DAGOREPORT
MATTEO SALVINI MARIO DRAGHI
L’esito delle Amministrative, con la disfatta di Salvini e lo sfarinamento di Conte, non hanno per nulla rallegrato Mario Draghi. Se non interviene nei prossimi giorni una resa dei conti nella Lega, evento quasi del tutto improbabile, non essendo il pio Fedriga un politico carismatico acchiappavoti, la sberla ricevuta dal “Capitone” rimbalzerà all’interno della compagine governativa.
Basta sbirciare le prime reazioni dei capataz del Carroccio alla batosta. Pigola il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari: “Paghiamo le scelte del governo… Dobbiamo farci sentire di più… adesso bisogna avviare una riflessione sulla nostra permanenza al governo». Il vicesegretario Lorenzo Fontana aggiunge: “Se la Lega non è lì per incidere allora tanto vale che non ci stia”. A questo punto, l’animatore del Papeete comincerà a scodellare richieste economiche che Draghi non potrà esaudire.
giuseppe conte mario draghi
Scrive “La Repubblica”: ‘’Non è un caso che prima ancora che vengano scrutinate le schede, forse per creare un diversivo, in via Bellerio viene convocato un Consiglio federale che anticipa di fatto i temi dell'offensiva leghista. Le proposte vengono illustrate da Salvini: "Rottamazione delle cartelle esattoriali sotto i diecimila euro, detassare straordinari e premi di produzione, lavorare ad una riforma delle pensioni equa superando la legge Fornero, prevedere un tetto europeo allo spread per evitare speculazioni contro l'economia italiana”.
GIUSEPPE CONTE MARIO DRAGHI
Poi c’è il problema Conte: quasi tutti i parlamentari pentastellati ormai non riconoscono più la sua leadership perché la sua insignificanza politica è diventata lampante (vedi la batosta di Palermo: nemmeno il reddito di cittadinanza a pioggia e i Superbonus come mancia hanno riportato alle urne i grillini smarriti).
Comunque, malgrado Salvini e Conte sulla graticola, Draghi passerà un’estate tranquilla. Con l’autunno inizieranno i dolori, al momento di metter giù la finanziaria. Tutti busseranno alla cassa con una serie infinita di richieste incompatibili con le riforme e il Pnrr. Ma Mariopio tirerà dritto per la sua strada: nessun spostamento di bilancio, non intende andare in deficit. Anzi, se getteranno all’aria il governo con un paese economicamente depresso tra covid e guerra, Lega e M5S rischieranno davvero di beccare una disfatta maggiore di quella delle Amministrative
CONTE SALVINI
Come se non bastasse, Salvini e Conte, se troveranno il coraggio di uscire dal governo, devono fare i conti con la spaccatura che immancabilmente attraverserebbe i loro partiti: i vari governisti, da Di Maio a Giorgetti e governatori del nord.
E uno volta liberi e belli dalla “dittatura” draghiani, con la crisi, dovrebbero ereditare bazzecole come la finanziaria e l’implementazione dei progetti del Pnrr. Ciao core…