Massimo Finzi per Dagospia
I Coronavirus (CoV), scoperti negli anni ‘60, sono così denominati per la forma della loro superficie che, al microscopio elettronico, appare come una corona a punte.
Massimo Finzi
Nel 2002, ai quattro ceppi già identificati, si è aggiunto il SARS-CoV (Severe acute respiratory syndrome) e nel 2012 il MERS-CoV (Middle East respiratory syndrome) confinato alla penisola arabica.
Alla fine di dicembre 2019 è stato identificato in Cina, nella città di Wuhan, un nuovo ceppo di coronavirus denominato 2019-nCoV (nuovo coronavirus 2019): poiché tale virus ha caratteristiche molto simili a quello dello SARS è stato successivamente denominato SARS-CoV-2 e infine l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di identificarlo con la sigla COVID-19 (Corona Virus Disease 2019). Quindi i termini 2019-nCoV, SARS-CoV-2 e COVID-19 sono sinonimi e indicano questo settimo e nuovo ceppo di coronavirus.
Questi virus circolano comunemente in alcune specie animali come il pipistrello, il cammello e il dromedario e talora possono fare “il salto di specie” e infettare l’uomo causando sintomi sovrapponibili a quelli dell’influenza o delle altre malattie da raffreddamento quali infiammazione delle alte vie respiratorie con rinite, faringite, tosse, cefalea, febbre, malessere generale.
PSICOSI CORONAVIRUS - ASSALTO AI SUPERMERCATI
In molti casi il decorso è così lieve da non essere neppure avvertito dal paziente.
La gravità della malattia è in funzione di alcuni fattori che interagiscono tra loro: la carica virale, le occasioni e la durata dell’esposizione al contagio, la risposta immunitaria individuale, l’età, eventuali patologie preesistenti ecc. I bambini, proprio in virtù della loro vivace risposta immunitaria, sembrano meno esposti a rischi.
Nei casi più gravi la malattia evolve verso polmoniti talora fatali, shock e insufficienza renale. La percentuale di evoluzione infausta viene stimata intorno al 3% dei malati che però rappresentano solo una parte dei contagiati: è importante comprendere la distinzione tra contagiati e ammalati perché scontrarsi con il virus non vuol dire ammalarsi con automatica certezza. E’ comunque fondamentale identificare e isolare anche questi soggetti perché, pur non essendo malati, potrebbero contribuire alla diffusione del virus.
corea del sud coronavirus
Il contagio avviene soprattutto attraverso le goccioline dello sternuto e della tosse ad una distanza inferiore ai due metri e con il contatto delle mani non lavate con bocca, naso e occhi.
Il lavaggio accurato delle mani con detergenti o anche con soluzioni alcoliche è la misura profilattica più efficace, consigliabile infine la pulizia delle superfici con soluzioni alcoliche o clorate.
Ma se i sintomi del nuovo coronavirus sono simili a quelli dell’influenza stagionale quando scatta l’allarme? Quando i sintomi si manifestano in un soggetto che proviene da una zona infetta o è venuto a contatto con persone che hanno soggiornato in quelle zone.
Il tempo di incubazione varia tra 2 e 12 giorni: per questo motivo, a scopo precauzionale, la quarantena dura 14 giorni.
Al momento non esiste una cura efficace e neppure il vaccino.
un malato di coronavirus trasportato in ospedale
La rilevazione di una alterazione febbrile, messa in atto in tutti gli scali aeroportuali, ha permesso di identificare i soggetti sospettati di essere malati ma non è stata efficace per impedire l’ingresso di coloro che, a causa del periodo di latenza dell’incubazione, avrebbero potuto manifestare in seguito la malattia. Giusta quindi la quarantena di due settimane per chiunque provenga da zone infette o abbia avuto contatto con persone potenzialmente contagiose.
La negatività dello specifico tampone faringeo, ripetuto nel tempo, esclude la possibilità di trasmettere il virus.
Quali misure adottare in prevenzione? Quelle dettate dal nostro Ministero della Salute:
- Lavarsi le mani accuratamente
- Evitare il contatto ravvicinato con persone che presentino sintomi respiratori acuti.
- Evitare di toccare con le mani non preventivamente lavate la bocca, il naso e gli occhi.
- Coprire bocca e naso in caso di sternuto o tosse, meglio se con l’incavo del gomito.
- Usare fazzoletti di carta monouso da gettare in un sacchetto chiuso.
- Pulire le superfici con disinfettanti a base di alcol o di cloro.
- Usare la mascherina solo se si sospetta di essere malato o se si assistono malati.
- Non assumere autonomamente terapie ma seguire i consigli del medico.
- In caso di sintomi sospetti non recarsi al pronto soccorso ma chiamare il 112 o il 1500.
- Evitare luoghi affollati.
- Seguire fedelmente le indicazioni fornite dalle autorità competenti.
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