renzi orlando emiliano
Eugenio Scalfari per L’Espresso
Il prossimo 30 aprile io voterò, l' astensione non mi piace, è un diritto che scompare solo con le dittature e quindi va esercitato.
Dunque voterò ma non per Renzi bensì per uno dei suoi contraddittori.
Pur essendo sicuro che Renzi vincerà, preferisco che la sua vittoria non sia un plebiscito. Mi dispiace che vinca? No, anzi vedrei con dispiacere che perdesse. Perché?
La politica non è una scienza matematica, checché ne pensasse Pitagora e la sua scuola. Bisogna risalire ad Aristotele e anche a Seneca per capire che è la scienza della flessibilità. Per applicarla bene servono però esempi concreti più che quelli teorici. Tra i concreti mi viene quello del Cardinal Mazzarino e, un poco più tardi, quello di Talleyrand che somiglia al nostro Andreotti, sebbene le proporzioni tra i due equivalgono a paragonare un topo con una pulce.
ORLANDO CONTRO IL CIELO BY CARLI
Comunque torniamo a noi: un Renzi che vinca il 30 aprile ma non stravinca è quanto di meglio secondo me possa accadere poiché fa aumentare il peso della pubblica opinione. In una democrazia la pubblica opinione è fondamentale, quali che siano le forme con le quali essa è in grado di far sentire la sua presenza.
Renzi, secondo il mio personale parere, tra i politici italiani attuali è quello che più e meglio degli altri ha capito l' importanza di rafforzare la presenza italiana in Europa per cambiarne fondamentalmente la situazione. L' Europa deve necessariamente far conto della nostra presenza. L' Italia è tra i sei paesi fondatori della Ceca (Comunità europea del carbone e acciaio) ed è anche uno dei paesi fondatori della moneta comune euro. Questo conferisce al nostro paese un' importanza oggettiva che Renzi dovrebbe assumere il compito di rafforzare.
scalfari
Ed ecco con quali obiettivi da perseguire: 1. La disciplina dell' immigrazione, che va contenuta con campi di accoglienza in Libia su tutta la costiera che comincia dal confine egiziano e arriva fino al confine col Marocco.
2. Una politica di collaborazione tra Italia e i governi africani dai quali fuggono continuamente centinaia di migliaia di famiglie che subiscono uno sfruttamento intollerabile. Con quei governi dobbiamo trattare un programma di investimenti finanziato da noi per conto dell' Europa, il quale produca nuovo lavoro e nuovi redditi e salari per il mondo africano di quelle zone. La manodopera dei nuovi investimenti dovrà essere soprattutto quella dei "fuggitivi" facendoli tornare a casa dai campi di sosta sulla costiera.
Naturalmente il loro reimpiego e il loro trattamento civile dovrebbe essere vigilato da opportuni osservatori che confermino l' intesa con i governi in questione.
OVAZIONE PER ANDREA ORLANDO
3. La guerra all' Is deve unificare una unione militare soltanto europea (a prescindere cioè dalla Nato la cui direzione sostanziale è nelle mani degli Usa) che affronti con i suoi mezzi la guerra contro il Califfato nelle sue roccaforti di Mosul e di Raqqa, ma anche e anzi soprattutto nelle "periferie" europee, creando una Fbi europea e un capo unico che equivalga in qualche modo ad un ministro dell' Interno europeo.
4. L' immediato insediamento, già approvato in linea di principio ma ancora bloccato da una superflua procedura, di un ministro delle Finanze unico dell' Eurozona, che dall' Eurozona dipenda e non dalla Commissione di Bruxelles. È un' antica e più volte ripetuta proposta di Mario Draghi che finalmente sembra aver conquistato l' approvazione dei 27 paesi, della Commissione e anche dei 19 dell' Eurozona ma ancora questa notevole vittoria che si deve soprattutto intestare al presidente della Bce, non è stata concretamente realizzata e resta troppo agganciata agli organi dei 27 paesi mentre qui la questione riguarda soltanto i 19 che usano l' euro.
RENZI E ORLANDO
5. Infine un nuovo Presidente dell' Europa, eletto direttamente dai cittadini europei con una legge elettorale proporzionale e i candidati indicati dal Parlamento europeo o presentati da un numero dei cittadini provenienti dai 27 paesi equivalente al 5 per cento dei predetti cittadini, non importa a quale dei 27 paesi appartengano.
SCALFARI
È evidente che questo obiettivo sia più importante di tutti gli altri poiché il suddetto Presidente non sarà di pura e semplice rappresentanza come attualmente accade, fermo restando il sovranismo dei 27 paesi confederati. Il nuovo Presidente dovrebbe equivalere, come poteri a lui assegnati, a quello degli Stati Uniti d' America.
Ciò comporta che la sua elezione diretta da parte del popolo europeo sia accompagnata da uno statuto federale sulle linee di quanto era stato già deliberato dalla Commissione a suo tempo presieduta da Valéry Giscard d' Estaing e da Giuliano Amato, ma poi battuto dal referendum della Francia e dell' Olanda. Recuperato successivamente ma molto parzialmente dal Trattato di Lisbona.
RENZI SCALFARI
Questo programma dovrebbe essere, a mio avviso, quello di Renzi. Lasci che governi l' Italia qualcuno che, condividendo al cento per cento quello europeo di Renzi, amministri nel frattempo l' Italia come si conviene e in costante contatto con il Renzi europeo ed europeista. Quanto al partito democratico, spetta a Renzi guidarlo, ma anche a un vice segretario di sua piena fiducia di amministrarlo affinché il segretario possa portare avanti nei modi più appropriati i cinque temi del suo programma europeo.
Questo è il mio sogno, ma è assai più concreto di quanto possa sembrare. C' eravamo andati molto vicini una ventina di anni fa ma poi il sovranismo francese lo bloccò e la Germania si guardò bene dal ripresentarlo mettendo la Francia alle strette. Abbiamo fatto a meno dell' Inghilterra ma la Francia non rappresenta un' isola; è stata il centro della storia europea e non può che restarvi.
Coraggio, caro Renzi. O tu accetti questa responsabilità storica o amministrerai una situazione italiana che senza questo sfondo si rivelerà un nulla e andrà a fondo. O si va avanti o si lascia il paese al caso e al destino. Cioè in mari tempestosi.
mario calabresi eugenio scalfari ANDREA ORLANDO MATTEO RENZI