Francesca Pierantozzi per “il Messaggero”
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Frances e Patrick Connelly si sono dati una regola: «Una volta fatto il bonifico, dei soldi non parliamo più». E di bonifici ne hanno fatti tanti dal primo gennaio 2019, quando vinsero la lotteria di capodanno in Inghilterra: finora 60 dei 114,9 milioni di sterline vinti (circa 127 milioni di euro) sono andati in regali, donazioni, beneficenza.
La loro edificante storia diffusa in questi giorni dai media britannici dopo una lunga intervista della signora Connelly - è particolarmente d' attualità, visto che domani ci sarà la quarta estrazione per attribuire il più grosso premio della lotteria europea dell' Euromillions: 200 milioni di euro a chi avrà i 5 numeri giusti e le due buone stelle sul biglietto, un record assoluto per la riffa che dal 2004 premia i più fortunati in Francia, Regno Unito, Spagna, Portogallo, Belgio, Irlanda, Austria, Svizzera e Lussemburgo.
Il bell' esempio dei Connelly non è così banale. Visti i casi frequenti di folle esuberanza di cui cadono preda i grandi vincitori, con sperpero anche fisico e mentale delle loro risorse, la Françaises des Jeux, la lotteria francese, ha creato addirittura un servizio di coaching personale per i grandi vincitori (sopra il milione di euro), per gestire al meglio il cambiamento di vita e restare con i piedi per terra e la testa sul collo.
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Frances e Patrick in compenso non hanno avuto bisogno di coach, a loro è venuto naturale dividere il premione. 56 anni, lei, pensionata dopo una vita nel settore dell' istruzione, 58 lui, proprietario di una piccola impresa di imballaggi di plastica, hanno scoperto di aver vinto il premio super milionario il pomeriggio del primo gennaio del 2019.
La sera, a letto, hanno fatto la prima lista, quella delle persone con cui dividere per primi: la famiglia, ovviamente, le tre figlie, i loro mariti, i tre nipoti, poi le tre sorelle e i due fratelli di lui, le tre sorelle di lei, il padre di lei, poi gli zii, le zie, i cugini, e poi i vicini, gli amici, tutti quelli che li avevano aiutati con le bambine quando loro erano al lavoro, gli amici di infanzia, i colleghi.
«Abbiamo dato soldi direttamente a circa 175 famiglie e vi devo dire che è una sensazione bellissima» racconta oggi Frances.
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Una volta sistemata la famiglia, gli amici, comprate le case ai parenti, risanati debiti, è arrivata la beneficenza: due fondazioni per aiutare la gente della loro regione, la Contea di Down, in Irlanda del Nord. L' epidemia mondiale li ha portati ad agire a favore degli ospedali, donando decine di computer e tablet, con accessi a internet, per consentire ai malati di restare in contatto con le famiglie. «Riceviamo centinaia di lettere e cartoline di ringraziamento racconta Frances come questa, scritta da un uomo di 85 anni che ci scrive la gioia di aver potuto riparlare con i figli grazie al laptop che gli abbiamo fatto avere».
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«In Irlanda del Nord, dove entrambi siamo cresciuti, abbiamo creato il Kathleen Graham Trust, in memoria di mia madre, morta un anno prima della nostra vincita, che era la persona più generosa che io abbia mai conosciuto continua Frances Abbiamo creato anche un' altra organizzazione, il PFC Trust per aiutare la gente della nostra regione a migliorare le loro vite». Hanno finanziato club di sport, centri sociali, case accoglienza. L' ultima spesa sono mille regali da distribuire negli ospedali per chi non potrà tornare a casa per le feste. I Connelly hanno naturalmente pensato un po' anche a loro due.
Innanzitutto hanno cambiato casa. Quando si sono presentati all' agenzia immobiliare, senza nascondere la loro identità di neo-milionari «ci hanno fatto visitare prima un castello nel nord dell' Inghilterra, poi una specie di maniero grande quanto un paese intero» ride Frances. Alla fine si sono accontentati di una villa con cinque camere di letto dove poter riunire la famiglia, con piscina e due ettari di parco nella contea di Durham, nel nord est dell' Inghilterra.
E adesso il Natale sarà più bello, ma non maestoso: «Ai miei nipoti farò quello che amano di più: le scatole di costruzioni. Saranno scatole più grandi, sì, ma sempre di costruzioni».
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Il bilancio di due anni da milionari? «Dà molta più gioia contribuire a cambiare la vita della gente che comprare gioielli. E poi lo abbiamo sempre saputo, Patrick e io: non siamo fatti per diventare membri del jet set». Anche se lui uno strappo lo ha fatto, e le ha regalato la sua macchina preferita: una jaguar.