Fiorenza Sarzanini e Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
Le misure sono molto rigide, soprattutto per quanto riguarda gli spazi e la parte relativa all' igiene dei locali.
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Per questo - nonostante il via libera possa arrivare già l' 11 maggio - molti negozi rischiano di rimanere con le saracinesche abbassate. Abbigliamento, scarpe, biancheria per la casa. Parliamo di 115 mila punti vendita al dettaglio e 313 mila posti di lavoro, un decimo dei quali sono a rischio.
La linea del governo è «la salute al primo posto», per cui bisogna essere sicuri che la ripresa dello shopping possa avvenire in assoluta sicurezza. Il mondo del commercio ha fretta di ripartire. «I nostri negozi hanno comprato circa otto mesi fa i prodotti della stagione in corso - spiega il presidente di Federazione Moda Italia Confcommercio, Renato Borghi -.Adesso ci troviamo con della merce ancora incellofanata che dobbiamo pagare, pur non avendola ancora venduta.
Abbiamo inoltre confermato gli ordini della prossima collezione autunno-inverno, per cui chiediamo di essere tra le prime attività a riaprire».
Rimane il nodo regole: chi non le rispetta rischia la chiusura o la sospensione della licenza.
I NEGOZI DI 40 MQ
La misura di riferimento del governo è di 40 metri quadri.
Serve a stabilire quanti dipendenti possono essere presenti e a regolare l' ingresso dei clienti. Chi ha locali di questa metratura potrà consentire «l' accesso di una persona alla volta, oltre a un massimo di due operatori». Se il negozio è più piccolo si dovrà garantire il rapporto di un lavoratore e un cliente mantenendo la distanza di almeno un metro.
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Per quelli «oltre 40 metri quadri l' accesso è regolamentato in funzione degli spazi disponibili, differenziando, ove possibile, i percorsi di entrata e di uscita».
LE MASCHERINE
Il personale dovrà indossare la mascherina e i guanti. Nei negozi di alimentari i clienti potranno toccare il cibo soltanto se indosseranno i guanti. Per chi sta fuori in fila in attesa di entrare sarebbe preferibile indossare la mascherina e se non è possibile bisogna comunque mantenere la distanza di un metro.
I DISPENSER
Sarebbe preferibile prevedere un dispenser per l' erogazione del disinfettante all' ingresso.
In ogni caso sarà obbligatorio averlo vicino a casse, tastiere, schermi touch e sistemi di pagamento. Se si tratta di negozi di ampia metratura gli erogatori devono essere sistemati in angoli diversi, in modo che clienti e personale possano utilizzarli all' occorrenza.
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LA PULIZIA
Le regole già validate dagli scienziati prevedono la sanificazione dei locali prima della ripartenza che dovrà comprendere anche i filtri dell' aria condizionata. Quando l' attività tornerà a regime, la pulizia dovrà essere fatta due volte al giorno: all' apertura e alla pausa. Si userà ipoclorito di sodio ed etanolo per camerini, maniglie, cassa, bagni, vetrine.
I VESTITI
La raccomandazione è quella di sanificare vestiti e scarpe che saranno provati dai clienti e non acquistati. Ma i vertici della categoria sono contrari e non vogliono proprio sentirne parlare, sia per i costi dei macchinari che per il rischio di rovinare i capi.
Il settore ha proposto al governo di seguire le regole del ministero della Salute e già adottate dai negozi di abbigliamento e scarpe per bambini e neonati che hanno riaperto con l' ultimo Dpcm del premier Conte: disinfezione due volte al giorno.
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I PARRUCCHIERI
Si potrà andare solo su appuntamento perché nei saloni di bellezza il rapporto tra personale e cliente dovrà essere di uno a uno. Si tratta di un settore ritenuto ad alto rischio, tanto che la riapertura al momento è fissata tra l' 11 e il 18 maggio con l' incognita legata all' andamento dell' epidemia. È possibile che la pulizia possa essere obbligatoria anche più di due volte al giorno. I dispenser dovranno essere all' ingresso e vicino alle casse. Gli strumenti di lavoro dovranno essere disinfettati. Obbligatorio per tutti indossare mascherine e guanti.
I CENTRI ESTETICI
Anche in questo caso l' indice di rischio è altissimo, dunque si dovrà seguire lo stesso modello utilizzato nei laboratori medici. Valgono gli stessi obblighi dei parrucchieri con la prescrizione di sterilizzare tutti i ferri e gli altri strumenti di lavoro.
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