Estratto dell’articolo di Francesco Olivo per “la Stampa”
GUIDO CROSETTO - VERTICE NATO
Fra le fatiche della scrittura della manovra se ne aggiunge un'altra: trovare (almeno) due miliardi per aumentare le spese per la Difesa. Il ministero di Guido Crosetto ha chiesto questi fondi al collega di Via XX Settembre, ma Giancarlo Giorgetti non ha ancora svelato le carte.
Anche Palazzo Chigi preme per trovare le risorse necessarie, anche perché c'è un impegno formale assunto da Giorgia Meloni al vertice Nato dello scorso luglio a Washington. Davanti ai leader dell'Alleanza Atlantica la premier ha promesso: «Nel 2025 faremo più investimenti e il bilancio della Difesa raggiungerà l'1,6% del Pil».
GUIDO CROSETTO - GIORGIA MELONI
Si tratta di un incremento importante in termini finanziari, attualmente la spesa militare rappresenta circa l'1,45% del prodotto interno lordo e lo 0,15% in più costerà sacrifici. Quella di quest'anno è una tappa di un percorso che dovrebbe portare nel 2028 all'obiettivo posto dalla Nato, in particolare dagli Stati Uniti: il 2%. [...]
Crosetto da tempo insiste nel chiedere alla Commissione di scomputare questi investimenti dal patto di stabilità. Ma il nuovo patto di stabilità varato a gennaio non prevede questo tipo di deroghe. La speranza del governo è che ciò possa avvenire con la nuova Commissione, anche se bisognerà passare dal custode del rigore Valdis Dovmbroskis.
giorgia meloni antonio tajani matteo salvini
Lo sforzo non sarà soltanto economico, ma anche politico. Nel governo si conta sulla lealtà della Lega, ma nel Carroccio in versione "pacifista" qualcuno inizia a pensare che quelle risorse debbano andare ad altri capitoli, come la previdenza. Chi è pronto ad alzare le barricate è l'opposizione, o parte di essa. Alla marcia della Pace di sabato scorso il tema dell'aumento della spesa militare è stato evocato spesso.
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GIORGIA MELONI - VERTICE NATO A WASHINGTON
Per rispettare gli impegni internazionali, in realtà, i due miliardi non basterebbero. Una mozione del Parlamento europeo, approvata giovedì scorso, chiede agli Stati membri di fornire lo 0,25% del Pil per l'Ucraina. Per l'Italia il conto sarebbe di circa 5 miliardi. La richiesta fa parte della risoluzione approvata giovedì scorso a Strasburgo, che ha fatto molto discutere per l'articolo 8, sull'utilizzo delle armi "europee" in territorio russo.
Ma il capitolo successivo, il 9, chiede un investimento finanziario più alto. I parlamentari italiani della maggioranza tutti d'accordo nel bocciare la fine dei vincoli sugli armamenti, si sono, invece divisi sul nuovo finanziamento: Fratelli d'Italia ha votato no, come la Lega, mentre Forza Italia ha detto sì. La risoluzione (non vincolante) è stata approvata nel suo complesso con il voto favorevole di FdI e FI e il no del Carroccio.
GUIDO CROSETTO - VERTICE NATO giorgia meloni 1 giorgia meloni nato