Matteo Persivale per il “Corriere della Sera”
joni mitchell
Quando le hanno chiesto il bis, e l'hanno fatto con il rispetto e l'incertezza di chi non vuole affaticare una persona anziana, lei aveva già deposto la chitarra e s' era seduta su quello che (giustamente) sembrava un trono dorato più che una poltrona. Ma il pianoforte, alla destra del palco, ha cominciato a suonare le prime note inconfondibili di «Both Sides Now», e allora Joni Mitchell si è avvicinata leggermente al microfono, anche quello dorato (come si deve a una regina) e ha cominciato a cantare: «castelli di gelato nell'aria, e canyon di piume dappertutto» e il tempo si è fermato.
joni mitchell
Newport, 25 luglio 2022. New York, 10 marzo 1967, il giorno in cui scrisse quello che da subito era apparso a tutti un capolavoro. Era una ragazza di 23 anni, e quando è riapparsa a sorpresa sul palco di Newport era una signora di 78, indebolita ma non piegata dall'aneurisma che nel 2015 l'aveva resa incapace di camminare e di parlare.
Due settimane dopo il concerto a sorpresa al Festival di Newport, il primo da vent' anni a questa parte, è umano domandarsi come mai Joni Mitchell sia diventata incredibilmente «virale» sui social media, con la sua esibizione che rimbalzava da un social all'altro, e la rivista Rolling Stone si chiedeva l'altro giorno in un seguito podcast, «Music Now», come abbia fatto - lei che è nata il 7 novembre 1943 - a diventare un'eroina per millennial e generazione Z.
joni mitchell
Artisti di oggi come Taylor Swift (Mitchell asciutta come sempre spiegò di non averne mai ascoltato la musica «ma mi assomiglia, fianchi stretti e zigomi alti: se è vero che vuole interpretare un film sulla mia vita, buona fortuna») e Harry Styles si inchinano al suo genio. Styles, giovane gentleman inglese, ha ammesso che ascoltandola è «caduto nella voragine di Joni» (succede ai migliori: Bob Dylan su questo fenomeno scrisse una canzone, «Tangled Up In Blue») e ha dedicato una cover rispettosa e emozionata a «Big Yellow Taxi».
Gli stilisti, da anni ormai, si ispirano ai suoi look anni '60 e '70 da Bohème di Laurel Canyon, Los Angeles: le giacche di velluto, i pantaloni a sigaretta, i capelli drittissimi con o senza frangia, i cappotti di tweed, le camicie di jeans, le collane etniche oversize, gli occhiali scuri, il bikini nero dal taglio geometrico della famosa foto di Norman Seeff per «The Hissing of Summer Lawns» (anni fa la rivista New York la scelse per la copertina del numero dedicato alla moda).
joni mitchell
La magia intergenerazionale di Joni Mitchell è fatta di musica (senza tempo), di look (idem), e soprattutto della certezza - evidente anche ai più giovani, non è questione di età - che un altro «Blue» non lo ascolteremo mai se non da lei. E che la musica pop di ieri sarà la classica di domani, e in questa fase di transizione ce ne stiamo accorgendo (Gershwin, per dire, ha già completato il percorso, come Cole Porter).
Ma le parole più belle sulla sorpresa di Newport sono arrivate dal chitarrista e cantautore James Taylor in un'intervista in tv, qualche giorno fa: «Joni? È impossibile fermarla», ha detto con dolcezza infinita dell'unica donna che l'abbia mai fatto piangere. Con lei ebbe una storia tormentata quando erano ragazzi, «just kids», belli come il sole. E per lei scrisse «You Can Close Your Eyes» - «Questo vecchio mondo continua a girare su se stesso, e io continuo a amarti» - guardandola dormire nella loro camera d'albergo di un motel nel deserto, tanto tempo fa.
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