Gino Castaldo per La Repubblica
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"Se bastasse una sola canzone", cantava Ramazzotti tanto tempo fa, ma non basta, come purtroppo sappiamo bene. Oppure sì, almeno secondo Renato Zero che, del tutto controcorrente, fuori tempo massimo per proclami idealisti di qualsiasi natura, lancia una nuova canzone che si intitola "Ti andrebbe di cambiare il mondo?" sul quale si impernia il suo nuovo lavoro: "Zerovskij solo per amore".
Ma Renatino è un vero figlio del popolo, lo è sempre stato e tale rimane anche oggi, malgrado tutte le sue eccentricità, malgrado lo sfoggio di trovate trasgressive e strampalate, e lo è nei toni, nella voce ben ancorata alla tradizione melodica italiana, nella essenzialità diretta dei suoi messaggi così altisonanti. Come sottolinea il video della canzone realizzato da Gaetano Morbioli che lo ritrae in bianco e nero per le strade di Roma mentre incontra gente, che aiuta gente, che abbraccia gente, in un tripudio di candore populista. E sullo slancio di questa rinnovata fiducia nel potere taumaturgico della canzone arriva al suo nuovo spettacolo che porta il medesimo nome dell' album e che da domani sosterrà ben 5 giorni al Centrale del Foro Italico, promettendo sfavillanti orizzonti teatrali.
RENATO ZERO
Basta dare un' occhiata ai crediti: 61 elementi d' orchestra, ben 30 coristi (praticamente un coro polifonico) e addirittura 7 attori, per una messa in scena che si annuncia "senza precedenti". Insomma Renatino non lesina sforzi, promette, molto, anche perché con questo spettacolo deve celebrare ben cinquant' anni di attività, e sembra incredibile solo a dirlo, perché davvero sono cinquanta, i suoi esordi, da ragazzino indomabile e determinato, risalgono al 1967, a quando aveva appena diciassette anni e convinse la Rca a pubblicargli un singolo, "Non basta sai" che già nel titolo, a essere sinceri, sembrava quasi ironicamente dirselo da solo che, seppure stracolmo di talento, il ragazzo doveva ancora maturare.
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E infatti per ritrovare il vero Renato Zero dobbiamo passare al 1973 quando arriva "No mamma no!", seguita da "Invenzioni" e "Trapezio" dove si percepisce pienamente il personaggio che oggi tutti conosciamo. Ma non divaghiamo, si diceva dello spettacolo che è stato pensato come una vera e propria rappresentazione teatrale. Trattandosi del buon Renato Zero e della sua drammaturgia fatta di assoluti, i personaggi non potevano essere nulla di meno che: Amore, Odio, Tempo, Morte, Vita, e il luogo non poteva che essere un' immaginaria stazione dove poter simulare il tragitto dell' esistenza, di cui il nostro eroe è il misterioso deus ex machina, e infine i due protagonisti, i viaggiatori con i quali Amore, Odio e gli altri personaggi tematici dovranno confrontarsi, non potevano essere altro se non gli archetipi stessi dell' umanità.
Indovinate un po' di chi si tratta? Di Adamo ed Eva, ovviamente.
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Per raccontare il tutto ci saranno le canzoni del nuovo disco, doppio, e ovviamente le classiche che hanno attraversato questi cinque decenni di musica.
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