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    RISCOSSA NERA - DA DAVID RUDISHA NEGLI 800 METRI A NICHOLAS BETT NEI 400 OSTACOLI, IL KENYA VOLA NELL’ATLETICA - MA C’È ANCHE L’ETIOPE GENZEBE DIBABA NEI 1500 METRI E ISAAC MAKWALA, DEL BOTSWANA, CHE SFRECCIA SUI 400 METRI


     
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    david rudisha david rudisha

    Emanuela Audisio per “la Repubblica”

     

    Vi aspettavate il guerriero Masai? Bravi, quello negli 800 metri c' è. Si chiama David Rudisha. Ha anche una bella onoreficenza: l' ordine della lancia fiammeggiante. E nei 400 ostacoli, nella gara che l' americano Edwin Moses rese famosa perché per dieci anni nessuno riuscì a batterlo, non vedete l' ora di vedere un gigante africano? Bè, nessuna attesa, eccolo, si chiama Nicholas Bett, ha 23 anni, è un poliziotto, si mette le mani nei capelli, si batte sul cuore, sì perché ce l' ha fatta, è oro. Il primo del suo paese in questa specialità.

     

    david rudisha david rudisha

    Con lui l' Africa torna a vincere dopo 24 anni. Un keniano primo sugli ostacoli? Penserete: ma quelli sono mangiatori di fatica, pusher del fiato, calpestano orme secolari, non volano sugli ostacoli. Oddio, magari può capitare per sbaglio: cadute, degli avversari, squalifiche, incidenti. Nossignori perché Bett vince in in 47"79, mondiale stagionale. America go home. E già si si era migliorato rispetto alla scorsa stagione di oltre un secondo.

     

    Magari è uno dedito alla causa, un missionario degli ostacoli: e invece no, gioca a volley, e non voleva fare tanta fatica. «Perché faccio gli ostacoli? È che da noi nelle distanze lunghe c' è troppa concorrenza». È commovente sentire dire a Bett: «Magari adesso mi prenderanno più seriamente, a me e agli ostacoli. Anche se non la trovo una specialità semplice. Dedico il successo ai miei gemelli».

    nicholas bett nicholas bett

     

    Non c' è solo lui, anche un altro keniano, Tumuti, arriva quinto. Oddio non è che in Kenya non sappiano come far girare le gambe, ma lassù sugli altopiani le strade sono sterrate, le mucche pascolano, e allenarsi sugli ostacoli non è proprio semplicissimo. Anche se l' Africa ha avuto grandi interpreti: l' ugandese Akii-Bua che a Monaco nel '72 trionfò con il record mondiale, il senegalese Dia Ba a Seoul nell' 88, Samuel Matete, Zambia, oro a Tokyo nel '91. Ma è vero che l' Africa cambia voce, faccia, corpo.

     

    nicholas bett nicholas bett

    Si allunga, si allarga, non si accontenta più del suo lungo respiro. Siete stanchi dei soliti keniani scheletrici che corrono all' infinito come aquiloni leggeri? Allora oggi date un' occhiata al giavellotto, specialità tecnica da grande nord, e non meravigliatevi se Julius Yego, basso e tondo, è il grande favorito. È un ricco che si può permettere una stravaganza? Proprio per niente. Solo che a correre dietro agli altri gli veniva il fiatone. E così a scuola ha visto l' attrezzo e se ne è innamorato.

     

    Già, ma chi ti insegna a lanciare in Kenya? Quella è roba da finlandesi, da braccio d' oro. Però su internet ci sono i filmati e Yego a forza di guardare su Youtube ha messo insieme uno stile, prima di emigrare nel centro Iaaf di Kuortane dove lo segue il tecnico Petteri Piironen. E se non vi bastasse lui c' è il possente egiziano Ihab Abdelrahman, studente al Cairo, ma che si è spostato in Finlandia per migliorarsi.

    julius yego julius yego

     

    Ma torniamo alla loro Africa, al Kenya classico del mezzofondo. Davis Rudisha vince gli 800 metri da scienziato, con un diagramma perfetto. Sale, sale di velocità, a poco a poco, brucia tutti a un fuoco che è sempre più caldo, poi alza la fiamma e ai 600 apre il gas.

     

    Chiude in 1'45"84. Chi lo voleva artigliare, resta spennato. «Questa è la prova che posso correre in tanti modi diversi e ho più possibilità di vincere ». David è un Masai, figlio di insegnanti, conosce la letteratura dell' atletica a memoria, sa leggere, capire, interpretare.

    julius yego julius yego

    Fa gara di testa, perché lui è così, non insegue, ma non essendo il Rudisha di Londra 2010, capace di correre per la prima volta nella storia sotto l' 1'41'', ragiona e usa la tattica.

     

    Primo giro da svogliato (54"15), con il compagno Rotich, a fargli da scudiero e da protezione, poi progressione micidiale (51"67 nella seconda parte). Niente da fare per tutti gli altri: il polacco Kszczot (argento) prova a passarlo, ma viene respinto. Troppo tardiva la rincorsa finale del bosniaco Tuka (bronzo), allenato a Bussolengo da Gianni Ghedini.

     

    genzebe dibaba genzebe dibaba

    Genzebe Dibaba, etiope, sui 1.500 fa quello che vuole. Con eleganza e semplicità. Il suo oro (4'08"09) è una conferma. Un giro pazzesco per allontanarsi dalle altre e poi un 800 finale corso in 1' 56". Alle sue spalle la keniana Kipyegon, ma sai dov' è la novita? Non crediate che oggi l' Africa passi di moda. Perché nella finale dei 400 metri, in quella che era il dominio yankee (e di Michael Johnson), oggi il favorito è Isaac Makwala, 29 anni, del Botwsana.

    Il declino dell' impero americano si deve anche a lui, che quest' anno è stato il più veloce con 43"72. Buona visione a tutti. E sì l' Africa è nuova, strana, ma vincente. Oltre gli ostacoli.

    genzebe dibaba genzebe dibaba

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