Attilio Barbieri per "Libero quotidiano"
rincaro petrolio
Torna a salire la bolletta petrolifera italiana. Nel 2021 dovrebbe crescere di quasi 5 miliardi arrivando a quota 16,7 miliardi. Dopo anni di moderazione e il gelo del 2020 legato agli effetti della pandemia, il costo dell'energia ritorna ad essere un problema. Attesi anche effetti sul carrello della spesa degli italiani, nonostante il raffreddamento nei consumi: dal momento che l'85% delle merci viaggiano su strada il caro-gasolio si scaricherà presto sugli scontrini della spesa.
petrolio
Ortofrutta, formaggi e carne sono le voci più soggette ad aumenti, assieme a tutti i prodotti freschi e freschissimi. Intanto, proprio ieri, secondo le nuove rilevazioni del Ministero dello Sviluppo economico, il prezzo medio alla pompa della benzina è salito a 1,649 euro al litro mentre il gasolio sfonda il tetto di 1,50 euro al litro. Rincari che secondo le associazioni dei consumatori costeranno quasi i 300 euro a famiglia. Dall'inizio dell'anno i carburanti sono saliti del 14%.
«A contribuire all'aumento della bolletta petrolifera è l'aumento del greggio per 3,7 miliardi e la ripresa dei consumi per altri 1,2 miliardi», afferma Claudio Spinaci, presidente della Unem (Unione energie per la mobilità), che ieri ha tenuto l'assemblea annuale.
Estrazione di petrolio
COMBUSTIBILI FOSSILI
Il petrolio, da solo, pesa per il 30% sulla domanda mondiale di energia prevista per il 2021, il carbone per il 26% e il gas naturale per il 23%. Le fonti fossili rappresentano il 79%. E la richiesta di mercato cresce, dunque la prospettiva è che le pressioni sui prezzi producano ulteriori aumenti. Poco importa se nei primi cinque mesi dell'anno la domanda petrolifera in Italia sia calata del 15,7%, mentre quella di energia da rinnovabili sia aumentata del 2,1%. Il mercato e i prezzi del greggio sono mondiali.
prezzo petrolio 5
Fra l'altro i prezzi dei carburanti in Italia, al netto delle tasse, «continuano ad essere inferiori di 3-3,5 centesimi di euro al litro rispetto alla media dell'area euro pur con una rete ridondante e con scarsa redditività», ha spiegato Spinaci. Oggi gli automobilisti italiani «pagano un sovraprezzo che va da 7 a 10 centesimi al litro rispetto agli europei, interamente dovuto alla componente fiscale», ha aggiunto.
CRISI ENERGETICA
emissioni co2
Fra l'altro, rispetto al passato, ci troviamo a fare i conti con una transizione energetica che rischia di essere più ruvida e costosa del previsto. «La vera sfida è quella di riuscire a gestire la transizione verso altre fonti evitando contraccolpi pericolosi», conferma il presidente dell'Unem, «chi considera gli idrocarburi fossili superati e ritiene che non vi sia più la necessità di investire in questo settore, come sembra suggerire il recente rapporto Net Zero by 2050 dell'Agenzia internazionale per l'energia, non considera il rischio che ciò deflagri in una pesante crisi energetica. Si tratta di un rischio reale come dimostrano anche i recenti aumenti dei prezzi del greggio, tornati sui massimi da 7 anni, che possono trasformarsi in un serio ostacolo sulla via della ripresa».
barili petrolio
Il tema è quello lanciato con forza la scorsa settimana dal numero uno dell'Eni, Claudio Descalzi, quando ha affermato che l'aumento dei costi per le emissioni, rischia di provocare la morte del sistema industriale. E mentre in Europa il nostro sistema produttivo è alle prese con limiti sempre più stringenti nel resto del mondo, soprattutto in Asia, molti Paesi se ne fregano del Green Deal e aprono perfino nuove centrali elettriche a carbone.