Dal Daily Mail
JOHN LE CARRE' E LA MOGLIE JANE
Il capo dell'MI6 Richard Moore ha reso omaggio con un tweet all'ex agente John le Carré: “Un gigante della letteratura che ha lasciato il segno” nei servizi segreti britannici “attraverso i suoi brillanti romanzi''. Il predecessore di Richard Moore una volta aveva affermato che i suoi libri elettrizzanti avevano dato ai servizi segreti britannici una "cattiva reputazione".
Lo scrittore, padre di 4 figli, è morto sabato in Cornovaglia dopo una breve battaglia con la polmonite, ma non aveva il Covid-19. L'89enne aveva trascorso un isolamento in Cornovaglia ed era stato molto critico nei confronti della gestione del governo della pandemia, descrivendo Boris Johnson come 'più ignorante del maiale'. Ha anche affermato di sperare che la pandemia porti a una "società più giusta" con una "distribuzione più equa della ricchezza".
JOHN LE CARRE CON L EDIZIONE FRANCESE DI LO SPECCHIO DELLE SPIE
Le Carré, che ha rifiutato onori letterari e un cavalierato, ha detto in un'intervista del 2017 a ‘’60 Minutes’’ di essere ‘’così sospettoso del mondo letterario che non voglio i suoi riconoscimenti'', aggiungendo: ``e meno di tutto voglio essere chiamato Comandante dell'Impero britannico o qualsiasi altra cosa dell'Impero britannico”. "Non voglio assumere la posizione di qualcuno che è stato onorato dallo stato e deve quindi in qualche modo conformarsi allo stato, e non voglio indossare l'armatura".
JOHN LE CARRE
'La mia Inghilterra sarebbe quella che riconosce il suo posto nell'UE. L'Inghilterra sciovinista che sta cercando di farci uscire dall'UE, è un'Inghilterra che non voglio conoscere.
Laureato a Oxford nel 1956 con una laurea in lingue moderne, iniziò a insegnare all'Eton College. Dopo essersi unito ai servizi segreti dell'esercito britannico nel 1950, ha lavorato di nascosto per l'MI5, spiando i gruppi di sinistra al Lincoln College di Oxford, per individuare eventuali potenziali agenti sovietici. Nel 1958 divenne ufficiale dell'MI5 dove condusse interrogatori e svolse attività più segrete come intercettare linee telefoniche ed effettuare irruzioni.
Le Carre fu attratto dallo spionaggio da un'educazione superficialmente convenzionale ma segretamente tumultuosa. Suo padre, Ronnie Cornwell, era un truffatore che era un socio di gangster e ha trascorso del tempo in prigione per frode assicurativa. Sua madre lasciò la famiglia quando David aveva 5 anni; non l'ha incontrata di nuovo fino all'età di 21 anni.
JOHN LE CARRE 4
Ha iniziato a scrivere romanzi mentre lavorava come spia britannica. Lo pseudonimo di John Le Carre è stato creato da Cornwell al momento della pubblicazione del suo primo libro, Call for the Dead, come mezzo per aggirare il divieto al personale del Foreign Office di pubblicare lavori a proprio nome.
La sua carriera di spia finì nel 1963 quando Kim Philby, uno dei famigerati Cambridge Five, aveva rivelato la sua vera identità con la Russia sovietica.
DAVID CORNWELL JOHN LE CARRE
Le opere di Le Carre sono state spesso elogiate per aver spogliato della vita affascinante di una spia spesso raffigurata nel romanzo di James Bond e concentrandosi invece sugli aspetti più grintosi e oscuri del lavoro.
Margaret Atwood ha twittato che i romanzi di Cornwell Smiley erano la ”chiave per comprendere la metà del 20° secolo’', mentre il brasiliano Paulo Coelho ha detto: "Non sei stato solo un grande scrittore, ma un visionario. Goditi la tua nuova casa".
JOHN LE CARRE
Stephen King ha twittato: "John le Carré è morto all'età di 89 anni. Quest'anno terribile ha rivendicato un gigante letterario e uno spirito umanitario. Little Drummer Girl è stato uno dei migliori romanzi che abbia mai letto’'. Il romanziere Robert Harris ha definito le Carre "uno di quegli scrittori che non era solo uno scrittore brillante, ma è anche penetrato nella cultura popolare - e questa è una grande rarità".
RICHARD BURTON JOHN LE CARRE
Il suo ultimo romanzo, Agent Running in the Field, è stato pubblicato nell'ottobre 2019. David ha scritto venticinque romanzi e un volume di memorie, The Pigeon Tunnel (2016), e ha venduto più di sessanta milioni di copie del suo lavoro in tutto il mondo."
BENEDICT CUMBERBATCH COLIN FIRTH JOHN LE CARRE
Enrico Franceschini per “la Repubblica”
Picchiato dal padre, abbandonato dalla madre, adottato per così dire dal servizio britannico, salvato dalla scrittura, dissidente per vocazione. Potrebbe riassumersi così l'autobiografia di John le Carré, uno dei più grandi scrittori del dopoguerra, che ha deciso di raccontare se stesso nel suo prossimo libro.
la spia che venne dal freddo
Per quanto si sapesse già molto dell' autore di "La spia che venne dal freddo" e tanti altri best- seller tradotti in tutto il mondo, le sue memorie aggiungono rivelazioni e particolari illuminanti sulla vita e sull' arte di un romanziere che abita da 40 anni in un' isolata villa sulla costa della Cornovaglia, concede rare interviste, sta lontano dai talk show televisivi, dai festival di letteratura e dai corsi di scrittura creativa.
In David Cornwall, questo il suo vero nome, c' è sempre stato qualcosa di enigmatico, e la nuova opera conferma il senso di mistero a partire dal titolo: "The pigeon' s tunnel" (Il tunnel dei piccioni). Si riferisce - come spiega lui stesso- a un club di tiro al piccione a Montecarlo che visitò insieme a suo padre quando era bambino. I piccioni venivano immessi in un tunnel, da cui sbucavano prendendo il volo e finendo nel mirino dei tiratori.
JOHN LE CARRE
Quelli che sfuggivano alle fucilate ritornavano sul tetto del casinò che organizzava l'evento, dopodiché venivano infilati di nuovo nel tunnel per un altro volo verso una probabile morte. «Per quale motivo questa immagine mi abbia perseguitato per così tanto tempo è qualcosa che il lettore può giudicare meglio di me», scrive le Carré.
JOHN LE CARRE
Il difficile rapporto con il genitore è uno dei passaggi più intimi del libro. L' 84enne scrittore descrive il padre Ronnie come «un imbroglione, un sognatore e un avanzo di galera», che picchiava selvaggiamente la madre. «Picchiava anche me, ma solo ogni tanto e senza troppa convinzione», aggiunge, ricordando che Ronnie gli telefonava da varie prigioni all' estero chiedendogli soldi.
JOHN LE CARRE
La mamma lo abbandonò quando aveva 5 anni: «Non ricordo di avere provato affetto per nessuno durante la mia infanzia, tranne che per mio fratello maggiore (Rupert, diventato un noto giornalista, da tempo corrispondente estero del quotidiano Independent, ndr.), che a tratti era come il mio unico genitore». Una carenza di affetti che può avere influito sui suoi comportamenti da adulto: «Non sono stato né un marito né un padre modello e non ho interesse a cercare di sembrare tale», confida le Carré.
david cornwell john le carre riceve il premio olof palme
Degli anni in cui lavorò per l'Mi6, il servizio di spionaggio britannico, afferma: «Mi sento uno scrittore a cui a un certo punto è capitato di essere una spia piuttosto che una spia che a un certo punto si è messa a scrivere». Confessa che preferisce rimanere fedele «alla tradizione secolare della scrittura non meccanizzata», trovando meglio l'ispirazione con penna e quaderno, «durante passeggiate, sul treno e al caffè».
Scrivere, ribadisce, è comunque quello che gli «piace fare», dividendo la sua vita tra il periodo prima della pubblicazione di "La spia che venne dal freddo", il romanzo che gli ha dato fama e successo, e tutto quello che è venuto dopo.
Nelle memorie le Carré non risparmia dettagli sui suoi incontri con personaggi famosi. Ricorda un invito a colazione da Margaret Thatcher, in cui chiese all' allora premier britannico di fare di più per la causa dei palestinesi: «Mi rispose freddamente che i palestinesi avevano addestrato i guerriglieri nord-irlandesi dell' Ira, i quali avevano assassinato un suo amico».
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JOHN LE CARRE
Il magnate dei media Rupert Murdoch voleva sapere da lui chi fosse responsabile della morte dell' editore rivale Robert Maxwell, misteriosamente affogato dopo essere caduto in mare dal suo yacht: quando Le Carrè risponde di non saperlo, Murdoch perde interesse e se ne va.
john le carre
Lo scrittore esprime scarsa simpatia per Kim Philby, l'agente segreto britannico che faceva il doppio gioco per l' Urss e fuggì a Mosca, mentre è più solidale con Edward Snowden, l'ex-agente della Cia autore delle rivelazioni sul Datagate: «Siamo diventati troppo mansueti riguardo alle violazioni della privacy». La sua, finora, l'ha difesa puntigliosamente. Fino a quando ha deciso di scrivere un libro di memorie.
TWEET DEL CAPO DELL MI6 RICHARD MOORE SULLA MORTE DI JOHN LE CARRE TWEET DI PAULO COELHO SULLA MORTE DI JOHN LE CARRE JOHN LE CARRE