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    TE LA DO IO LA LAGUNA - DA LUGLIO COSTERÀ TRA I 2 E I 10 EURO APPRODARE A VENEZIA: UNA TASSA SUGLI SBARCHI PER DISINCENTIVARE IL TURISMO MORDI E FUGGI - TRA I DESTINATARI DELLA MISURA FISCALE CI SONO SOPRATTUTTO I COSIDDETTI CROCIERISTI - GLI ALBERGATORI CHIEDONO DI ESPORTARE IL MODELLO A ROMA E AD ALTRE CITTA’


     
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    Francesco Malfetano per “il Messaggero”

     

    venezia venezia

    Venezia come Lampedusa e le isole Eolie. Da ieri la Città lagunare è autorizzata «ad adottare nelle proprie politiche di bilancio, in alternativa all' imposta di soggiorno, l' applicazione del contributo di sbarco previsto per le isole minori». È quanto si legge al comma 1129 del maxiemendamento alla manovra economica che, in pratica, ha concesso all' amministrazione veneziana la possibilità di imporre ai visitatori giornalieri il pagamento di un ticket d' ingresso. Una tassa di sbarco, com' è stata prontamente soprannominata, che avrà un valore compreso tra i 2,5 e i 5 euro a seconda della stagione di riferimento, ma che potrebbe addirittura arrivare a 10 euro in periodi di altissima stagione.

    VENEZIA TURISTI VENEZIA TURISTI

     

    REAZIONI

    L'iniziativa, che partirà a luglio 2019, è stata accolta con favore dal sindaco della città lagunare Luigi Brugnaro che su Twitter ha commentato l' approvazione promettendo di tutelare chi, Venezia, la frequenta non per motivi turistici: «Studieremo un regolamento equilibrato e partecipato che tuteli chi vive, studia e lavora nel nostro territorio».

     

    L'obiettivo della misura è duplice: da un lato vuole offrire all' amministrazione comunale di Venezia un aumento del gettito derivato dagli accessi alla città - indipendentemente dal pernottamento - dall' altro spera di porre un freno al turismo di massa. Tra i destinatari della misura fiscale infatti, oltre ai turisti mordi e fuggi ci sono soprattutto i cosiddetti crocieristi. Come si legge nel dossier parlamentare che spiega i contenuti della manovra, questo nuovo tipo di imposta «potrebbe conseguire un effetto selettivo e moderare l' accesso delle cosiddette grandi navi alla zona lagunare».

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    L' ipotesi è che la nuova tassa di sbarco per Venezia funzioni con sostituto d' imposta: a pagare, come sovrapprezzo sui biglietti, dovrebbero essere cioè le compagnie che fanno servizio di trasporto a fini commerciali - pullman, aerei, navi da crociera.

     

    AMMINISTRAZIONI

    Prospettive di guadagno e redistribuzione che allettano anche molte altre città d' arte o zone turistiche italiane. Le amministrazioni comunali delle Cinque Terre ad esempio, hanno già fatto sapere che uno strumento come questo sarebbe per loro fondamentale: «Abbiamo la necessità di reperire risorse in modo continuativo dal turismo di passaggio - ha spiegato in una nota il sindaco di Riomaggiore Fabrizia Pecunia - Somme che attualmente gli Enti non riescono ad intercettare».

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    Resta però ancora da capire se si tratta di un modello applicabile esclusivamente a una città sui generis come Venezia e a sistemi chiusi come le piccole isole e il parco nazionale delle Cinque Terre, oppure se la tassa di sbarco possa portare il suo «enorme gettito», come l' ha definito il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca, in altre città italiane.

     

    PROBLEMA

    L'importante, come spiegano un po' tutte le associazioni che si occupano di turismo, è che la tassa sia alternativa a quella di soggiorno, in modo che i visitatori non si trovino nella condizione di dover sborsare due volte una cifra tutto sommato considerevole nell'economia di una sola giornata trascorsa fuori di casa.

     

    Quella di Roma invece, come spesso accade, è una situazione particolare. Importare il modello isolano nella Capitale allargherebbe la platea di riferimento per la riscossione della tassa a tutti quei turisti che arrivano in città per visitarla in un solo giorno, «ma con quale beneficio?» si chiede Andrea Necci, Presidente del centro studi di Federalberghi Roma.

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    «La cosa importante - spiega - è fare in modo che il contributo vada a beneficio dei cittadini e dei turisti e non venga utilizzato principalmente per ripianare il debito che grava sulla gestione commissariale di Roma». In questo momento infatti, secondo l' albergatore, il turista che arriva nella Capitale paga una tassa senza usufruire dei benefici per cui gli viene richiesta. «Una contraddizione - conclude - che, prima di ogni altra cosa, dovrebbe portare alla rimodulazione del contributo».

     

    Luigi Brugnaro Luigi Brugnaro

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