DAGOREPORT
GIORGIA MELONI OLAF SCHOLZ E EMMANUEL MACRON ALL'HOTEL AMIGO DI BRUXELLES
Giorgia Meloni è atterrata a Bruxelles ieri sera e ha subito iniziato a guardarsi intorno. “Con il favore delle tenebre” e di qualche bicchiere di vino, ha incontrato Emmanuel Macron e Olaf Scholz all’Hotel Amigo.
I faccia a faccia e le chiacchere a margine del vertice serviranno alla Ducetta anche a capire quali e quanti alleati avrà al suo fianco nella discussione finale sul Patto di Stabilità (a decidere sarà l'Ecofin della prossima settimana).
Un vago accordo tra i paesi c’è già, ovvero la proposta della Commissione europea annacquata dalla presidenza di turno della spagnola Calvino. Per il governo italiano, comunque, i negoziati sarebbero "chiusi al 90%".
GIORGIA MELONI MARIO MONTI
La premier vuole però strappare ancora qualcosa agli altri leader: non è un mistero che l'Italia voglia far scorporare le spese militari e quelle legate alla transizione ecologica dal calcolo del deficit.
Una proposta che però fa venire l’itterizia a Germania e ai Paesi Bassi, cosiddetti "frugali". Come consigliatole da quel volpino di Mario Monti, Meloni potrebbe opporre il veto alla riforma.
Ma sarebbe la classica vittoria di Pirro, o di pirla, da sventolare in casa e da scontare amaramente in Europa.
meloni orban
Una decisione di questo tipo, infatti, spingerebbe l’Italia nel ruolo di Euro-puzzone al pari dell’Ungheria di Viktor Orban.
Non solo: dovesse tornare in vigore il vecchio Patto al 3% sui conti, sospeso durante la pandemia, servirà una manovra correttiva, da varare a inizio anno: non proprio una scatola di cioccolatini in regalo agli elettori a pochi mesi dalle elezioni europee. (Ricordiamo che saranno con il sistema proporzionale, quindi ogni partito conterà i propri voti, di qui il duello col coltello tra i denti tra i partiti della maggiorana e dell'opposizione).
MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI - MEME BY OSHO
La strategia del Camaleonte Giorgia è quella di mostrare solidarietà con l’Unione europea e la Nato all’estero per avere mano libera nel proprio paese.
Così, messa in guardaroba la maschera truce della sovranista incazzata (un mese prima di vincere le elezioni aveva detto: “L’Europa è preoccupata? È finita la pacchia”), oggi fa gli occhioni dolci alle cancellerie europee, mentre in Italia pensa ancora di essere all'opposizione, vive nella lotta, e quando non va in buca la sua strategia di assorbire o emarginare i suoi alleati di governo, dà di matto e le parte l'embolo della “sindrome di accerchiamento”.
Infatti, i suoi nemici più temibili non sono i partiti all'opposizione: di giorno in giorno si agita sempre più Matteo Salvini perchè ha capito che deve inventarsi un'alternativa o finirà assorbito o emarginato dal melonismo contundente, quindi non vede l’ora di vedere "Io so' Giorgia e voi non siete un cazzo" approvare il famigerato Mes, così da sbandierare il vessillo della coerenza politica della Lega di fronte al “tradimento” della multitasking .
giorgia meloni sventola il fax di luigi di maio sul mes in senato
Lei, che sputava sul Mes come “cappio al collo” e “anticamera della Troika”, potrà essere descritta dalla propaganda salviniana come l’ennesima “schiava" agli europoteri.
L’altra gamba, traballante, del governo, Forza Italia, dopo aver spernacchiato e vanificato la tassa sugli extra-profitti bancari che andava a colpire la Mediolanum della famiglia Berlusconi, ora per guadagnare consensi spinge per una proroga del Superbonus 110%, che per Fratelli d’Italia è una bestemmia in chiesa, come il piede di porco in grado di scassare la cassaforte già scassata dei conti pubblici.
Di qui, gli incubi che agitano il sonno solitario della signorina Giorgia sono legati al consenso popolare. “Laggente”, quella gente a cui vuole affidare il potere di eleggere il Presidente del Consiglio, a cui chiederà un plebiscito per il premierato (“la madre di tutte le riforme”), la stessa gente che l’ha incoronata Regina d’Italia alle ultime politiche, può cambiare umore e il segno sul partito della scheda elettorale molto facilmente, come abbiamo visto con i precedenti leader, da Renzi a Salvini per finire a Conte. Soprattutto se colpita nelle tasche.
GIORGIA MELONI - LA MARGARET THATCHER DELLA GARBATELLA - MEME
Le teste d'uovo del Mef e di Palazzo Chigi, infatti, attendono con ansia i dati dalla Confcommercio e della Confesercenti sui consumi natalizi.
L’inflazione morde, gli stipendi esigui degli italiani perdono potere d’acquisto, le privazioni per la nuova povertà possono creare insofferenza sociale e disaffezione politica, e se oggi le critiche al Governo arrivano principalmente dalle élite (intellighenzia, mondo finanziario ed economico, Deep state, pezzi dell’editoria), domani il malumore potrebbe contagiare anche l’elettorato.
Nei tempi di magra, la disaffezione colpisce in primo luogo i partiti di governo e il terrore della Thatcher della Garbatella è che alle europee non riesca a portare a casa almeno quel 26% raggiunto alle politiche del 25 settembre 2023. Per contenere il malcontento popolare Meloni proverà a usare l’unica arma che ha in mano: mettere più soldi nelle tasche degli italiani, attraverso un taglio del ''cuneo fiscale'' (cioè, la differenza tra il salario lordo e quello netto percepito in busta paga).
antonio tajani giorgia meloni matteo salvini
L’esecutivo immagina di sforbiciare il cuneo di circa 15 miliardi per il 2024, troppo poco per avere un effetto incisivo nella vita quotidiana degli italiani.
Un timore confermato dall’andamento dell’economia italiana, che negli ultimi due trimestri ha registrato una crescita più bassa rispetto alle previsioni, e che nel nuovo anno potrebbe inciampare in una recessione.
Ps. Giorgia Meloni sperava, per dimostrare il valore del Governo di destra-centro, di presentarsi al Consiglio europeo con il trofeo di una legge di bilancio già chiusa al 15 dicembre.
giorgia meloni urla alla camera contro conte 5
Tale era l’ambizione da prima della classe da aver vietato ducescamente gli emendamenti di maggioranza.
Ma visto che la politica è sangue, merda e trattativa, Lega e Forza Italia hanno opposto resistenze e l'emendamento anche unico è arrivato, ora il Governo si troverà a dover chiedere la fiducia la prossima settimana al Senato e quella successiva alla Camera, con il rischio di trovare un bel pacco di Natale.
Ps/2. Se la manovra non è stata chiusa anzitempo è anche perché chi avrebbe dovuto mettere l’olio negli ingranaggi della macchina dello Stato, cioè Alfredo Mantovano, si è smarrito nella sua incapacità di rapportarsi con gli apparati dello Stato, e invece il sottosegretario a Palazzo Chigi si è intruppato al “Fascio tutto io” della Ducetta.
alfredo mantovano giorgia meloni
E infatti, gli alti burocrati dello Stato non hanno teso la mano: non chiaro ostruzionismo, ma di certo “non stanno favorendo il Governo”.
meme andrea giambruno matteo salvini giorgia meloni GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI - PONTE SULLO STRETTO E LEGGE FORNERO - VIGNETTA BY OSHO
MARIO DRAGHI - GIORGIA MELONI - MEME BY EDOARDO BARALDI giorgia meloni urla alla camera contro conte 6 GIORGIA MELONI - MEME BY EDOARDO BARALDI
GIORGIA MELONI OLAF SCHOLZ E EMMANUEL MACRON ALL'HOTEL AMIGO DI BRUXELLES