Leda Balzarotti e Barbara Miccolupi per il Corriere della Sera
fuga da alcatraz
Frank Morris e i fratelli John e Clarence Anglin una rocambolesca fuga da The Rocks - Era l’11 giugno 1962, quando Frank Morris e i fratelli John e Clarence Anglin si lasciarono alle spalle l’inviolabile prigione di Alcatraz. Il trio criminale lavorava indisturbato da un anno a un tunnel collegato a un condotto di aerazione, finché riuscirono a fuggire coprendo il buco con della carta di giornale e lasciando dei finti manichini nelle lenzuola per guadagnare tempo prima di esser scoperti dalle guardie carcerarie.
Dopo la fuga i tre scapparono dall’isola con una zattera improvvisata, ma nella realtà ancora oggi nessuno sa se siano sopravvissuti alle acque gelide della Baia di San Francisco, e all’epoca l’Fbi li dichiarò morti.
joseph bowers
Una fine misteriosa che ha alimentato ancora di più la leggenda della loro clamorosa fuga dalla prigione più inespugnabile del mondo, ma i tre fuggiaschi non furono gli unici a tentare il tutto per tutto pur di abbandonare la terribile fortezza, già nel dicembre del 1937 Theodore Cole e Ralph Roe riuscirono a far perdere le loro tracce dopo essere passati dalle sbarre di una finestra e a scomparire nelle acque della Baia.
E a scorrere le cronache in molti hanno tentato, a volte riuscendo, clamorose evasioni dalle carceri di tutto il mondo. Talvolta queste fughe sono state così spettacolari e così studiate a tavolino da coinvolgere l’opinione pubblica e suscitare in alcuni casi “simpatia” verso i fuggiaschi, tanto da trarne soggetti cinematografici di grandissimo successo, a partire da “Fuga da Alcatraz” con il fascinoso Clint Eastwood, per arrivare al più recente”.
Prova a prendermi” di Spielberg. E anche l’Italia è stata teatro di tentativi di evasione clamorosi, a partire dal leggendario personaggio Giacomo Casanova che riuscì a fuggire dalla prigione veneziana dei Piombi nel 1756 attraverso un foro nel soffitto, ai più recenti Graziano Mesina con ben 22 tentativi di fuga negli anni ’60, Renato Vallanzasca nel 1972 e Felice Maniero nel 1980 e nel 1994. Nella foto John Anglin, Frank Morris e Clarence Anglin.
john dillinger
Joseph Bowers: il primo uomo a tentare la fuga da Alcatraz - Mentre risale al 27 aprile del 1936 la prima fuga - fallita - da The Bastion, che ha per protagonista il criminale americano Joseph Bowers, rinchiuso nel carcere californiano con una condanna a 25 anni per una rapina a un ufficio postale con un bottino di 16 dollari.
Secondo le testimonianze Bowers non riusciva ad adattarsi alle durissime condizioni di reclusione di Alcatraz e, dopo ripetuti tentativi di suicidio, approfittando del lavoro presso l’inceneritore del carcere, tentò la fuga disperata arrampicandosi sulla recinzione del perimetro, ma venne avvistato dalle guardie e colpito ripetutamente, fino a cadere dagli scogli e morire poco dopo.
Pur fallito, il suo tentativo di fuga resta memorabile e sarà seguito da ben altri 36 detenuti che nei successivi decenni tenteranno di abbandonare quella che era ritenuta la prigione più inespugnabile del mondo.
John Dillinger, il ricercato numero uno d’America Prima di Joseph Bowers, nel 1934, un altro ben più noto criminale americano, il rapinatore John Dillinger, mette in atto una rocambolesca fuga dal carcere della contea di Crown Point dove è rinchiuso per omicidio: con un pezzo di legno a forma di pistola e una saponetta minaccia due guardie e le disarma, quindi esce dal carcere rubando la macchina del direttore e fa perdere le sue tracce.
Lo smacco subito dalle autorità americane farà partire una leggendaria caccia all’uomo degli agenti del FBI di Hoover, ma ci vorranno alcuni mesi prima che Dillinger venga rintracciato e ucciso all’uscita da un cinema.
graziano messina
La fuga di Dillinger conquista l’attenzione dell’opinione pubblica, complice la sua fama di Robin Hood, per via del vizio di bruciare i registri contabili a ogni rapina, e cancellare così i debiti e le ipoteche delle persone con difficoltà economiche. Alla vita avventurosa di Dillinger si è interessato anche il cinema con il film “Nemico pubblico” interpretato da Johnny Depp.
Nella foto il bandito posa per il fotografo con l’avvocato dell’accusa Robert Estill nella prigione di Crown Point, Indiana, nel 1934 (Ap Photo)Prima di Joseph Bowers, nel 1934, un altro ben più noto criminale americano, il rapinatore John Dillinger, mette in atto una rocambolesca fuga dal carcere della contea di Crown Point dove è rinchiuso per omicidio: con un pezzo di legno a forma di pistola e una saponetta minaccia due guardie e le disarma, quindi esce dal carcere rubando la macchina del direttore e fa perdere le sue tracce. Lo smacco subito dalle autorità americane farà partire una leggendaria caccia all’uomo degli agenti del FBI di Hoover, ma ci vorranno alcuni mesi prima che Dillinger venga rintracciato e ucciso all’uscita da un cinema.
La fuga di Dillinger conquista l’attenzione dell’opinione pubblica, complice la sua fama di Robin Hood, per via del vizio di bruciare i registri contabili a ogni rapina, e cancellare così i debiti e le ipoteche delle persone con difficoltà economiche. Alla vita avventurosa di Dillinger si è interessato anche il cinema con il film “Nemico pubblico” interpretato da Johnny Depp. Nella foto il bandito posa per il fotografo con l'avvocato dell'accusa Robert Estill nella prigione di Crown Point, Indiana, nel 1934.
frank jr abagnale
Graziano Mesina, professionista della fuga - Dall’America all’Italia per rivivere i ben 22 tentativi di fuga del bandito sardo Graziano Mesina, ricercato numero uno dalle autorità italiane e fantasioso ideatore di fughe spettacolari. La sua carriera criminale inizia già alle scuole elementari, da cui viene allontanato per aver malmenato con delle pietre il maestro di scuola, ma è con l’arresto del 1960 che avvia la sua esperienza di fuggiasco: durante il trasferimento dal carcere al tribunale scappa nella stazione ferroviaria di Macomer, saltando dal treno, ma viene catturato poco dopo.
Poi ci sarà la fuga dall’ospedale di Nuoro, passando da una finestra e nascondendosi per tre giorni in un pozzo d’acqua, quindi nel 1963 l’evasione dalla toilette del treno che lo trasporta al processo, per esser catturato dopo poco. In seguito Mesina dirà di essersi consegnato spontaneamente per non creare problemi al carabiniere che lo aveva in consegna.
Tra processi, ulteriori condanne e tentativi di fuga, si arriva al settembre del 1966, quando Mesina e il compagno di cella Miguel Atienza riescono a fuggire dal carcere di San Sebastiano a Sassari calandosi da un muro e gettandosi in una via del centro, per poi scappare indisturbati a bordo di un taxi.
bill hayes
Verranno ritrovati un anno dopo e Ateinza morirà nello scontro a fuoco con la polizia, mentre Mesina riuscirà a fuggire, per esser poi catturato nel 1968. In tutto, la vita del bandito pastore, si consuma tra 40 anni di carcere, 5 da latitante e 11 agli arresti domiciliari, fino alla grazia concessagli dal Presidente Ciampi nel 2004.
Frank Jr. Abagnale, il genio della truffa - Altrettanto leggendaria è diventata la figura di Frank Jr Abagnale, grazie anche alla pellicola di Spielberg “Prova a prendermi” con DiCaprio protagonista. Truffatore, falsario geniale e mago dei travestimenti, durante la sua carriera criminale negli anni ’60 Abagnale è riuscito a incassare quasi due milioni e mezzo di dollari, per poi esser finalmente catturato in Francia nel 1969.
Esplora il significato del termine: Ben 26 Paesi ne chiesero l’estradizione, ma fu deciso il suo ritorno negli Usa e proprio in questa occasione mise in atto la fuga in un aeroporto fingendosi pilota. Riacciuffato poco dopo, scontò solo 5 anni offrendo in cambio il suo aiuto alla polizia nei casi di frode bancaria, e oggi è a capo di una società di consulenza finanziaria. Nella foto Abagnale durante un’intervista in tv.
Ben 26 Paesi ne chiesero l’estradizione, ma fu deciso il suo ritorno negli Usa e proprio in questa occasione mise in atto la fuga in un aeroporto fingendosi pilota. Riacciuffato poco dopo, scontò solo 5 anni offrendo in cambio il suo aiuto alla polizia nei casi di frode bancaria, e oggi è a capo di una società di consulenza finanziaria. Nella foto Abagnale durante un'intervista in tv
felice maniero
Vallanzasca, il fuggiasco pronto a tutto - Nel 1972 è la volta di un altro italiano: il bel René, alias Renato Vallanzasca, che seminò terrore nel Nord Italia operando sequestri e rapine con la sua banda, tanto da meritarsi ben 4 ergastoli e quasi 300 anni di carcere. Detenuto da quattro anni a San Vittore, il boss della Comasina si rese protagonista di vari tentativi di fuga, risse, sommosse e pestaggi, finché non escogitò un modo per contrarre l’epatite ed esser così trasferito in ospedale, dove con una sorveglianze meno stretta e la compiacenza di un poliziotto riuscì nell’intento di evadere.
Nella sua latitanza ricompose la sua banda e mise a segno ben 70 rapine e numerosi omicidi.Renato Vallanzasca, il fuggiasco pronto a tutto. Nel 1972 è la volta di un altro italiano: il bel René, alias Renato Vallanzasca, che seminò terrore nel Nord Italia operando sequestri e rapine con la sua banda, tanto da meritarsi ben 4 ergastoli e quasi 300 anni di carcere.
Detenuto da quattro anni a San Vittore, il boss della Comasina si rese protagonista di vari tentativi di fuga, risse, sommosse e pestaggi, finché non escogitò un modo per contrarre l’epatite ed esser così trasferito in ospedale, dove con una sorveglianze meno stretta e la compiacenza di un poliziotto riuscì nell’intento di evadere. Nella sua latitanza ricompose la sua banda e mise a segno ben 70 rapine e numerosi omicidi.
pascal payet
Dopo uno scontro a fuoco con le forze dell’ordine, Vallanzasca venne catturato nel febbraio del 1977 e si rese ancora protagonista di un’evasione spettacolare nel 1987 dall’oblò di un traghetto mentre era in viaggio da Genova al carcere dell’Asinara. Oggi il bel René è rinchiuso nel carcere di Bollate, usufruisce dei benefici del lavoro all’esterno del carcere ma due anni fa ha fatto ancora parlare di sé con un furto in un supermercato milanese.
Bill Hayes, in fuga dalle carceri turche - A far da trama per l’avvincente pellicola “Fuga di mezzanotte” è la storia di Bill Hayes, un giovane studente americano fermato nel 1970 all’aeroporto di Istanbul per contrabbando di due kg di hashish e condannato a 30 anni di reclusione nell’infernale carcere turco di Sagmacilar e poi sull’isola di Marmara.
Dopo aver patito ogni genere di violenza fisica e psicologica per cinque anni, Hayes mise in atto il suo piano di fuga: si nascose in una piccola costruzione di cemento per giorni e poi nuotò fino a una piccola imbarcazione con cui raggiunse le coste della Grecia e riuscì a mettersi in salvo per poi essere riportato negli Stati Uniti.
Una volta rientrato a casa Hayes scrisse l’autobiografia Dopo aver patito ogni genere di violenza fisica e psicologica per cinque anni, Hayes mise in atto il suo piano di fuga: si nascose in una piccola costruzione di cemento per giorni e poi nuotò fino a una piccola imbarcazione con cui raggiunse le coste della Grecia e riuscì a mettersi in salvo per poi essere riportato negli Stati Uniti. Una volta rientrato a casa Hayes scrisse l'autobiografia "Midnight Express", futuro soggetto per il regista Alan Parker, che con la pellicola si aggiudicò due Oscar per la sceneggiatura di Oliver Stone e per la musica di Giorgio Moroder.
max leitner
Ted Bundy, il serial killer che terrorizzò l'America - Altrettanto clamoroso, per le conseguenze terribili dell’evasione, è stato il caso del serial killer Ted Bundy, autore di più di trenta omicidi e altrettante violenze sessuali nell’America degli anni ’60. Catturato dalla polizia stradale nel 1975, durante l’udienza di conferma del fermo Bundy chiese di potersi difendere da solo e per farlo ottenne di potersi documentare nella biblioteca del tribunale: un errore fatale, perché da qui scappò immediatamente calandosi da una finestra e nella breve fuga - appena 6 giorni - riuscì a commettere altri omicidi.
Altrettanto clamoroso, per le conseguenze terribili dell’evasione, è stato il caso del serial killer Ted Bundy, autore di più di trenta omicidi e altrettante violenze sessuali nell’America degli anni ’60. Catturato dalla polizia stradale nel 1975, durante l’udienza di conferma del fermo Bundy chiese di potersi difendere da solo e per farlo ottenne di potersi documentare nella biblioteca del tribunale: un errore fatale, perché da qui scappò immediatamente calandosi da una finestra e nella breve fuga - appena 6 giorni - riuscì a commettere altri omicidi.
La fuga dei terroristi dell'Ira - Una clamorosa evasione di massa risale al 1983, nel carcere di massima sicurezza di Mase, nell’Irlanda del Nord, dove trentacinque esponenti del gruppo terrorista dell’Ira, guidati da Gerry Kelly e Bobby Storey, si resero protagonisti di una sommossa carceraria e nella confusione generale riuscirono ad arrivare fino ai cancelli del penitenziario.
La beffa di Mecklenburg - L’anno successivo, nel famigerato penitenziario di Mecklenburg, in Virginia, l’impresa di fuggire riuscì a sei detenuti su cui pendeva la condanna a morte: durante una sommossa fecero prigioniere delle guardie carcerarie e minacciando di usare delle bombe a mano - inesistenti - riuscirono a scappare.
Felice Maniero, il boss che cercò di corrompere i secondini - Nel 1987 è la volta del criminale italiano Felice Maniero, noto come boss del Brenta, che fugge dal carcere di Fossombrone, dove era rinchiuso per rapine, omicidi, traffico di armi e droga. Verrà poi riarrestato nel 1993 e incarcerato a Vicenza, dove tenterà - invano - di nuovo l’evasione promettendo a due guardie un bottino di 80 milioni ciascuno.
i quatttro fuggiaschi delle docce
Trasferito a Padova riuscirà invece a evadere, grazie alla complicità della sua banda all’esterno, ma sarà catturato nuovamente l’anno dopo, per diventare un collaboratore di giustizia ed entrare nel programma di protezione, non senza una scia di polemiche nell’opinione pubblica. Oggi è tornato in libertà con un nuovo nome e lavora con il figlio in un’azienda di depurazione dell’acqua.
Trasferito a Padova riuscirà invece a evadere, grazie alla complicità della sua banda all’esterno, ma sarà catturato nuovamente l’anno dopo, per diventare un collaboratore di giustizia ed entrare nel programma di protezione, non senza una scia di polemiche nell'opinione pubblica. Oggi è tornato in libertà con un nuovo nome e lavora con il figlio in un’azienda di depurazione dell’acqua.
Le fughe in elicottero di Pascal Payet - Quanto a spettacolarità resta imbattibile il caso del francese Pascal Payet, che nel 2001 riesce a evadere dal carcere di Luynes grazie a un complice che lo va a prelevare sul tetto del penitenziario con un elicottero. Tre anni dopo sarà lui a liberare tre compagni nello stesso modo, ma verranno tutti catturati e lui tornerà dietro le sbarre, almeno fino al 2007, quando ancora una volta un aiuto dal cielo riuscirà a strapparlo dal carcere di Villeneuve-lès-Maguelone e di lui si perderanno le tracce per sempreLe fughe in elicottero di Pascal Payet.
Quanto a spettacolarità resta imbattibile il caso del francese Pascal Payet, che nel 2001 riesce a evadere dal carcere di Luynes grazie a un complice che lo va a prelevare sul tetto del penitenziario con un elicottero. Tre anni dopo sarà lui a liberare tre compagni nello stesso modo, ma verranno tutti catturati e lui tornerà dietro le sbarre, almeno fino al 2007, quando ancora una volta un aiuto dal cielo riuscirà a strapparlo dal carcere di Villeneuve-lès-Maguelone e di lui si perderanno le tracce per sempre.
Max Leitner, il recidivo - Un altro professionista dell’evasione è stato Max Leitner con ben cinque tentativi riusciti da cinque carceri diverse. Dopo essere scappato da Innsbruck, Bolzano, Padova e Bergamo, nel 2007 mette a segno l’ultima fuga dal penitenziario di Asti, dopo aver convinto il cappellano ad accompagnarlo a far visita alla tomba del padre: durante una sosta in un’area di servizio Leitner si dilegua nel nulla.
ted bundy
Victor Apocada e la chiave rubata ai secondini - 24 Agosto 2008: nella prigione di Clovis, in New Messico, otto detenuti guidati da Victor Apocada, criminale condannato per sequestri di persona e traffico di droga, organizzano una fuga studiata nei minimi dettagli e riescono persino a rubare una chiave ai secondini, poi, passando attraverso un buco nel tetto della struttura superano il perimetro del penitenziario, mentre all’esterno ci sono dei complici ad attenderli che vengono avvisati con un cellulare rubato nell’infermeria della prigione.
Sarah Jo Parker, la prima donna tra i most wanted americani - Allo stesso anno risale anche l’evasione di Sarah Jo Pender dal carcere di Rockville, nell’Indiana, dove è detenuta con l’accusa di complicità in un doppio omicidio - ancora oggi al centro di un acceso dibattito giudiziario. Grazie all’aiuto di una guardia carceraria con cui ha una relazione e a cui ha promesso 15.000 dollari, riesce a fuggire nascosta nel furgone dell’uomo travestita con abiti maschili.Sarah Jo Parker, la prima donna tra i most wanted americani.
Allo stesso anno risale anche l’evasione di Sarah Jo Pender dal carcere di Rockville, nell’Indiana, dove è detenuta con l'accusa di complicità in un doppio omicidio - ancora oggi al centro di un acceso dibattito giudiziario. Grazie all'aiuto di una guardia carceraria con cui ha una relazione e a cui ha promesso 15.000 dollari, riesce a fuggire nascosta nel furgone dell’uomo travestita con abiti maschili.
Vivrà per quattro mesi una nuova vita a Chicago e si troverà anche un lavoro, ma i federali la inseriscono nella lista dei maggiori ricercati degli Stati Uniti e il suo volto non passa inosservato per un vicino di casa che la denuncia, facendola tornare così in carcere.
sarah jo parker
Vassilis Paleokostas, il Robin Hood greco - Anche la Grecia può vantare il suo bandito eroe: si tratta di Vassilis Paleokostas, autore negli anni ’80 di rapine in banca e benefattore di famiglie bisognose, riconosciuto come bandito “gentile” persino dalle vittime dei suoi numerosi sequestri, guadagnandosi le simpatie di numerosi connazionali, fino a diventare una sorta di Robin Hood ellenico.
Esplora il significato del termine: La sua fama viene confermata anche dalle due evasioni di cui è stato protagonista, l’ultima nel 2009 grazie a un elicottero che è atterrato direttamente all’interno della prigioneLa sua fama viene confermata anche dalle due evasioni di cui è stato protagonista, l’ultima nel 2009 grazie a un elicottero che è atterrato direttamente all’interno della prigione.
I quattro fuggiaschi delle docce - Nel 2013, quattro detenuti di un carcere dell’Oklahoma si sono resi protagonisti di una fuga che ha del miracoloso: Dylan Ray Three Irons, Prime Brown, Anthony James Mendonca e Triston Cheadle, condannati per rapina a mano armata, sono riusciti a scappare da una botola nel locale docce e passando per le tubature sono riusciti ad arrivare indisturbati in una stanza non chiusa a chiave collegata all’esterno del penitenziario, scomparendo nel nulla.
victor apocada
Un fuga d'altri tempi a Rebibbia - Risale a febbraio 2016 fa l’evasione dal carcere di Rebibbia di due romeni Catalin Ciobanu e Mihai Florin Diaconescu, in pieno stile retrò: dopo aver tagliato le sbarre di un magazzino i due si sono calati fino alla strada usando delle lenzuola come corde. Braccati dalla polizia finiranno la loro fuga dopo soli due giorni, con la consegna spontanea di uno dei due ai carabinieri e l’arresto dell'altro a un posto di blocco.
Due anni prima, con le stesse modalità, erano evasi dallo stesso carcere Giampiero Cattini e Sergio di Palo, rintracciati poco dopo l’evasione dalle forze dell’ordine, con tanto di scuse per il loro gesto alla direttrice del carcere.
vassillis paleokostas mecklenburg rebibbia