Michela Allegri e Marco Pasqua per “il Messaggero”
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Dal ring all'usura, sfruttando quella violenza che era diventata l'arma per obbligare le sue vittime a pagarlo. E' finita in un parking dell'Eur, per adesso, la carriera da usuraio di Francesco Lomasto, già campione dei pesi superleggeri. Nemmeno l'emergenza Coronavirus che ha messo in ginocchio l'economia del Paese era riuscita a placare la sua avidità: in marzo, quando l'attività economica della sua ultima vittima, un commerciante romano a cui aveva prestato 250mila euro, è rimasta chiusa a causa del lockdown, sono iniziate le minacce.
Telefonate assillanti a tutte le ore del giorno e della notte, riferimenti ai pestaggi fatti in passato nei confronti di chi non saldava i debiti. La vittima, in un momento di difficoltà - aveva un debito milionario con Equitalia - si era rivolta a lui. Ma il tasso d'interesse fissato era impossibile da corrispondere: 10 per cento mensile.
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Il commerciante ha cercato di restituire i soldi, dal luglio 2018 al maggio 2020, ma non era mai abbastanza: quando ha sporto denuncia ha raccontato di avere già pagato 337mila euro, ma secondo Lomasto ne avrebbe dovuti restituire altri 140mila. Il pugile, arrestato in flagranza di reato dai carabinieri dell'Eur - la misura è stata convalidata dal gip - ha anche preteso che i suoi familiari venissero sistemati, gratuitamente, in un appartamento di proprietà della vittima, arredato con mobili da 20mila euro acquistati in uno dei negozi del commerciante e, ovviamente, mai pagati.
Lo stesso commerciante ha anche dovuto comprare, al prezzo di 80mila euro, una casa a Pomezia di proprietà dell'usuraio e nella quale è andato ad abitare, sempre gratis, il fratello di Lomasto. Il tutto mentre pagava interessi da 25mila euro al mese. Quando le minacce sono diventate pressanti, il commerciante ha deciso di sporgere denuncia. Lomasto pretendeva che gli venissero comprati tre orologi di lusso, da 23.500, 21.500, 29.500 euro. Ma ad assistere alla consegna, in un parking all'Eur, qualche giorno fa, c'erano anche i carabinieri.
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Un violento, Lomasto, anche quando non era sul ring. A Pomezia, dove viveva, era stato protagonista di pestaggi spesso scaturiti da uno sguardo o un commento giudicato fuori luogo. Nel 2014 era stato vittima di un agguato: dopo aver picchiato alcuni argentini, questi gli avevano sparato alla coscia. Il fratello Vincenzo, pugile anche lui, è stato arrestato nel marzo dello scorso anno, sempre dai carabinieri, per spaccio.