luigi di maio con profumo e de gennaro alla leonardo di pomigliano
DAGONEWS
Da dove viene l'ennesima figuraccia del governo, ovvero il nome di Gianni De Gennaro alla presidenza della Banca Popolare di Bari che viene messo in discussione, visto che non rispetta i requisiti imposti dalla BCE?
Non solo: l'ex capo della Polizia (e Servizi) è stato contestato dalla grillina Ruocco, fino a prova contraria parte della stessa maggioranza che lo ha nominato. Chi gliel'avrebbe detto a uno con il curriculum di De Gennaro che avrebbe dovuto finire nelle faide Conte-Di Maio?
GIOVANNI FALCONE GIANNI DE GENNARO
Tutto parte da Leonardo-Finmeccanica. Quando bisognava rinnovare i vertici, il premier aveva promesso il ruolo di amministratore delegato a Domenico Arcuri, ormai suo pupillo e manager ascoltatissimo. Profumo era in scadenza, non aveva portato grandi risultati, e la sua poltrona era più che traballante. La presidenza di De Gennaro invece era blindatissima. Tanto che ci fu un incontro a tre Conte-De Gennaro-Arcuri prima dell'ufficialità delle nomine, anche per suggellare i buoni rapporti tra i due vertici in pectore.
generale luciano carta
Senonché, prima del giorno fatidico, sulla conferma di Profumo si sono schierati gli ex verdi Realacci e soprattutto Gentiloni, nel frattempo diventato commissario europeo all'Economia, ex premier e ministro degli Esteri, che ha messo tutto il suo peso politico sulla riconferma del loro amico Profumo.
gianni letta e gianni de gennaro
Ecco allora che l'ex ''Arrogance'', diventato ormai molto più mansueto e accondiscendente, tiene stretta la sua scrivania a piazza Monte Grappa.
alessandro profumo sabina ratti foto di bacco (2)
A quel punto sorge un problema nella maggioranza: se il partito con meno voti blinda l'ad, non può mica mantenere pure il presidente. De Gennaro era stato infatti nominato il 4 luglio 2013 da Enrico Letta. Due manager su due nominati dal Pd in una delle aziende strategiche della difesa (aggiungere il ministero in mano a Guerini) sarebbe stato davvero troppo. Ecco allora che la permanenza di Profumo significa anche l'uscita del super-poliziotto che lavorò con Falcone.
Luciano Carta
Per quel ruolo viene scelto Luciano Carta. 63 anni, finanziere di razza fino a diventare capo di Stato maggiore al Comando generale Gdf, ha le caratteristiche di molti sardi: rigoroso, riservato e tenace come pochi. Fino a quel momento capo dell'Aise, i servizi segreti esterni, dove era entrato in conflitto con il capo del Dis Gennaro Vecchione, anche lui proveniente dalle fiamme gialle. A un certo punto, si parlò anche di Carta al posto di Gennaro Vecchione ma sostituire il pupillo di Conte si è rivelata un'impresa impossibile per Di Maio e Zinga.
zingaretti di maio
Carta ha instaurato un ottimo rapporto sia con il segretario del Pd sia con Luigi Di Maio, che gli chiede spesso consiglio.
Il generale al vertice di Leonardo nel frattempo non ha fatto il presidente di campanello: venendo dalla Guardia di Finanza, è uno che di numeri e conti ne capisce, parla con i capi azienda, legge i documenti e partecipa attivamente alla gestione del gruppo. Arrogance, non più arrogante, non obietta.
conte vecchione
Dopo questo rimescolamento, restava però fuori il povero De Gennaro mentre Arcuri, oltre alla guida di Invitalia, è stato nominato super-commissario al Covid (coi risultati che sappiamo). Ecco allora che si apre il tema Popolare di Bari: la banca è finita sotto il controllo del Mediocredito Centrale, guidato da Bernardo Mattarella, che era in lizza per dirigere anche la PopBari. E chi controlla il Mediocredito Centrale? Invitalia, e dunque Arcuri.
Arcuri Conte
Ecco allora che il nipote del presidente della Repubblica si sfila dalla lista, anche per il timore che qualcuno metta in mezzo lo zio, e appare invece De Gennaro. Pieno di titoli ma non nel settore della finanza, come richiedono Francoforte e Carla Ruocco. Come finirà? Ah, saperlo...
BERNARDO MATTARELLA