DAGO-RETROSCENA
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Come è venuto in mente a Mario Draghi di proporre una misura tipicamente non strutturale - è una tantum - come un “contributo di solidarietà“ sottoponendo ai membri del governo la proposta di congelare il taglio dell'Irpef per i redditi sopra i 75 mila euro e destinare i proventi di questa manovrina (250 milioni di euro) per mitigare l'effetto dei rincari delle bollette per chi guadagna di meno, quando ci sono decine di suoi discorsi da Governatore e da Presidente BCE che si scagliano proprio contro queste misure contingenti (dove la toppa è peggio del buco)?
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In Consiglio dei ministri, infatti, non lo ha difeso nessuno, solo (poco) il Pd. Quindi, uno schiaffo sul voto tartarugato di Draghi? Come dicono i ragazzini, Mariopio “l’ha fatto apposta”. Il premier doveva risolvere una rogna chiamata sindacati e la loro minaccia di sciopero generale e con la mossa di proporre una misura che sapeva benissimo che Salvini, Berlusconi, Renzi non avrebbero mai accettato, ha tacitato gli strepiti di Landini e compagni. Avete visto, io ci ho provato, ce l’ho messa tutta, ma non sono riuscito a farla passare. Poi le risorse (250 milioni di euro) sono state trovate tra le pieghe di bilancio e fondi non utilizzati. I sindacati contenti hanno messo nella fondina la pistola dello sciopero generale.