -. Insieme agli altri donatori internazionali siamo pronti a ricostruire e riformare il Paese. Ora tutto desta preoccupazione ma ci sono anche enormi opportunità perché il Paese partirà da zero».
La prima tappa della visita è a Bucha: «Qui è successo l’impensabile. Abbiamo visto il volto crudele dell’esercito di Putin, l’incoscienza e la freddezza con cui hanno occupato questa città. Qui a Bucha abbiamo visto la nostra umanità distrutta», ha detto la presidente che era accompagnata dal primo ministro ucraino, Denys Shmyhal.
Davanti a loro i sacchi neri con alcuni dei corpi riesumati per l’indagine aperta da Kiev, a cui contribuisce anche la Ue, per crimini di guerra. Von der Leyen e Borrell hanno partecipato a una breve cerimonia nella chiesa di Sant’Andrea e di Tutti i Santi, dove hanno acceso una candela per i civili barbaramente uccisi dai russi nella loro ritirata.
Lungo la strada la realtà si sovrappone in parte alle immagini che hanno fatto il giro del mondo, auto distrutte, case annerite dal fuoco o scoperchiate dalle esplosioni. Sotto la pioggia di Bucha gli occhi azzurri di von der Leyen sembrano grigi, nello sguardo l’orrore per quello che sa e che le raccontano è accaduto.
Il convoglio si è poi spostato in Vokzalna Street, dove sono ancora visibili le carcasse dei cingolati bruciati che bloccano la strada. Von der Leyen e Borrell ascoltano. E fanno promesse. «State combattendo per i nostri valori» ripete von del Leyen. La missione è lunga, scandita da incontri e meeting, solo il buio del coprifuoco ne scandisce la fine.
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