Jacopo Iacoboni per La Stampa
GRILLO VAFFA
«Gli imprenditori non sono meglio dei politici», diceva Beppe Grillo all' indomani del primo Vday - piazza Maggiore, Bologna, 8 settembre 2007, davanti a tantissimo popolo e pochissimi giornalisti - in un' intervista alla Stampa in cui si lanciò all' attacco dei politici, sì, ma anche dei manager e delle élite tipo quelle di Cernobbio. «In Italia abbiamo imprenditori liberi e belli con le finanziarie in Svizzera, libero mercato ma sovvenzioni statali, una Borsa fatta di consiglieri d' amministrazioni che lo sono in 9 società diverse, oltretutto concorrenti tra loro...».
La promessa, dieci anni dopo, ha prodotto un Luigi Di Maio che si reca tutto contento al Forum più importante di manager, imprenditori, economisti, e dice: «Dobbiamo parlare con tutti». Diceva Alberto Arbasino: non volevano distruggere il salotto della nonna, volevano solo entrarci. Sono passati dieci anni o diecimila anni, da quel Vday che anticipa la nascita del Movimento.
DI MAIO CERNOBBIO1
Tutto è cambiato; ogni slogan ribaltato, ogni promessa, giusta o sbagliata che fosse, tradita (o, per i simpatizzanti, evoluta), ogni purezza estinta. È quasi scontato partire dal giudizio che Grillo e Casaleggio davano del mondo dell' impresa e del capitalismo di relazione, quello riunito a Cernobbio. Il blog di Grillo nasce con due campagne, e sono campagne contro le aziende, prima che contro i politici: una contro Parmalat, l' altra contro Telecom.
beppe grillo vaffa
La prima, il nemico personale di Grillo, la seconda (Telecom) un' antica delusione per Gianroberto Casaleggio, che vi aveva diretto un' importante società, e era stato poi fatto fuori all' arrivo di Marco Tronchetti Provera (Casaleggio peraltro andrà anche lui a Cernobbio, avendo con la grande impresa la stessa relazione di amante deluso che Grillo ha con la Rai).
Il Movimento tuonava contro l' euro, l' establishment, la Trilateral, diceva di difendere i piccoli azionisti: tutti slogan e campagne poi stravolti, una metamorfosi così totale che ne fa più che sospettare il carattere strumentale fin dall' inizio o - in alternativa - che il giocattolo sia totalmente sfuggito di mano.
Il comico dei Vday sull' euro proclamava: «Il problema vero non è uscire dall' euro: è uscire il più velocemente possibile». E anche sette mesi fa, a gennaio 2017, quando il Movimento provò a iscriversi nell' Alde - il gruppo dei liberali europeisti - ma fu costretto poi a tornare a capo chino da Nigel Farage, toccò a Luigi Di Maio, in diretta da Floris, andare a dire: «In un referendum sull' euro? Io non voterei per restare nell' euro, io voterei per un' uscita da questo euro». Di Maio che ora a Cernobbio dice «noi vogliamo restare nell' Ue, il referendum sull' euro è solo un' extrema ratio per contrattare meglio».
GIANROBERTO CASALEGGIO AL FORUM AMBROSETTI DI CERNOBBIO-2
Grillo durante lo Tsunami Tour sosteneva che «con 2500 euro si vive bene in Italia, noi tutto il resto di quanto incassiamo da parlamentari lo restituiremo». Non è andata così, perché i parlamentari M5S incassano in media tra diaria e rimborsi spese cifre al di sopra dei diecimila euro. «Noi siamo i francescani, i pazzi della politica», promise Casaleggio; e fece nascere il Movimento il giorno di San Francesco, il 4 ottobre, nel 2009: ma una serie di grotteschi eventi hanno dato prova di ben poco francescanesimo nel gruppo dirigente, dai weekend coi selfie a Montecarlo al parlamentare che si fotografa con la moto potente appena comprata, alle case in centro a Roma tra piazza Navona e Trastevere.
Nulla di male, sia ben chiaro, ma Grillo parlava di «sobrietà» e «povertà virtuosa». Il doppio mandato era una regola intoccabile per Casaleggio senior: gli eletti faranno due mandati, poi a casa. Ma ce li vedete Di Maio e Di Battista tornare a Pomigliano o alla chiesa di piazza dei Giuochi Delfici, a neanche quarant' anni? Ora nel gruppo parlamentare gira l' idea di allungare almeno il tempo a dieci anni di incarichi elettivi. Vedremo.
DI MAIO CERNOBBIO
Grillo disse, citando Gaber, «la tv è una merda, non andate nei talk show». I grillini sono tutte le sere impancati in talk show generalmente compiacenti. Grillo comiziò di controinformazione, non della ricerca spasmodica del giornalista amico, o dell' intimidazione del dissenso via web. C' erano attivisti, un tempo, non interviste patinate a Vanity Fair con foto della fidanzata. Grillo criticò il meccanismo delle querele, «arma dei potenti»: oggi i grillini minacciano querele ogni giorno. Facevano le battaglie ambientaliste in Sicilia, oggi giustificano «l' abusivismo di necessità».
beppe grillo davide casaleggio
Erano con Anna Politkovskaja, la giornalista ammazzata dal regime di Putin, oggi elogiano Putin e incontrano i suoi emissari. Grillo disse, una volta: «Sììì, siamo populisti, siamo gente del popolo. Estremisti, chi dice la verità è un estremista». Il leader del Movimento attuale, Di Maio, a Cernobbio: «Non vogliamo un' Italia populista, estremista, antieuropeista».