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    LUI ATTACCÒ BOTTONE, IO DIFESI L'ASOLA - I BOTTONI FURONO DECISIVI PER FAR PERDERE LA CAMPAGNA DI RUSSIA A NAPOLEONE. ECCO PERCHE’ - IL RE SOLE SOLO IN BOTTONI SPESE 14 MILIONI DI FRANCHI D'ORO - PER LA CHIESA APRIVANO LE PORTE DELL’INFERNO, LA REGINA ELISABETTA I LI VOLLE SULLE MANICHE DEI SOLDATI PER… - E POI PICASSO, GIACOMETTI, STEVE JOBS E 'LA STANZA DEI BOTTONI' DI NENNI


     
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    museo del bottone museo del bottone

    Jessica D’Ercole per La Verità

     

    «A cosa serve un bottone? Molti diranno a unire due lembi di stoffa. Per me, a raccontare la storia dell' umanità». Così Giorgio Gallavotti, che nel 2008 ha fondato a Santarcangelo di Romagna il Museo del Bottone, in cui sono racchiusi 12.000 pezzi, dal 1600 ai giorni d' oggi, in gran parte provenienti dalla sua storica merceria. Nell' antichità uomini e donne, per allacciare le loro tuniche, usavano fibbie, lacci o cintole. Solo nel Medioevo arrivarono i primi bottoni (a portarli in occidente pare siano stati i crociati). All' epoca li usavano soprattutto gli uomini. Le dame, più morigerate, preferivano cucirsi addosso le camicie la mattina e scucirsele la sera.

     

    il farsetto abbottonato Nel 1200 venivano usati dagli stallieri - «vestiti superbamente / li agghindano con bottoni come fossero sposine», recita una canzone dell' epoca. In base alla legge suntuaria (sul contenimento del superfluo e il divieto dell' ostentazione del lusso) del 1297 a Cremona, gli uomini non possono portare più di 50 bottoni d' argento o di corallo.

    museo del bottone museo del bottone

    Uno dei primi capi di abbigliamento da abbottonare che si siano conservarti è un pourpoint, un farsetto simile a un gilet, con bottoni sul davanti e sulle maniche che era appartenuto a Charles de Blois (1319-1364).

     

    noblesse obligeCon i bottoni i nobili ostentavano ricchezza e supremazia, erano un vero e proprio emblema di grandeur: più se ne avevano addosso e più si era potenti. Grandi amanti di questi ornamenti i re di Francia. Francesco I (1494-1547) fece cucire 13.600 bottoni d' oro su una sua veste di velluto per incontrare un sultano. Un modo garbato per dirgli: «Sono io il più ricco». Enrico III (1551-1589) alla morte dell' amante disegnò e fece coniare 18 dozzine di bottoni d' argento a forma di teschio in sua memoria.

     

    bottoni bottoni

    Luigi XIV, meglio noto come Re Sole (1638-1715), per i grandi ricevimenti di stato indossava vesti ricoperte di 816 bottoni in pietra dura e 1.826 in diamanti. Solo in bottoni spese 14 milioni di franchi d' oro di allora.

     

    oggetti del demonioA portare bottoni non erano solo i nobili. Anche le divise della loro servitù venivano impreziosite da questi ornamenti in metallo o anche in oro, a seconda dell' importanza del casato. Il bottone con il simbolo della corona con sotto le iniziali della famiglia indicava un re; lo stemma con corona a 5 punte un duca; a 7 un barone, eccetera. Il servo con più bottoni era quello più alto in grado.

     

    Inizialmente la Chiesa condannò i bottoni sostenendo che aprivano le porte dell' inferno. Per il teologo francese Giovanni Calvino (1509-1554) erano «oggetti del demonio».

    Non la pensava così papa Clemente VII che nel 1530 commissionò a Benvenuto Cellino un bottone montato in oro e circondato da diamanti, che rappresentava Dio e i suoi cherubini, per il suo piviale.

    bottoni bottoni

    Nel Cinquecento gli uomini usavano soffiarsi il naso con le maniche della giacca, pratica giudicata sconveniente. Volendo migliorare l' educazione dei suoi soldati, la regina Elisabetta I fece applicare bottoni di metallo sulle maniche della giacca, in modo che non potessero più essere usate per soffiarsi il naso. Sulle divise dei soldati nella guerra di secessione americana (1861-1865) i bottoni venivano cuciti sulla schiena affinché le truppe di notte non dormissero troppo. I bottoni inoltre costringevano i soldati a cambiare spesso posizione evitando che russassero e quindi che rivelassero involontariamente la posizione al nemico.

     

    l' armata di napoleone Una tesi sulle cause determinanti il fallimento della campagna di Russia di Napoleone: per il freddo i bottoni di stagno delle divise dei soldati francesi si sbriciolarono, facendo cadere pantaloni, aprendo camicie e rendendo tutte le operazioni di guerra molto più difficili. «Al calare della temperatura, lo stagno metallico lucido comincia a trasformarsi in una polvere grigia non metallica, che è ancora stagno, ma con una diversa forma strutturale. È questo ciò che accadde ai bottoni di stagno dell' armata di Napoleone?

     

    bottone giacometti bottone giacometti

    A Borisov un osservatore descrisse l' armata di Napoleone come «una folla di spettri avvolti in abiti femminili, in vecchi pezzi di tappeti o in cappotti bruciati pieni di buchi». […] In conseguenza alla perdita dei bottoni, erano costretti a usare le mani per tenersi su gli indumenti, anziché per impugnare le armi? È difficile stabilire la fondatezza di questa teoria [] ma la malattia dello stagno è però divertente da raccontare, e i chimici amano citarla come una ragione chimica della sconfitta di Napoleone» (Penny Le Couteur e Jay Burreson in I bottoni di Napoleone, Longanesi, 2007).

     

    Un uomo vestito di tutto punto nell' anno 1947 aveva addosso 71 bottoni: 2 nei mutandoni, 16 nei pantaloni, 8 nella camicia, 6 nell' abito, 17 nel cappotto, 19 nel soprabito, 2 nei guanti. Oggi ne bastano 35 (Bernard Rudofsky in Are clothes modern? ed. Paul Teobald, Chicago 1947).

     

    Honoré de Balzac diceva di capire dai bottoni del panciotto di un uomo il suo stato sociale, i suoi desideri, le sue sofferenze. Lui li sfoggiava in oro o in pietre preziose.

    il lutto della reginaPer la regina Victoria (1819-1901) i bottoni descrivevano un stato d' animo, come quelli in giaietto sul corsetto austero che portò per 25 anni in segno di lutto dopo la morte del marito.

     

    bottone picasso coco chanel bottone picasso coco chanel

    Dell' Ottocento la codifica dell' arte dell' abbottonatura: la maschile verso destra e la femminile verso sinistra. Nel 1900 il bottone diventa moda.

     

    Indimenticabile il bottone che Pablo Picasso disegnò per Coco Chanel («Basta un bottone per indicare la simmetria dell' abito»), o quello dello scultore svizzero Alberto Giacometti per la stilista Elsa Schiaparelli. Gli anni Venti e Trenta segnano un ritorno ai bottoni-gioiello con strass Swarovski. Neppure la seconda guerra mondiale arresta l' evoluzione della boutonnerie. Anzi, la ispira, con produzioni in legno o materiale ricavato dai parabrezza dei bombardieri in disarmo. Negli anni Cinquanta vengono griffati, nei Sessanta gli hippy li vogliono oversize, poi tornano in auge nelle collezioni di Gianfranco Ferré e Jean-Paul Gaultier.

    tappeto bottoni e chiodi tappeto bottoni e chiodi

     

    La definizione di bottone come «gioiello del vestito» si deve a Yves Saint Laurent.

    «Il re bottone regna incontrastato da Schiaparelli, ma nessuno assomiglia a ciò cui un bottone dovrebbe assomigliare» (così in una biografia di Elsa Schiaparelli).

     

    qualità di madreperla«I bottoni della camicia devono essere sempre a quattro fori, e quelli di migliore qualità di madreperla. L' affrancatura dei bottoni prevede i due fili in parallelo o incrociati. La cucitura con fili incrociati fra i quattro fori può essere fatta solo a mano, pertanto testimonia la fattura artigianale.

     

    Un' ulteriore raffinatezza è la cosiddetta «cucitura a giglio di Firenze»: il filo passa sempre da un buco e, alternativamente, negli altri tre: il risultato finale sarà una sorta di fiore a tre punte» (Giorgio Mendicini in L' eleganza maschile, Mondadori, 1996).

     

    STEVE JOBS STEVE JOBS

    La koumpounophobia è la paura dei bottoni. Si tratta di una patologia genetica che genera ansia in chi ne soffre: aumento del battito cardiaco, dispnea, tremolio, sudore eccessivo, nausea e, rende alcune persone incapaci di parlare chiaramente o di relazionarsi. Il caso di Louise Francis, koumpounofobica dall' età di 7 anni, che in un supermercato incontrò una cassiera che indossava un cardigan e un braccialetto fatto di bottoni: «Ogni volta che passava la mia merce in cassa, il braccialetto si avvicinava verso di me e non riuscivo a mantenere la calma. Tutti mi guardavano, sono andata nel panico e sono scappata via lasciando la mia spesa lì». Al mondo ne soffre una persona ogni 75.000. Pare che anche Steve Jobs ne fosse affetto.

     

    abito di bottoni cotillard abito di bottoni cotillard

     

    la scoperta di nenniL' Italia, prima produttrice di bottoni destinati alle collezioni di haute couture. Da ultimo a Bergamo si sono inventati un bottone di cemento composto per l' 80% da materiali di riciclo, tra cui gli scarti di lavorazione del marmo di Carrara che contribuiscono a dare luminosità al colore bianco.

    reggicalze a bottoni reggicalze a bottoni

    «Quando sono entrato nella stanza dei bottoni mi sono accorto che i bottoni non c' erano» (Pietro Nenni, ricordando la sua nomina a vicepresidente del Consiglio).

    Napoleone Bonaparte Napoleone Bonaparte macron napoleone macron napoleone Pietro Nenni Pietro Nenni napoleone bonaparte napoleone bonaparte

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