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    A CITTÀ DEL MESSICO SE NE FOTTONO DELLA PANDEMIA E SABATO E DOMENICA OLTRE 70MILA PERSONE SI SONO AMMUCCHIATE IN UN FAZZOLETTO DI TERRA PER IL FESTIVAL “VIVE LATINO” DURANTE IL QUALE SI SONO ESIBITI ANCHE I GUNS N 'ROSES – TRA I PARTECIPANTI, ANCHE FAMIGLIE CON BAMBINI E SOGGETTI ASMATICI, C’È CHI PARLA DI ISTERIA E CHI È ANDATO SOLO PER NON PERDERE I SOLDI, MA… VIDEO


     
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    Mentre la pandemia di coronavirus ha portato le autorità di tutto il mondo a cancellare concerti ed eventi sportivi e a chiudere scuole, a Città del Messico se ne fottono e permettono a migliaia di persone di accalcarsi al "Vive Latino", uno dei festival musicali più importanti del paese.

     

    Alcuni spettacoli hanno deciso di rinunciare allo spettacolo, ma decine di migliaia di fan della musica si sono radunati per assistere  all’esibizione dei Guns N 'Roses, di Carlos Vives e Zoe. Gli organizzatori hanno dichiarato che sono stati venduti oltre 70.000 biglietti per ciascuno dei due giorni del festival.

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    Nonostante un’apparente tranquillità, all'ingresso, oltre ai soliti controlli di sicurezza, ogni persona veniva sottoposta al controllo della temperatura e nell’aria c’era un forte odore di disinfettante. Ma una volta superati in controlli l’aria era quella di un concerto, con migliaia di persone ammucchiate in un fazzoletto di terra.

     

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    Alan Miranda, alla sua prima volta al Vive Latino, ha parlato di esagerazione: «C’è un’isteria collettiva. In Messico abbiamo una cultura dell’igiene che ci aiuta a limitare questo tipo di trasmissioni». Al festival hanno partecipato persino famiglie con bambini e Daniel Ramirez, che soffre d’asma, si è limitato a indossare una mascherina, ma non ha voluto rinunciare al concerto.

     

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    Hugo López-Gatell, vicedirettore del dipartimento della salute, ha detto venerdì sera che il Messico è ancora in quella che è considerata la fase uno della pandemia, con casi isolati in persone che avevano viaggiato all'estero. Le autorità hanno segnalato 41 casi in tutto il Paese.

     

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    Karina e Saúl, erano a Vive Latino, soltanto perché non avevano potuto richiedere il rimborso dei biglietti che sono costati loro 5.000 pesos per i due giorni del festival. Hanno provato a vendere i loro biglietti, ma non ci sono riusciti: «È stato irrispettoso per il pubblico che non si sia stato annullato, mettendo tutti a rischio».

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