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    DAGO-SCENARI DEL DOPO-VOTO - SE L'ALLEANZA GIALLOVERDE SALTA, L'IDEA DI UN GOVERNO DI CENTRODESTRA PERDE QUOTA DOPO LA RISSA TOTI-CARFAGNA. CRESCONO LE QUOTAZIONI DI UN GOVERNO DEL PRESIDENTE: TUTTI FELICI DI AVERE UN COTTARELLI CHE FIRMA LA FINANZIARIA DA 40 MILIARDI CHE INCLUDE L'AUMENTO IVA - MATTARELLA DOPO AVER COMBINATO UN MATRIMONIO CONTRONATURA 5 STELLE-LEGA, COME L'EUROPARLAMENTO D'ORA IN POI PRETENDERÀ ''AFFINITÀ POLITICA'' TRA I PARTITI AL GOVERNO


     
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    BERLU E CARFAGNA BERLU E CARFAGNA

     

    A che punto è la notte. Riprendiamo il discorso da dove lo avevamo lasciato. Resta in piedi lo scenario in cui se i grillini scendono sotto il 20%, vengono buttati fuori dal governo da Grillo in persona. D'altronde, se perdi un terzo dei voti in un anno, vuol dire che in altri quattro ti estingui. Ma per Di Maio ci sono buone notizie dai sondaggi, e per Salvini ci sono cattive notizie dal centrodestra.

     

    matteo salvini giovanni toti al papeete di milano marittima 3 matteo salvini giovanni toti al papeete di milano marittima 3

    Lo scontro che si è consumato ieri tra il fronte dei salviniani (Toti in testa) e gli anti-salviniani (Carfagna e Bergamini) ha acceso un'altra spia di emergenza nel cruscotto del Capitone. In caso di caduta del governo – che avverrebbe solo per mano grillina e solo in caso di disastro elettorale – una delle due opzioni sul piatto si fa più complicata. Parliamo di quel governo di centrodestra da trovare nell'attuale Parlamento, a guida Salvini e coi voti di Forza Italia, Fratelli d'Italia e i ''responsabili'' a 5 stelle che non intendono mollare la poltrona così presto, che non sono pochi.

     

    stefania craxi silvio berlusconi deborah bergamini renato brunetta stefania craxi silvio berlusconi deborah bergamini renato brunetta

    Già Salvini non vuole tornare al governo con Silvio in assoluto, ancora meno con queste proporzioni di consensi: a marzo 2018 la Lega ha preso solo il 17% e Forza Italia il 13%, mentre ora i sondaggi li danno staccati di 20 punti. In più si troverebbe i berlusconiani dilaniati da una litigiosità che già sta venendo fuori, con la Prestigiacomo avvinghiata a Fratoianni che guida gommoni per salvare i migranti e la Carfagna che duella coi sovranisti all'amatriciana, mentre la Ronzulli e i Toti perdono la vista a forza di occhiolini alla Lega.

     

    Silvio vuole dare una riverniciata europeista al caro Matteo, che è stato abbandonato anche dal cattivissimo Orban, l'ungherese che un giorno vuole far saltare l'Europa e quello dopo resta accucciato nel PPE e a malapena si presta a incontrare Salvini.  

     

    sergio mattarella luigi di maio sergio mattarella luigi di maio

    Non c'è solo l'Europarlamento, che oggi ha imposto a chi vuole formare gruppi parlamentari di ''condividere la stessa affinità politica''. C'è pure Mattarella che quella affinità politica la pretenderebbe da un eventuale governo di centrodestra. Si è già fatto ''gabbare'' una volta dando l'incarico a due partiti che (almeno sui giornali) passano le giornate a litigare, in una perenne campagna elettorale.

     

     

    fico di maio fico di maio

    In casa 5 Stelle le cose sono un po' cambiate: Di Maio si è messo a fare il fichetto (nel senso di piccolo Fico) e ha ri-buttato il partito a sinistra, tornando a guadagnare qualche punto nelle ultime rilevazioni. Ha capito che a destra c'è Salvini ed è difficile occupare quel campo con discorsi più ''cattivisti'' di lui, e ha visto crescere i consensi di Zingaretti. Così nell'ultimo mese ha rinnegato l'amicizia coi gilet gialli, si è messo a difendere i migranti, ha di nuovo ammiccato alla fronda del Movimento, schierato tutte donne capolista, ricicciato i temi ambientalisti.

     

    Ovviamente, questo durerà solo fino al 26 maggio, visto che se il governo tiene sarà ancora più a trazione leghista e dunque ancora più orientato a randellar migranti.

     

    sergio mattarella carlo cottarelli sergio mattarella carlo cottarelli

    Se invece salta l'alleanza, al momento l'ipotesi più fattibile resta quella di un governo del Presidente. Diversamente dal tentativo abortito di Cottarelli premier (giugno 2018), a questo giro l'idea non dispiacerebbe troppo ai gialloverdi. Già, perché se un anno fa si trattava di un commissariamento dopo la vittoria elettorale, un suicidio invotabile in Parlamento, stavolta un governo tecnico con lo stampo di Mattarella toglierebbe le castagne dal fuoco dei pop-sovranisti.

     

    Sarebbe questa specie di Monti-2 a firmare la finanziaria, e i due dioscuri potrebbero pure tornare a gridare ''Governo ladro!'' fino alle elezioni anticipate (marzo 2020), mentre l'Iva sale al 25% e il pil si deprime. Un esecutivo davvero balneare, che nasce in estate e muore il 31 dicembre, termine ultimo per votare la Legge di Bilancio.

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