donatella rettore

MIA MADRE PENSAVA FOSSI SCEMA PERCHÉ VOLEVO CANTARE E LUCIO DALLA LE DISSE: “GUARDI CHE VUOLE FARE LA CANTANTE, MICA LA TROIA" - DONATELLA RETTORE CONFESSIONS: “VORREI CANTARE CON LOREDANA BERTÈ, MA LEI NON MI PARLA PER COLPA DI UN GIORNALISTA. INVENTO' CHE AVEVO DETTO CHE LOREDANA PORTAVA SFIGA COME LA SORELLA" - GLI ATTACCHI DI PANICO? HO FERMATO DUE AEREI IN FASE DI DECOLLO A FIUMICINO. RIMPIANTI? UGO TOGNAZZI MI OFFRÌ UN FILM E IO RIFIUTAI. POTEVO FARE L’ATTRICE COMICA…” - VIDEO

 

Estratto dell’articolo di Silvia Fumarola per “la Repubblica”

donatella rettore

 

«Ma sei ancora al telefono?», chiede il marito Claudio Rego, «sei sparita».

Due ore. E potevamo continuare perché Donatella Rettore è una forza della natura. Ha pubblicato il singolo Il senso del pericolo, prodotto da Luca Chiaravalli, primo capitolo del suo nuovo album, un inno all'estate. Ed è in tour. Nata a Castelfranco Veneto (Treviso), classe 1955, grandi successi come Kobra, Lamette, Io ho te,Splendido splendente, ha vissuto alti e bassi. «Claudio è sempre al mio fianco, ci siamo sposati a 50 anni: adoro gli uomini che capiscono le donne. Lui è fantastico, è femminista».

È stata fortunata.

«Molto. È il mio punto fermo, condividiamo tutto: la vita, la musica e il grande amore per i pelosi. Senza i cani non posso vivere. […]».

 

È vero che sua madre, Teresita Pisani, attrice goldoniana, non è mai venuta ai suoi concerti?

loredana berte

«Mai. Quando ero piccola mi accompagnava, diceva alle amiche: "È femmina e la devo tutelare perché è scema. Una che vuol cantare e ha la possibilità di studiare, è scema"».

 

[…]

Bella e spiritosa: sarà stata corteggiatissima.

«Sempre stata volitiva. Mia madre mi rimproverava: "Stai dritta, non camminare come Gianni Morandi". E io le rispondevo: "A me Morandi piace un casino". Gli uomini non ci hanno mai provato sfacciatamente».

 

mia martini

Di cosa è nemica?

«Della parola "genere" in tutti i sensi'. Quando mi chiedevano: che genere fa? "Se vuole le canto anche il liscio". Avevo una faccia tosta pazzesca".

 

Le è servita nella vita?

«Facevo ridere. La prima volta che sono andata da Gianni Ravera, disse: "Questa è matta ma fa successo". E mi rimproverava: "Retto' taci, parlo io. Pensa a scrivere le canzoni"».

donatella rettore

 

[…]

 

Quanto ha contato Lucio Dalla?

«Tantissimo. Parlò con mia madre: "Come ha educato sua figlia?. "Nella Santità di Cristo". E lui: "Allora tutte le volte che sua figlia canta dica una Ave Maria. Guardi che vuole fare la cantante, mica la troia". Ron, dolce e bello, mi accompagnava al piano. Ci vogliamo bene dal 1973».

 

LUCIO DALLA 1

A Sanremo con i La Sad e prima con Ditonellapiaga. Cosa c'è di vero sulla rottura con Loredana Bertè?

«Ci siamo incrociate l'ultima volta nel 2022, ci siamo guardate negli occhi, lei si è girata ed è scappata. Guardi, l'unica lite è a Saint Vincent, e riguardava Mimì. Le dissi: "Basta dire questa cosa della iella, fa del male". Mimì mi diede ragione e lei però se la prese con me. Quella è stata la cattiveria di un giornalista, per fomentare la rivalità, inventò che avevo detto che Bertè portava iella come la sorella. Ma ci rendiamo conto? Il giudice diede non luogo a procedere. Sono da sempre fan di Loredana, la adoro. Vorrei tanto cantare con lei e Patty Pravo, noi tre insieme, come hanno fatto Morandi, Al Bano e Ranieri a Sanremo».

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donatella rettore

La malattia non è più un tabù.

«Per gli attacchi di panico ho fermato due aerei in decollo a Fiumicino: arrivano i dottori, ero tutta sudata. Vado dallo psichiatra: "Queste cose non si risolvono, deve prendere gli psicofarmaci per due anni". Mi ha aiutato l'analisi».

 

Rimpianti?

«Aver lasciato la casa discografica Ariston stupidamente, non avevano capito Kamikaze rock ‘n'roll suicide .

Passai in Cgd, mi trattavano come merce di scambio e ancora mi dispiace, colpa anche mia. A 27 anni dovevo mantenere la calma».

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Altre recriminazioni?

«Avevo cominciato a fare cinema, ero piuttosto brava, la Monica Vitti del Nord. Sono amica di Maria Sole e Gianmarco Tognazzi. Franca Bettoja mi chiamò: facciamo una cenetta con Ugo. Mi offrì un film. Rifiutai. E persi l'occasione con Abatantuono, che mi prendeva in giro: "Il cobra non è un prosciutto", le risate. Rifiutai Attila, flagello di Dio, ennesimo errore. Avrei potuto fare l'attrice comica».

[…]

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