guido crosetto alla festa del fatto quotidiano
1. CROSETTO,NON PIÙ GIUSTIFICABILE VIOLAZIONE DIRITTI A RAFAH
(ANSA) - "Siamo di fronte a una situazione sempre più difficile nella quale il popolo palestinese viene compresso senza tener conto delle drammatiche difficoltà e dei diritti di uomini, donne e bambini innocenti che nulla hanno a che fare con Hamas.
Questa cosa non è più giustificabile". Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a SkyTg24 Live in Milano, parlando del nuovo attacco israeliano a Rafah.
Benjamin Netanyahu
2. CROSETTO, DA MACRON PAROLE CHE CREANO PANNE MONTATE
(ANSA) - "In alcuni momenti, alcuni leader, soprattutto sotto elezioni, penso a Macron, parlano delle loro idee senza averle confrontate e poi si creano queste panne montate dalle quali è poi difficile uscire. Noi dovremmo essere compatti.
Noi e la Nato abbiamo dato dei caveat chiari, e mai nessuno ha pensato di intervenire" nella guerra in Ucraina. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a SkyTg24 Live in Milano sull'ipotesi di intervento di truppe della Nato in Ucraina.
3. CROSETTO, ISRAELE SEMINA ODIO CHE SI RIPERCUOTERÀ SU FIGLI
(ANSA) -"Ho l'impressione che Israele stia seminando un odio che coinvolgerà figli e nipoti. Hamas è un conto, il popolo palestinese è un altro. Dovevano discernere tra le due cose e fare una scelta più coraggiosa dal punto di vista democratico". Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a SkyTg24 Live in Milano. "Siamo convinti che Israele dovesse risolvere il problema con Hamas - ha aggiunto -, ma fin dal primo giorno abbiamo detto che questa cosa andava affrontata in modo diverso. Tutti gli Stati sono concordi che su Rafah Israele doveva fermarsi. Non siamo stati ascoltati e ora guardiamo con disperazione la situazione".
Il ministro si è detto anche "molto preoccupato" dalla prospettiva di "una lunga guerra". "Quello che sta accadendo, in Medio Oriente come in Ucraina - ha sottolineato -, ci dimostra che tutta la comunità internazionale anche quando è unita nel chiedere la stessa cosa alla fine non conta nulla di fronte alla volontà di un singolo Stato che decide di fare un'azione come quella che sta accadendo in Uuraina o adesso a Rafah".
PROTESTE CONTRO BENJAMIN NETANYAHU