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Federico Ercole per Dagospia
Privata ormai da anni della sua rarefatta “sacralità” cinematografica, venduta dal suo demiurgo George Lucas che il cinema lo sapeva pensare, fare e assemblare, dissipata da una nuova trilogia rivelatasi nel suo insieme a tratti deludente, troppo espansa attraverso lo schermo delle televisioni con opere talvolta discutibili come il noioso Obi-Wan Kenobi, la saga di Star Wars è oggi elemento ricorrente di una diffusa quotidianità della visione, una costante del palinsesto e della narrazione favolosa.
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Ci sono state anche cose belle o quasi nel corso degli anni, come lunghi tratti di Clone Wars, Star Wars Rebels, Rogue One, le prime due stagioni di Mandalorian con il delizioso Grogu, Andor e persino il Solo di Ron Howard. Tuttavia ci sono troppe Guerre Stellari e la galassia lontana, lontana sorta dal big-bang creativo di Lucas e soci nel 1977 parrebbe ora sul punto di esplodere in un nulla come la Morte Nera.
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Ecco giungere anche un nuovo videogioco per Playstation, Xbox e PC (qui affossato da innumerevoli problemi tecnici, lamenta l’utenza), ovvero Star Wars Jedi Survivor di Respawn, il seguito del riuscito ed appassionante anche quando problematico Jedi Fallen Order del 2019.
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Avventura d’azione con qualche minimale deriva nelle meccaniche dei “Souls” perché si salva la posizione in una sorta di zona franca (tipo i falò nella trilogia di From Software) dove ci si ricarica e si ha l’occasione di potenziare le proprie abilità mentre in mondo si ripopola dei nemici sconfitti, Jedi Survivor mantiene e migliora alcune peculiarità del suo predecessore, come un’ispirata costruzione delle ambientazioni di gioco, una trama talvolta suggestiva nel suo dramma, i combattimenti con le spade laser e la forza, lo spettacolo visionario di alcuni segmenti. Se amate ancora questa comunque grande saga della modernità potreste quindi trovarvi la magia della forza, una magia che si esprime con moderazione ma dal fascino innegabile.
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DOPO L’ORDINE 66
Jedi Survivor continua le cronache del jedi sopravvissuto Cal Kestis dopo l’infame Ordine 66 di Palpatine, l’operazione che portò allo sterminio quasi definitivo dei “tutori della pace e dell’ordine della galassia” e al sorgere dell’impero, insomma dopo Episodio III La Vendetta dei Sith.
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In seguito agli eventi di Fallen Order Cal collabora con la sorgente ribellione e si comincia a giocare in un segmento introduttivo e lineare quanto suggestivo come visione ambientato nelle profondità metropolitane e popolari di Coruscant. Qui è degna di nota una rappresentazione dell’impero e dei loro sgherri priva di ogni romanticizzazione del male, soldati e burocrati spietati che affamano e purgano gli indesiderati, i poveri e gli indifesi.
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Dopo ci sposteremo (sempre accompagnati dall’utile robot BD) sul pianeta di Koboh, luogo dai panorami e dalle atmosfere “western” ma non solo e disegnato con un arte che premia il desiderio di scoperta e un’attenta esplorazione, palpitante di misteri e segreti, di pericoli e storie. Viaggeremo anche in altri posti della galassia, senza dubbio interessanti nella loro esibizione di panorami favolosi, ma nessuno di questi possiede la vastità, la ricchezza e la complessità di Koboh, con i suoi fuorilegge-relitto dalla guerra dei cloni, i mostruosi Rancor che giacciono nel sottosuolo, ancestrali misteri jedi celati nell’ignoto.
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Il racconto prosegue con qualche sorpresa, carismatiche apparizioni e colpi di scena tragici, contaminandosi con spesso interessanti narrazioni secondarie. Sentire raramente nel tessuto della funzionale colonna sonora citare rari temi di John Williams (soprattutto quello della “forza”) causa qualche brivido di nostalgia e piacere.
SPADE LASER
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Jedi Survivor è un tripudio di armi jedi, si possono infatti utilizzare diversi tipi di spade laser con varia efficacia strategica difensiva e offensiva, oltre che ad avere la possibiltà di modificare impugnatura e tinta delle proprie lame. Si può combattere dunque con la classica spada singola, quella con due lame unite dall’elsa, due spade, lo “spadone” tipo quello di Kylo Ren e addirittura con una spada laser abbinata ad un “blaster” ovvero una pistola.
Il combattimento risulta quindi appagante con quell’elettrico ronzare delle lame, e vario, anche se talvolta non così “fluido” o coreografico come dovrebbe essere; talvolta è arduo lottare, se si scelgono le modalità di gioco più complesse. Abbinare l’utilizzo della spada alle diverse possibilità offerte dalla forza gratifica l’appassionato con la suggestione, realizzando antichi desideri come accadde nel primo episodio ma ancora di più, considerata anche la proposta di una maggiore varietà di nemici imperiali, robotici, mostruosi e altro.
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Inevitabilmente oscurato non dai Sith ma dalla travolgente forza ludica dell’appena uscito Legend of Zelda Tears of the Kingdom (ma così, nell’ombra, Respawn può lavorare alla risoluzione finora solo parziale dei problemi tecnici del gioco), Star Wars Jedi Survivor merita attenzione e passione, perché è un videogioco tutt’altro che discreto e spesso sorprendente, non solo per l’esegeta di Guerre Stellari.
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