Roberto D’Agostino per VanityFair.it
dago in the sky l'immagine proibita 6
L’orrendo assassinio di George Floyd ha innescato, tra tumulti e sommosse, la corsa all’abbattimento di statue di schiavisti e mascalzoni (compreso Winston Churchill), il ritiro del film “Via col vento” dove la domestica Mamie dice “si, badrone”, il processo post-mortem a Indro Montanelli per pedofilia e stupro avendo sposato agli inizi del ‘900 durante la guerra una eritrea dodicenne, fino a toccare il climax con il ritiro dai negozi svizzeri dei cioccolatini “Moretti”.
cristoforo colombo decapitato a boston
Cronache che stanno facendo versare fiumi di inchiostro ai sapientoni dell’orbe, indice che si sta tornando all’anormalità cerebrale del passato pre-Covid, ma per nulla sorprendenti per chi non confonde la cronaca con la Storia. Da Adamo ed Eva in poi, nel corso della Storia, la cancellazione del passato è sempre esistita.
LA STATUA DI INDRO MONTANELLI IMBRATTATA DI VERNICE DALLE FEMMINISTE
Il motivo è semplice: noi pensiamo quello che vediamo. I nostri maestri sono gli occhi. Ecco perché il trionfo dell’immagine è il “pensiero” che mette più paura. Non solo quando figure, disegni e illustrazioni erano il principale mezzo di comunicazione in un’epoca in cui l’analfabetismo dominava e si insegnava la tradizione cristiana come sinonimo di verità attraverso la raffigurazione.
indro montanelli in Eritrea
Nell'Antico Egitto non era affatto raro che le statue dei faraoni elevati al rango di divinità venissero distrutte dai loro successori al trono. I romani la chiamavano “damnatio memoriae”, cioè cancellare qualcuno dal ricordo della storia. Gli ebrei distruggevano gli idoli delle popolazioni pagane (i Lari e i Penati); anche i cristiani hanno abbattuto statue ed edifici greci e romani, talvolta riutilizzandoli come è avvenuto nel duomo di Siracusa che incorpora un tempio di Minerva del 480 a.C..
Museo di Arte Islamica a Doha
Ogni religione ha sempre distrutto gli idoli e i templi delle religioni precedenti: la Cappella Sistina fu realizzata quando spuntarono dal sottosuolo le rovine del più grande tempio pagano dedicato a Mitra. Nella Bibbia c'è scritto poi chiaramente: “Non farai immagine né idolo a somiglianza di uomo”.
E visto che il destino dell'essere umano è alla fine quello di riconoscersi nell'immagine, contro tale culto/idolatria, si oppose l’iconoclastia, dal greco “rompo l’immagine”, un movimento religioso che nell’Impero bizantino avversò, nei secoli VIII e IX, il culto e l’uso delle sacre immagini distruggendo quelle che già c’erano o vietandone delle nuove.
Entartete Kunst - Il Nazismo contro l arte degenerata
Fateci caso: sola la cultura occidentale ha una storia dell’arte. Le altre culture, dall’ebraismo all’islamismo, sono invece aniconiche, cioè fanno a meno dell’immagine: è calligrafia, usa in forma artistica la scrittura o i simboli astratti, facendo a meno delle raffigurazioni: non usano mai rappresentare Allah e Maometto come una figura umana.
copertina di charlie hebdo con maometto
Perché le immagini sono rappresentazioni e in quanto tali possono essere ingannevoli, pericolose, distorte, fake si direbbe oggi. Dio, poi, che è tutto, non può essere ridotto a una figura, e inizialmente anche i cristiani evitavano di farlo.
MAOMETTO - MINIATURA AL VICTORIA E ALBERT MUSEUM
Cristo veniva rappresentato con un segno, poi con un pesce stilizzato, poi diventa l'agnello, quindi spunta la croce e alla fine diventa una figura vera e propria perché Gesù è Dio incarnato, e solo allora diventa possibile rappresentarlo.
La Riforma protestante di Martin Lutero ha subito contrapposto, all'immagine, il valore della parola dalle Sacre Scritture. Dio non si insegna con dei simulacri. Il grande sacco di Roma del 1527 non fu soltanto una terrificante sequenza di ruberie e stupri. Fu anche, per le milizie luterane, l’occasione di sfogare il loro odio su reliquie, paramenti sacri, oggetti del culto cattolico.
CECENIA - MANIFESTAZIONE CONTRO LE VIGNETTE SU MAOMETTO 4
L’iconoclastia è il fenomeno caratterizza anche le grandi ideologie totalitarie del XX secolo. Dalla Rivoluzione d'Ottobre del 1917 che portò alla distruzione di statue raffiguranti gli zar e di moltissime chiese della Chiesa ortodossa, giudicata ricca e corrotta al nazismo che organizzò un simbolico falò di libri proibiti in una piazza di Berlino e la messa al bando di pitture e sculture che Hitler definiva “arte degenerata”.
riforma di martin lutero
Entartete Kunst - Il Nazismo contro l arte degenerata
Ma è il politicamente corretto (“questo profilattico contro la cultura” scherzava a suo modo Baudrillard), che oggi ci riporta all’iconoclastia. E tutto dipende dal fatto che le immagini sono decisive nel definire la nostra identità sociale, e non solo quella religiosa. Sulla tastiera dei nostri computer c’è un tasto che ci piace tanto: delete.
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Il piacere del cancellare. Che anche quello è un modo per cancellare l’immagine, magari di un qualcuno che ci sta sul cazzo. Con internet e la rivoluzione digitale siamo così passati da iconoclastia religiosa, politica, a quella privata. Questa è la novità: l’iconoclastia privata.
Abbiamo la possibilità di ‘’assassinare’’ qualsiasi cosa. Dal ristorante esoso attraverso TripAdvisor all’ex fidanzata che ci ha mollato, dal capo ufficio che ci tiranneggia all’avversario politico.
TRIPADVISOR 3
Possiamo abbattere anche la statua di noi stessi, se si pensa a tutte le applicazioni che ti cambiano gli occhi, la bocca, l’ovale del viso, i capelli… cioè, si distrugge ciò che non ci piace. Ecco perché non bisogna alzare il sopracciglio davanti a ciò che sta accadendo oggi sulle piazze: l’iconoclastia è dentro di noi.
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