1. BIMBO IMMIGRATO SI AVVICINA A FIGLIA, GLI DÀ UN CALCIO
Alessandro Sgherri per l'ANSA
Ha visto una neonata in carrozzina e con l'innocenza dei suoi tre anni si è avvicinato, forse per salutarla. Ma quella vicinanza non è andata giù al padre ed alla madre dalla carnagione chiara della piccola (e non un bambino come si era appreso in un primo momento). Troppo scura la pelle dell'altro rispetto alla propria per consentire anche solo un minimo contatto. E così, per allontanare l' "intruso", la coppia ha aggredito il piccolo e l'uomo ha pensato bene di colpirlo con un calcio all'addome, infischiandosene della tenerissima età.
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Quindi si sono allontanati velocemente, tra gli insulti di chi ha assistito alla scena e, secondo qualcuno, dopo avere ricevuto anche un sonoro ceffone per il gesto. É accaduto a Cosenza, dove la polizia, in brevissimo tempo, ha individuato e denunciato per lesioni personali aggravate la coppia responsabile del gesto, T.D., di 22 anni, e M.V., di 24. Il fatto - avvenuto martedì scorso ma di cui si è appreso solo oggi - è stato ricostruito da una passante che ha assistito alla scena ed ha subito avvertito il 118 e la polizia. "Ho visto quel bimbo fare un salto di due metri e accasciarsi a terra.
Non potevo credere a quello che stava succedendo. Il mio primo pensiero è stato soccorrerlo" è stato il drammatico racconto della giovane testimone. Quest'ultima ha anche lanciato un appello alla madre del bambino colpito perché le faccia sapere le condizioni del figlio e dicendosi pronta ad aiutarla. Il bambino è stato soccorso da alcuni passanti e portato nel pronto soccorso dell'ospedale per le cure del caso.
Fortunatamente non ha riportato ferite gravi - è stato giudicato guaribile in 5 giorni - fisiche, ma quelle morali, anche se ancora piccolo, probabilmente se le trascinerà per molto tempo. Il bambino era andato dal medico insieme alla mamma ed ai fratellini di 8 e 10 anni. Lo studio si trova in via Macallè, una traversa del centralissimo corso Mazzini. L'attesa dal dottore, però, si è protratta, e la donna ha deciso di concedere un gelato ai figli.
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Ha dato loro i soldi ed i tre bambini sono usciti insieme per recarsi in gelateria. Su corso Mazzini l'incontro. Il più piccolo dei fratelli ha visto la carrozzina e si è avvicinato. Un gesto innocente, ma che gli è costato il calcio all'addome da parte dell'adulto. Il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto ha parlato di un episodio "raccapricciante" che provoca "indignazione e sconcerto", sottolineando come Cosenza sia "storicamente città di inclusione e accoglienza. Qualsiasi sia il motivo, se di natura razzista o di cieca follia - ha detto il sindaco - certamente si tratta di un gesto gravissimo che non può trovare alcuna giustificazione, né deve essere sottaciuto".
Sulle tracce del responsabile dell'aggressione si sono subito posti gli agenti della sezione volanti della Questura di Cosenza alla quale la madre del piccolo ha formalizzato la denuncia. Gli investigatori hanno sentito la testimone e hanno acquisito le immagini delle tante telecamere di sicurezza presenti nella zona. E' bastato poco, poi, ai poliziotti ad individuare ed identificare la coppia protagonista dell'aggressione ed a denunciarla.
2. IL MIO BIMBO NON HA DORMITO PER DUE NOTTI
Alessia Candito per www.repubblica.it
"Per due giorni non è riuscito a dormire. Era terrorizzato, piangeva continuamente. Mi chiedeva "cosa ho fatto di sbagliato, papà?" ed io non sapevo cosa rispondergli". Dal 1995 in Italia, Bouazza Toubi ancora non riesce a capacitarsi dell'assurda aggressione subita dal figlio, Rayem, a soli tre anni preso a calci in una delle vie centrali di Cosenza.
Adesso come sta il piccolo?
"Ha ancora dolore, ma quello passerà insieme a lividi e contusioni. Anche oggi i medici lo hanno visitato e hanno detto che non c'è nulla di preoccupante, per fortuna. Psicologicamente però, ci preoccupa. Non riesce a capire cosa sia successo e piange disperato. Anche il fratello e la sorella sono inquieti, arrabbiati".
E lei?
"Non riesco a capacitarmi. Quando mio figlio Housama mi ha chiamato per raccontarmi cosa fosse successo non riuscivo a crederci. In oltre vent'anni in Italia, non mi è mai successa una cosa del genere. Lavoro qui a Cosenza da vent'anni, la mia famiglia è qui, i miei figli crescono qui non ho mai avuto problemi".
Ha mai pensato di andare via in questi giorni?
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"Per giorni mi sono disperato, ma la città mi è stata vicina. C'è stata anche tanta gente coraggiosa, come la ragazza che ha denunciato tutto su Facebook. In tanti mi hanno espresso solidarietà. La polizia è stata rapida e ha trovato subito l'aggressore. Adesso che è stato fermato sono più tranquillo".
C'è qualcosa che gli vorrebbe dire?
No. Semplicemente vorrei capire come ha fatto, proprio lui che ha una figlia, che la stava portando in giro in passeggino, a prendersela con un piccolino di tre anni. È incomprensibile l'aggressione immotivata di un adulto. Ma quella di un bambino è intollerabile".