Andrea Laffranchi per il “Corriere della Sera”
GHALI
C' è il rap. E c' è la trap. Una «t» in più e cambia poco. O tanto. Dipende dai punti di vista. C' è una nuova generazione di rapper, quella di ragazzi nati negli anni Novanta: le loro rime raccontano di strada, droga, vita e di una società che cambia sotto i loro occhi. E in questo non ci sarebbe nulla di nuovo. Sono i suoni a essere diversi. Elettronica perché sono musicalmente nati davanti a un pc, bpm rallentati, atmosfere dark e ritmiche oblique, la voce filtrata dall' autotune (quell' effetto che robotizza).
«Non è un genere a sé stante, è un ramo del rap. Però è come passare dalla ruota di legno allo pneumatico. Non vorrei sembrare antimusicale, ma non suono strumenti, suono il computer. Il ritmo rallentato va in controtendenza a un mondo, non solo musicale, dove domina la velocità», spiega Charlie Charles. Ha 22 anni, viene da Settimo, periferia nord di Milano è il padrino di questo nuovo suono.
Dalla scorsa settimana gira «Bimbi», il primo brano a suo nome, ma è lui che ha prodotto le basi dei due (t)rapper più forti, Sfera Ebbasta e Ghali. Il primo, ciuffo rosso e rime toste, all' anagrafe Gionata Boschetti, è arrivato al numero 1 della classifica di vendita con l' album omonimo e la sua hit «Figli di papà» ha superato i 12 milioni di views su YouTube. Il secondo, genitori tunisini, nome completo Ghali Amdouni, pubblicherà il suo primo album prima dell' estate ma «Pizza Kebab» ha stabilito il record di ascolti in una giornata su Spotify in Italia.
GHALI
«Prima che un fenomeno era la nostra realtà. Era la musica che ascoltavo», sottolinea Sfera, dai giorni scorsi in tour in Europa. «Più che nei contenuti è proprio la musicalità che ci distingue dalla generazione procedente», aggiunge Ghali che ha anche un canale YouTube dove presenta colleghi emergenti. «Faccio quello che non è stato fatto con noi», commenta, scottato da qualche contratto andato male con il mondo delle major.
Il termine «trap» deriva dal gergo americano del mondo della droga. Immaginario dominante delle rime di Sfera.
SFERA EBBASTA
Fanno discutere i suoi riferimenti alla purple drink, nuovo sballo che mischia sciroppo alla codeina e Sprite. «Racconto un vissuto che non tocca solo me e i miei amici. Però a chi mi chiede l' autografo sulla bottiglietta di sciroppo sconsiglio uso e abuso. I cattivi esempi mi sembra di vederli più spesso nei tg che nelle canzoni». La sua ultima canzone, «Dexter», gioca sull' equivoco. Dexter è un baby scienziato protagonista di un cartoon. Solo che qui le sostanze con cui lavora non sono legali... «Chi vive certe situazioni capisce, i più piccoli si limitano al riferimento al cartoon.
L' uso delle droghe non dipende dalla musica che ascolti. A 12-13 anni ero fan dei Dogo, ma non ho mai usato la cocaina». Si definisce un «bravo ragazzo nel brutto quartiere», tema di «BRNBQ»: «Certe esperienze, anche sbagliate, non le fai per cattiveria ma perché ti ci ritrovi. Facile giudicare da fuori. Il rap mi ha aiutato a uscire dai guai».
Anche il mondo che racconta Ghali è avvolto da nuvole di marijuana, ma in mondo gangsta non è il suo. «Quelle situazioni le ho vissute in famiglia e non mi piace che una forma di comunicazione così forte come la musica dia messaggi negativi. Nei mei racconti si sente cosa ho vissuto, ma vantarsene creerebbe danni».
VIDEO SFERA EBBASTA
Lui nelle rime mischia italiano, arabo e francese. «Dal palco vedo un pubblico sempre più colorato. Ci sono ragazzi italiani che cantano i ritornelli in arabo. Mi sembra un segnale di integrazione forte». I suoi video sono curati come uno spot e i manga popolano le sue rime. «La mia comunicazione è anche visiva e cerco dib darle un tocco di surrealismo. Sono cresciuto davanti alla tv. Da un lato vedevo le cassette dei miei su Michael Jackson di cui amo modo di raccontare quasi disneyano, dall' altro ero un po' nerd e guardavo i cartoni giapponesi, il mio preferito era Dragonball».
Nel panorama internazionale la trap è partita dal rap, con nomi come T.I., Rick Ross, French Montana, per poi contagiare il pop di Rihanna, Beyoncé, Katy Perry. Un pezzo di Mengoni trap? «È un altro mondo ma mi ci vedo - ammette Charlie Charles -, sarebbe interessante provare a fare qualcosa di nuovo».
DARK POLO GANG