DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Federico Ercole per Dagospia
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Torna la strega più amabile dei videogiochi e non solo. A pochi mesi dal suo terzo capitolo atteso per anni e che si rivelato infine travolgente per possibilità e danzante ricchezza, ecco un nuovo episodio della storia di Bayonetta, un prologo, il racconto fiabesco della sua origine di fattucchiera. Ma non si tratta di quelle avventure d’azione squisitamente smoderate e sensuali, mai convenzionali seppure nell’insieme di un genere, perché Bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon per Nintendo Switch è un videogioco diverso, apollineo nella sua danzante qualità quanto gli altri sono dionisiaci.
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Così come è differente l’illustrazione di quest’avventura della tarda infanzia; dal disegno realistico anche se alterato con una malia quasi lisergica della trilogia ad una libresca pittura acquerellata che è deliziosa quanto la prima è sfrontata, impressionista quando nei videogame della serie principale è persino futurista nel culmine della sua astrazione vettoriale.
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Bayonetta Origins con il suo demone perduto, sviluppato da un ridotto team interno di Platinum Games, è un’incantevole deriva, non priva di cupe e minacciose ombre drammatiche, per la mitologia della fenomenale strega, qui colta nel sorgere di quelli che saranno i suoi formidabili poteri, ma ancora indifesa e assai più fragile.
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Ma non sottovalutate il potere ludico e poetico di questo titolo se avete amato le imprese di Bayonetta, perché si connette con grazia alla trilogia, con la dolcezza di un preludio che rivela ricordi ancestrali anziché anticipare il futuro dell’opera magna delle sue avventure di adulta. Inoltre per la tenera bellezza del suo incedere favoloso, malgrado quella sua innegabile oscurità, questo videogame è l’ideale per un pubblico di bambini, possedendo un’universalità di contenuti dalla profondità che è quella dei film dello Studio Ghibli, adattabili a pensieri diversi e vari gradi di maturità.
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NON ENTRATE IN QUELLA FORESTA
La giovanissima Bayonetta ( o Cereza) è un’emarginata, vittima delle presunte colpe di una madre prigioniera nelle remote segrete di un castello, perché ella ha concepito la figlia con un membro di un clan rivale. Così la fanciulla vive ai margini, adottata dalla severa ma nel profondo amabile Morgana che le insegna i presupposti delle arti magiche oltre ad assegnarle continue mansioni. Ma in sogno Cereza, che si strugge di nostalgia per la madre, intuisce che un grande potere salvifico si cela nella proibita Foresta di Avalon, boscosa regione infame nella quale si dice vivano fate affamate di carne umana .
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Malgrado il divieto ella sconfinerà nella selva e qui, dopo qualche difficoltà, evocherà il suo primo demone che possiederà il corpo di pezza del suo pupazzo Cheshire, tramontandolo in un buffo, sgraziato, inquietante ma forte e utilissimo gattone infernale. Così l’avventura si sdoppia e dovremo controllare i due personaggi ognuno con uno stick del controller, cosa strana, vagamente psicotizzante all’inizio, ma alla quale ci si abitua dopo poco. Talvolta i due protagonisti si divideranno, depotenziandosi a vicenda, e sarà l’obbiettivo del giocatore tentare di riunirli al più presto.
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Cheshire, che acquisirà poteri e forme legati agli elementi, è un combattente valido oltre che ad aprire con la sua forza i passaggi più ardui da valicare della foresta. Cereza invece usa la sua danza magica in elementari, almeno all’inizio, giochi ritmici ma possiede anche degli incanti offensivi e di supporto che risultano impareggiabili se combinati alle qualità del suo compagno demoniaco.
Così si procede nel profondo, seguendo le orme di un lupo bianco, lottando contro malevole creature fatate e risolvendo enigmi ambientali mentre ci delizia un racconto che non è mai zuccheroso, persino laddove scivola nella più malinconica dolcezza.
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INNO ALLA DANZA, QUIETA
Ci sono alcune sfide abbastanza impegnative in Bayonetta Origins, soprattutto quando è necessario coordinare le azioni del duo per sconfiggere creature mostruose e potenti. Tuttavia ci sono innumerevoli opzioni per semplificare il gioco, un’altro motivo della sua universalità, fino a trasformarlo davvero in un “libro” di fiabe interattivo (è tradotto tutto in italiano con ammirevole perizia), un volume illustrato interattivo accompagnato da musiche piacevoli e misteriose.
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Ci vogliono poco di più di dieci ore per completare il gioco, ma possiamo dilungarci, scoprire e approfondire, allungando l’esperienza senza che questa perda la sua coesione. Inoltre ci si ferma sovente, per osservare i giochi cromatici e le forme espresse dalla pittura selvatica degli scenari.
Bayonetta Origins: Cereza and The Lost Demons è la storia di un rito di passaggio, la celebrazione di quello che sarà il sorgere della femminea, emancipata e rivoluzionaria volontà di potenza di questa strega che farà tremare angeli e demoni con la sua danza vertiginosa, un ballare che qui permane quieto dalla bellezza serena e seminale, ma in potenza esplosiva, di un bocciolo.
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