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ANNA FERZETTI: «E ORA PARLO DI SESSO IN RAI»
Ilaria Ravarino per “il Messaggero”
Protagonista a teatro, suo habitat da quando il padre Gabriele la portava in tournée «durante le vacanze della scuola», al cinema e in tv Anna Ferzetti è quasi sempre «quella che c' è ma poi non te la ricordi». Una carriera lunga, la sua, dalla gavetta in tv quando la tv non era di moda alla web serie che ha dato una sterzata alla sua carriera, La mamma imperfetta di Ivan Cotroneo: formazione completa, dalla scherma al ballo alle pistole, educazione tedesca, fisico da pentathlon.
anna ferzetti pierfrancesco favino
anna ferzetti marco giallini
Ma se cerchi sul web il suo nome, come una maledizione, lo trovi sempre in mezzo a quello dei due uomini più importanti della sua vita: il padre e il compagno, Pierfrancesco Favino. Dal 9 gennaio a teatro con Bella Figura di Roberto Andò, mercoledì Ferzetti sarà su Rai Uno, con il film L' amore il sole e le altre stelle di Fabrizio Costa, nei panni di una sessuologa alla attimo fuggente. Un personaggio che potrebbe liberarla, finalmente, da quell' effetto trasparenza che tocca in sorte ai figli d' arte più testardi: quelli che vogliono farcela da soli.
pierfrancesco favino anna ferzetti (2)
Complimenti: parlare di sesso in Rai è difficilissimo.
«In quella fascia poi è praticamente impossibile, ci sono ancora i bambini. Per questo le scene d' amore nel film sono solo suggerite, si lascia tutto all' immaginazione. Ma non ci trovo niente di male: il sesso al cinema mi mette in imbarazzo, mi infastidisce».
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A casa sua il sesso era tabù?
«No, mio padre, che pure era un uomo del 1925, aveva un approccio sereno alla sessualità. Potevo parlarci di tutto, anzi, era lui a provocarmi. Mi chiedeva: allora, l' hai fatto? In confronto a lui ero una bacchettona».
Però non voleva che facesse l' attrice.
«E lo capisco. Io stessa non vorrei che le mie figlie facessero questo lavoro. Per le difficoltà, le porte in faccia, l' instabilità».
Come l' ha convinto?
«A 14 anni recitai in un musical con la scuola. Venne a vedermi, a fine spettacolo aveva gli occhi lucidi. Si commuoveva facilmente, ma era un uomo di poche parole.
Qualche giorno dopo mi regalò un ciondolo con incisa la data di quello spettacolo: era il suo modo di dirmi di continuare».
Però il primo ruolo da protagonista l' ha avuto solo l' anno scorso. In Svizzera.
anna ferzetti
«Cercando Camille è un film cui sono molto affezionata. È la storia del rapporto tra un padre e una figlia, arrivato a ridosso della morte di mio padre. È stato un modo per elaborare il lutto. A febbraio poi sarò nel remake di Truman un amico per sempre, con Mastandrea e Giallini: sarò la cugina di Giallini, una donna che ha cresciuto un figlio da sola.
Perché questi ruoli arrivano solo ora?
«È un momento particolare. Dopo la morte di mio papà è successo qualcosa. Forse ho preso più consapevolezza, sono cambiata io».
Cosa le mancava?
anna ferzetti
«La tv e il cinema richiedono altre tipologie di donna. Ho una fisicità diversa dal canone, sono molto alta, mi usano per ruoli che oscillano tra i 35 e i 45 anni.
Ho un' età indefinita. Sono sempre a dieta. Se cercano una modella, non sono io».
Mai pensato di non farcela?
«Mio padre mi paragonava a un diesel. Ho sempre avuto rispetto per tutti i ruoli che ho fatto, anche quelli più piccoli. Non lo dico per amore, ma quando Pierfrancesco recita ne Le chiavi di casa, lascia il segno. Sono solo 4 minuti. Il tempo non conta».
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Un piano B ce l' aveva?
«All' inizio con Pierfrancesco accarezzavamo il sogno di aprirci un chioschetto al mare. A Formentera, magari. Adesso pensiamo di andarci in pensione».
Era figlia di un attore: i provini glieli facevano fare?
«Ho sempre fatto i provini in vita mia. Non è facile essere figlia di un attore».
In che senso?
«Era difficile allora come lo è oggi essere la compagna di un attore di successo. Ci sarà sempre qualcuno che dice che lavori perché sei raccomandata, perché sei figlia d' arte, perché stai con quello. Ci convivo da quando sono piccola, ultimamente ho imparato a fregarmene».
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I provini, insomma, li fa ancora.
«Certo. È anche successo che io e Pierfrancesco abbiamo fatto provini per lo stesso film. È capitato che abbiano preso lui e non me. Se magari prendono lui senza provino, io gli chiedo se posso propormi, se gli dà fastidio».
Dell' esperienza di Favino a Sanremo che ricorda?
«Che gli avevo detto di non andarci. Avevo paura del giudizio delle persone, mi sembrava un passo falso, una cosa inutile. Non ho mai dubitato che l' avrebbe portata a casa, ma non credevo che l' avrebbe fatto così. È uscito il vero Pierfrancesco. Mi sono ricreduta dopo la prima puntata e gli ho chiesto scusa».
Quest' anno lo guarderete?
«Certo, come sempre. Ma torneremo a godercelo dal divano»
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