Alessia Gallione per “la Repubblica”
SEIF DALEMA
Alla fine, gli applausi della platea della festa dell' Unità di Milano li strappa quando, utilizzando una battuta proprio di quegli anni, dice "qualcosa di sinistra". Perché Massimo D' Alema non ci sta. E, senza mai nominarlo, replica a Matteo Renzi. No, dice, non è vero che l' Italia è stata è stata bloccata per un ventennio dalla battaglia tra berlusconismo e antiberlusconismo. «Alcune delle politiche dell' Ulivo sono ancora dei punti di riferimento dice dal palco l' ex premier - . Non dico che bisogna sempre ispirarsi al passato ma nemmeno sputarci sopra per far finta di essere grandi».
DALEMA FESTA UNITA
Eppure, la frattura interna con la maggioranza del Pd è soprattutto politica. Ed è sul futuro. Guardando (anche) all' Europa, D' Alema parla del «bivio» a cui il partito si troverà presto. La scelta, sostiene, è tra «l' abbraccio mortale» con le «forze conservatrici » o il tentativo di «ricostruire una prospettiva di centrosinistra ».
RENZI dalema
È contestando la visione di un Pd che esercita una leadership europea, però, che affonda: «Sono lieto che il Pd sia il primo partito progressista, ma dal 41% i sondaggi ci danno oggi al 30%: ci siamo persi per strada 2 milioni di elettori, qualcosa sarà successo ». Parole e numeri che scatenano una reazione immediata e inusuale di un fedelissimo di Renzi come il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti.
È lui a dettare una dichiarazione dai toni fortemente sarcastici che riecheggiano anche un intercalare tipico di D' Alema come il "diciamo". «Reduce da felici circumnavigazioni estive - è l' incipit - l' onorevole presidente D' Alema sostiene che il Pd abbia perso 2 milioni».
Ma ecco altri dati: se alle elezioni del 2013 il partito a guida Bersani ha preso il 25.2%, «nel 2014 con Renzi è arrivato al 40.8%». Se D' Alema «ritiene di poter fare meglio avrà la possibilità di candidarsi nel congresso del 2017. Lo attendiamo impazienti per un confronto con gli iscritti e con i partecipanti alle primarie. Fino a quel momento parlano i fatti. Con buona pace dell' onorevole D' Alema, diciamo ».
DALEMA E RENZI
Eccolo il clima che si respira tra i Dem. Alla Festa si parla di immigrazione, socialismo europeo, populismo. A fianco di D' Alema ci sono il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e l' europarlamentare David Sassoli. Anche sul tema migranti, l' ex presidente del Consiglio chiede più «coraggio ». Dice: «Vorrei che nell' agenda del governo ci fosse anche la riforma della Bossi Fini, una legge folle e criminogena». È solo l' antipasto. L' attacco arriva quasi alla fine.
«Non ho l' impressione che il Pd cerchi di esercitare un grande ruolo sulla scena europea », scandisce. E sulle alleanze: «Ci troveremo di fronte a questa scelta: andremo alle elezioni con Alfano, Cicchitto e Verdini o cercheremo di ricostruire il centrosinistra? Quello con i conservatori è un abbraccio mortale. Io voglio capire da studioso cosa farà il Pd». Il primo a ribattere è Gentiloni. Che parla della strada a cui lavora il partito: «Un nuovo centrosinistra ma che ambisce a essere maggioranza, con una legge elettorale che lo consenta ma rifiutando operazioni nostalgiche».
VIGNETTA BENNT DA LIBERO DALEMA CONTRO RENZI
Non è lo scontro frontale, ma ci siamo vicini. Anche perché l' 8 settembre con la ripresa dei lavori del Senato sulle riforme costituzionali è già qui. La tensione sale. Come dimostrano le scintille tra il vicepresidente del partito Matteo Ricci, che in un' intervista a Qn parla di voto «automatico» nel momento in cui l' iter del disegno di legge Boschi si arenasse, e il senatore Vannino Chiti, che risponde: «Minacciare elezioni da parte di chi governa è il massimo dell' irresponsabilità».