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    DAL MATERASSO ALLA RETE (QUATTRO) – CRISTINA SEYMANDI INVIA PER LA SECONDA SETTIMANA CONSECUTIVA UN MESSAGGIO A “ZONA BIANCA”: QUESTA VOLTA UN AUDIO, IN CUI CONTINUA A DIPINGERSI COME VITTIMA DI UNA “CENTRIFUGA DI DICHIARAZIONI, SMENTITE, ARTICOLI”. POI TORNA A PUNTARE IL DITO SULL’EX MASSIMO SEGRE PER I SUOI TRADIMENTI DEL PASSATO, AVUTI PERÒ NELLE PRECEDENTI RELAZIONI. MA CONTINUA A TACERE SULL’UNICO DETTAGLIO DAVVERO RILEVANTE: LEI HA TRADITO IL BANCHIERE OPPURE NO? PERCHÉ NON PARLA MAI DELLE PRESUNTE CORNA, NÉ PER SMENTIRLE, NÉ PER CONFERMARLE? - VIDEO


     
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    VIDEO – L’AUDIO MESSAGGIO DI CRISTINA SEYMANDI A “ZONA BIANCA”

    https://mediasetinfinity.mediaset.it/video/zonabianca/laudio-di-cristina-seymandi-per-zona-bianca_F312336901036C12

     

     

    Cristina Seymandi Cristina Seymandi

    1. SEYMANDI: “MASSIMO NON HA MAI RICHIESTO INDIETRO SOLDI, DI QUESTA STORIA ERA MEGLIO PARLARNE IN CASA”

    Estratto dell’articolo di Lodovico Poletto per “La Stampa”

     

    Il banchiere prega in quel di Assisi. La promessa sposa «valigiata» ben prima di arrivare all’altare si confida soltanto con gli amici. Lui si confronta con padre Gian Maria Polidoro, che è un monumento francescano, da sempre in cerca di una via per la pace nel mondo. E pubblica una foto sotto la quale scrive: «Si prega per la pace». E ancora: «...e per le piccole diatribe personali, che da qui paiono ridicole...».

     

    Lei interviene in tv a Zona bianca su Rete 4. Ma agli amici avrebbe confidato che, forse, prima di montare tutto questo «sarebbe stato opportuno parlarne in casa». Per evitare affermazioni e smentite. Su che cosa? La questione denari, finita in tribunale, ovvio. Poi lo zaffiro di famiglia che non si trova. E le accuse di infedeltà: «Parlarne in casa». […]

     

    il messaggio audio di crisitna seymandi a zona bianca 5 il messaggio audio di crisitna seymandi a zona bianca 5

    Ma oggi è Cristina Seymandi a rubare la scena. Dal Vietnam dice: «Devo correggere una narrazione non genuina...». Su cosa? I soldi, prima di tutto. «Non risponde assolutamente al vero l’affermazione che Massimo Segre mi avrebbe richiesto la restituzione della somma di 680 mila euro. Questa circostanza non è provabile in giudizio, molto semplicemente perché non è mai accaduta».

     

    E svela che i denari sono ancora lì, dove erano stati spostati lo scorso mese di marzo. E l’anello? Fa sapere che non ha mai detto che è stato preso da lui. Che magari è ancora da qualche parte, nella casa dove vivevano. In qualche cantone mai esplorato. E poi […] Svela, per la prima volta, qualcosa di se stessa: «Avrei desiderato non trovarmi coinvolta in questa centrifuga di dichiarazioni, smentite, articoli. È tutto estremamente pesante dal punto di vista emotivo, ma non ho voluto io questa situazione». E ancora: «La sto interamente subendo e non sarò purtroppo io che potrò farla terminare».

     

    MASSIMO SEGRE MASSIMO SEGRE

    Ma tutto questo è davvero un tentativo di gettare un ponte? Molto sottovoce, la risposta arriva - criptata - da chi li conosce entrambi. E la sintesi è più o meno questa: «Hanno tutti e due famiglie da tutelare». […] Un’accusa tutt’altro che velata verso Massimo Segre.

     

    Che, però, l’altro giorno, in pubblico, ha svelato una fragilità sconosciuta. Ha ammesso, cioè, ho avuto una relazione extraconiugale nel corso del mio primo matrimonio, quando ormai questo stava terminando. Le parole esatte non sono queste, ma il concetto sì. E arrivano dopo quell’altra affermazione fatta nel corso della festa - a tutti gli effetti a sorpresa e con sorpresa - organizzata per il compleanno di lei: «Sono cornuto». […]

     

    SEYMANDI: «È SERVITA LA POLIZIA PER POTER RECUPERARE LE MIE COSE»

    Estratto dell’articolo di Simona Lorenzetti per il “Corriere della Sera”

     

    il messaggio audio di crisitna seymandi a zona bianca 3 il messaggio audio di crisitna seymandi a zona bianca 3

    […]  Nuove vendette paiono aver caratterizzato l’addio (già) al vetriolo tra i due, con il video in cui lui la accusava di tradimenti ripetuti invece di annunciare il loro matrimonio. «Da quella serata non mi è stato più permesso di entrare nella casa dove risiedevo con Massimo, ho dovuto far intervenire la polizia per accompagnarmi e recuperare i miei effetti personali» racconta Seymandi, che ieri sera ha inviato un lungo messaggio alla trasmissione Mediaset «Zona Bianca».

     

    La volontà è mettere i puntini sulle «i», su alcune affermazioni pronunciate in precedenza e rispondere ancora una volta all’ex. Meno di 48 ore fa, infatti, il banchiere ha annunciato di aver dato mandato ai propri legali di valutare una richiesta di risarcimento nei suoi confronti per «danno reputazionale», a causa delle allusioni su presunte relazioni sentimentali del manager durante il loro legame e sulla sparizione dell’anello di fidanzamento.

     

    massimo segre 3 massimo segre 3

    Lei non fa certo marcia indietro. Il gioiello di famiglia sparito è un cruccio. Rivendica che la schiettezza non le manca e afferma: «Se avessi voluto accusare Massimo di essersi appropriato dell’anello lo avrei detto platealmente. Sono stata chiara: quell’anello è sparito 15 giorni prima di quella maledetta serata del 27 luglio (il cui video è poi finito sui social, ndr ), ed è vero: non l’ho perso né preso io.

     

    Qualcuno deve averlo preso, questo è certo». E rivela di aver dovuto «chiamare la polizia» per recuperare i propri effetti personali. Poi il monologo della manager si sposta sul capitolo «tradimenti»: «Massimo mi confidò di aver commesso anche lui degli errori nelle sue precedenti relazioni. Gli domando: avrebbe gradito se le sue compagne gli avessero riservato lo stesso identico trattamento che lui ha riservato a me? Quali che siano stati i miei errori — veri o presunti — nella vita di coppia, mi sarei aspettata non un’umiliante messa in scena ma un confronto schietto: le nostre strade avrebbero potuto eventualmente dividersi senza causare tutto questo dolore». E poi c’è la storia del bonifico, ora al centro di una causa civile: anche quella avrebbe potuto essere trattata diversamente.

     

    CRISTINA SEYMANDI MASSIMO SEGRE CRISTINA SEYMANDI MASSIMO SEGRE

    «Non è vero — insiste l’imprenditrice — che mi avrebbe richiesto la restituzione della somma: questa circostanza non è provabile in giudizio, molto semplicemente perché non è mai accaduta». E aggiunge: «Ho appreso della vertenza dopo il sequestro di uno dei miei conti correnti, dove peraltro la somma giace nella sua interezza». Infine: «In modo violento sono spettatrice della mia stessa vita. Avrei fatto a meno di questa centrifuga».

     

    3. CRISTINA SEYMANDI: «È SERVITA LA POLIZIA PER POTER RECUPERARE LE MIE COSE DALLA CASA DOVE ABITAVO CON MASSIMO»

    Da www.corriere.it

     

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    Pubblichiamo la lettera di Cristina Seymandi che apporta alcune precisazioni alle ultime vicende sulla rottura del fidanzamento con Massimo Segre con relativa diffusione del video (ora depositato in tribunale). In particolare, sui 700 mila euro che sarebbero stati prelevati dal  conto comune e sulla sua azienda.

     

    Sono state dette molte cose nelle ultime settimane, spesso imprecise, anche a causa del passaggio di bocca in bocca di informazioni in ambienti giornalistici frettolosi e caotici; queste affermazioni hanno generato alcuni equivoci.

     

    Tra queste cose, c’è una presunta telefonata di Pier Silvio Berlusconi che mi avrebbe personalmente chiamato per invitarmi a partecipare al Grande Fratello Vip: sorrido ma non spendo parole, sarei molto lusingata da una chiamata diretta da parte dell’amministratore delegato di Mediaset, ma posso garantire che essa non è mai avvenuta.

     

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    La campagna di disinformazione e delegittimazione messa in campo contro di me è arrivata a coinvolgere anche l’azienda delle quale sono azionista di maggioranza, la Savio, una importante azienda piemontese leader nel suo settore, con 134 anni di storia e 150 validi dipendenti, con i quali mi scuso sinceramente: Savio è un’azienda finanziariamente sana, e con commesse tali da garantirne la piena sopravvivenza anche dopo l’epocale “litigio” Segre/Seymandi, che ha tenuto impegnati i mass-media nelle ultime settimane.

     

    Mi spiace se qualche dipendente dell’azienda si è preoccupato negli ultimi giorni, ma nuovamente non è dipeso da me, e comunque non vi è appunto alcun motivo di preoccupazione.

     

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    Sul famoso anello di fidanzamento: c’è chi ha «letto» nelle mie parole un’accusa a Massimo Segre di averlo ripreso in sua disponibilità. Ma tra i tanti difetti che ho non c’è la mancanza di schiettezza, e se avessi voluto accusare Massimo di essersi appropriato dell’anello lo avrei detto platealmente.

     

    Sono stata chiara: quell’anello è sparito 15 giorni prima di quella maledetta serata del 27 luglio, ed è vero; non l’ho perso né preso io, ed è vero (anche perché da quella serata non mi è stato più permesso di entrare nella casa dove risiedevo con Massimo, e ho dovuto far intervenire la Polizia per accompagnarmi e permettermi di recuperare i miei effetti personali); quindi, qualcuno deve averlo preso, questo è certo. Ciò detto, chi se ne appropriato – danneggiando sia me, perché tenevo molto a quell’oggetto, che Massimo, perché per lui era un caro ricordo di famiglia - farà i conti con la propria coscienza.

     

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    La mia affermazione «da che pulpito viene la predica», riferita ai tradimenti - veri o presunti - di Massimo nel passato, è un altro tema che ha tenuto molto impegnati i cronisti: io non ho prove che Massimo mi abbia tradito, tuttavia confermo che Massimo mi confidò di aver commesso anche lui degli errori nelle sue precedenti relazioni di coppia.

     

    Mi domando allora, anzi, domando a lui: avrebbe lui gradito se le sue compagne gli avessero riservato lo stesso identico trattamento che lui ha riservato a me…? Massimo dovrebbe aver ben chiaro il significato della frase tratta dal Vangelo secondo Giovanni «Chi è senza peccato scagli la prima pietra».

     

    Quali che siano stati i miei errori – veri o presunti – nella mia vita di coppia, mi sarei aspettata non un’umiliante messa in scena come quella alla quale sono stata costretta ad assistere in quella afosa sera di fine luglio, quanto piuttosto un confronto schietto e diretto all’interno della nostra coppia. Le nozze non erano ancora state celebrate, anche in caso di insanabili divergenze le nostre strade avrebbero potuto eventualmente dividersi senza causare tutto questo dolore. Come ho già avuto modo di dire, io non mi ritengo giudice e boia di nessuno, e non posso applaudire chi esamina un caso, emette una sentenza e la esegue in pubblico, senza neppure un tentativo di contraddittorio e senza lasciare spazio a un confronto e a delle spiegazioni.

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    Altro tema: i mass-media hanno scritto che io mi sarei appropriata di 700.000 euro di proprietà di Massimo, senza che lui fosse al corrente. Nuovamente una clamorosa bufala, inventata da chi “sussurra” all’orecchio dei giornali con lo scopo di mettere zizzania e gettare benzina su un fuoco già abbastanza acceso e bollente. Quel trasferimento di denaro era vecchio di 5 mesi, molto precedente quindi alla nostra separazione, resa eclatante dalla scelta di Massimo di celebrarla in pubblico, ed era un trasferimento di denaro espressamente autorizzato da Massimo stesso, rientrante in movimenti di carattere patrimoniale all’interno della nostra coppia, legata come tutti ormai sapere sapete sia sotto il profilo affettivo che sotto quello imprenditoriale. Ora Massimo ha cambiato idea e li vuole indietro? Ne stiamo discutendo in Tribunale in questi giorni, ma – nuovamente – non per mio volere, perché una volta di più è stato Massimo a ritenere opportuno – forse nuovamente mal consigliato – di citarmi in Tribunale per questo, quando forse anche questo aspetto patrimoniale avrebbe potuto essere discusso con altri toni e in altre sedi.

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    In buona sostanza,  nell’ultimo mese sono stata trasformata in modo piuttosto violento in spettatrice della mia stessa vita: c’è di fa cose, c’è chi dice cose, c’è chi urla cose, c’è chi afferma con granitica certezza cose… ed io non posso che ascoltare, prendere nota, e pazientemente smentire, correggere, rettificare, tutte attività che mi stanno tenendo impegnata quasi a tempo pieno anche durante la mia vacanza, nella quale avrei solo voluto dedicarmi anima e cuore a mia figlia, incolpevole vittima di tutto questo baccano.

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