DAGONEWS
luigi di maio casaleggio di battista casalino
Ultime dal M5S: dopo il suo ritorno natalizio, Di Battista e Di Maio si sono incontrati per chiarire una volta per tutte il ruolo del Che Guevara di Roma Nord.
In quei giorni, i giornali hanno scritto che nel Movimento traballava il totem dei due mandati, cosa che avrebbe fatto esplodere parte della base, e anche le vene di Dibba: ma come, sono stato fermo un turno proprio per rispettare la regola, posso mica ritrovarmi Di Maio e Fico tra i piedi pure alle prossime elezioni?
Luigino è quindi corso a smentire la voce: il vincolo dei due mandati resta. Il patto di successione è stato cementato con l'approvazione di Casaleggio junior: quando questo governo finirà, passerà a Di Battista lo scettro di capo politico dei 5 Stelle.
Questa pax ha preso ovviamente di sprovvista Grillo. Che non solo ha sempre amato vedere i propri discepoli lottare fra loro, affinché nessuno si sentisse mai al sicuro sulla propria poltrona, ma ha sempre visto Fico come il suo vero delfino politico. Invece il barbudo presidente della Camera è rimasto da solo a criticare il governo.
di maio di battista
Ormai lontane sono le bordate che arrivavano dal Guatemala sulla Lega e i 49 milioni: Di Battista ha smesso di fiatare su Salvini, non una parola sul decreto sicurezza né sulla Sea Watch. Cioè, questo ci ha sfracassato coi report accorati sulla carovana dei migranti che dal Centramerica si muovevano verso gli Stati Uniti, poi ne ha 49 sotto casa e non dice una parola, anzi sfreccia sulle piste delle Dolomiti? Meraviglie pentastellate.
Dunque il povero Fico, spina nel fianco, è nel mirino di Di Maio e dei suoi. Credete davvero che le purghe di fine anno siano state un caso? La traduzione di quelle espulsioni è semplice: colpirne due per educarne 35, più o meno il numero di frondisti fedeli al presidente della Camera, che peraltro ha soffiato il posto di Di Maio nei rapporti con Mattarella.
fico di maio
Il rapporto diretto che aveva Luigino col Quirinale, via Zampetti, col tempo si è logorato, e ora le triangolazioni dal Colle si fanno con Montecitorio, vedi il discorso di Capodanno incentrato sulla solidarietà cui ha fatto eco la spassionata difesa dei migranti da parte di Fico.
Ma c'è anche il bersaglio grosso nella testa del trio Casaleggio/Di Maio/Di Battista. Lui, il Fondatore, il Garante, Beppe. Vogliono toglierlo di mezzo da tutte le scelte politiche, hanno smesso di interpellarlo prima delle decisioni chiave. In perfetto stile Soviet hanno sussurrato nell'orecchio dei parlamentari 5 Stelle, a voce, di snobbare le convocazioni di Grillo quando sbarca all'hotel Forum per le sue incursioni romane.
alessandro di battista e luigi di maio sulle piste di moena 4
Dicono che all'ultima apparizione nella Capitale, il 50% dei contattati si sia dato per disperso, adducendo scuse più o meno credibili.
Il suo sconclusionato discorso di Capodanno, con la balorda idea di usare il corpo del figlio culturista, è stato bollato come ''fuori di testa'' e dunque praticamente ignorato dai maggiorenti grillini.
Grillo da parte sua accusa giustamente Casaleggio di aver ammazzato la rete, di aver smantellato l'anima del Movimento. Il passaggio dal sistema aperto dei Meetup a quello chiuso e proprietario della piattaforma Rousseau è uno schiaffo a tutto quello che Beppe predica da 15 anni.
BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO ALESSANDRO DI BATTISTA BEPPE GRILLO ROBERTO FICO beppe grillo con roberto fico e virginia raggi beppe grillo con corpo del figlio rocco